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Chuck Berry

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2017 20:32
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Chuck Berry,
la leggenda del Rock’n Roll insieme ai grandi.
E con John Lennon canta Johnny B Good

di Mario Ventriglia | 19 marzo 2017

Chuck Berry, uno dei più famosi e importanti chitarristi rock di sempre, tanto da rivoluzionare già negli anni Cinquanta il modo di suonare la chitarra elettrica e contribuire così alla nascita del rock and roll, è morto sabato 18 marzo 2017 a 90 anni nella sua casa di St. Charles County, in Missouri. Prese elementi e sonorità del blues, del country, del rockabilly, del boogie-woogie, e li mischiò creando quella che sarebbe diventata la musica più importante della seconda metà del secolo scorso, il rock and roll. Berry ha suonato con le più grandi personalità della musica contemporanea. Dai Rolling Stones a Bruce Springsteen. Duetti fenomenali con Keith Richard ed Eric Clapton. Da Tina Turner a Etta James. Con la morte di Chuck Berry finisce l’ultimo esponente del Rock’n Roll più classico reso poi celebre da Elvis Presley, entrando di diritto nella leggenda del rock
di Mario Ventriglia | 19 marzo 2017

Fat


19/03/2017 14:24
 
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Chuck Berry morto,
addio alla leggenda del rock and roll.
Aveva 90 anni




di F. Q.

La polizia di St. Charles County, Missouri, ha fatto sapere di essere intervenuta dopo una chiamata di emergenza e di averlo trovato senza conoscenza
di F. Q. | 19 marzo 2017

E’ morto Chuck Berry, la chitarra che ha firmato l’era del rock and roll. L’artista aveva 90 anni ed è considerato uno dei padri della storia della musica. Con le sue “Johnny B Goode” e “Roll Over Beethoven“, è stato la colonna sonora della vita di intere generazioni.

La polizia di St. Charles County, Missouri, ha fatto sapere di essere intervenuta dopo una chiamata di emergenza e di averlo trovato senza conoscenza. Berry non ha risposto al tentativo di rianimazione ed è stato dichiarato il decesso.

Il 18 ottobre scorso, giorno del suo 90esimo compleanno, Chuck Berry aveva sorpreso fan e giornalisti annunciando l’uscita di un nuovo album dopo quasi 40 anni. Il disco, dal titolo “Chuck”, contiene solo brani inediti ed è dedicato alla moglie.

The Rolling Stones are deeply saddened to hear of the passing of Chuck Berry. He was a true pioneer of rock’n’roll & a massive influence. pic.twitter.com/RT4NZH3KeQ

— The Rolling Stones (@RollingStones) March 18, 2017

di F. Q. | 19 marzo 2017

Fat


19/03/2017 14:26
 
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Chuck Berry,
addio al turbolento ragazzo di St. Louis:
“Se si tentasse di dare un altro nome
al rock and roll si potrebbe chiamare come lui”




“Mentre Elvis Presley è stata la prima pop star del rock e rubacuori adolescente, Mr. Berry ne è stato il primo teorico e genio concettuale, il cantautore che capì in anticipo cosa esattamente il giovane pubblico volesse prima che esso stesso lo sapesse”, ha scritto Jon Pareles sul New York Times. Da Mick Jagger a Bruce Springsteen passando per Ringo Starr e Brian Wilson, in molti lo hanno ricordato

di Davide Turrini | 19 marzo 2017

Senza il riff di Johnny B. Goode non ci sarebbe stato il rock and roll. Se n’è andato anche Chuck Berry, la notte scorsa, nella sua casa di Wentzville in Missouri, a pochi chilometri da Saint Louis. L’ha comunicato la polizia locale sulla propria pagina Facebook. Chuck aveva 90 anni e almeno fino al 2014 ha suonato regolarmente in pubblico. Un mostro. Un genio. Fonte musicale inesauribile ed universale alla quale si sono abbeverati tutti i più grandi che ora lo piangono e lo ricordano. “Se si tentasse di dare un altro nome al rock and roll si potrebbe chiamare Chuck Berry”, disse John Lennon quando i Beatles ancora andavano d’amore e d’accordo.

Nato nel 1926 in una famiglia nera middle class di St. Louis, quando al massimo la musica rock la si poteva leggere in filigrana tra qualche reiterato giro di note blues o negli angoli degli spartiti di qualche big band jazz, Berry si intrufolò gradualmente tra i piccoli gruppi che accennavano timidamente a trasformare radicalmente suono e scena della musica. Fin dai primi anni ’50, un’epoca che oggi sembra preistoria, Berry riuscì a concepire quello che sarebbe diventato il ritmo, il “mood” basilare del rock and roll. Quella luce che vedono Jack e Elwood nei Blues Brothers, Chuck la vide nel 1955 quando incise Maybelline, il suo primo grande successo da oltre un milione di copie. Poi a seguire nel 1956 Roll Over Beethoven e tra il ’57 e il ’59 Rock and Roll Music, Sweet Little Sixteen, e Johnny B. Goode. In un colpo solo, roba di pochi anni, mette in riga Muddy Waters, Bo Diddley, e Willie Dixon. Berry si potrebbe fermare qui. Perché poi, appunto, negli anni sessanta arrivano i bianchi, i cattivissimi ultrapop, quelli con i concept album, quando invece Chuck sbancava ovviamente a colpi di “singoli”. La sua intuizione, da autentico “guitar showmanship”, con quel “duck walk” che lo ha reso celebre, seppur inimitabile, è stata proprio accompagnare l’esecuzione tecnica live con una regolare performance spettacolare. “Mentre Elvis Presley è stata la prima pop star del rock e rubacuori adolescente, Mr. Berry ne è stato il primo teorico e genio concettuale, il cantautore che capì in anticipo cosa esattamente il giovane pubblico volesse prima che esso stesso lo sapesse”, ha scritto Jon Pareles sul New York Times.

Automobili, ragazze e feste da ballo nei testi più frivoli, ma anche una satira guascona degli scontri di classe negli Stati Uniti in Promised Land e Too Much Monkey Business, Berry ha aggiunto un pizzico di follia nello strizzare due corde della sua Gibson ES 335 amplificata al massimo e facendo ballare insieme folle di neri e di redneck bianchi. Co-artefice dei primi successi di Chuck è il pianista Johnnie Johnson, che adocchiò Berry nel 1952 quando il sassofonista della sua band era malato. Johnny B. Goode un monumento più che una canzone, il sogno del ragazzotto di campagna che diventa una star, quell’infinito ritornello che animerà in eterno ogni party scatenato che si rispetti, nacque grazie alla fluida armonizzazione dei due che si trovavano a meraviglia. Non che Berry fosse un ragazzino perbene. Riformatorio per tentata rapina, poi il diploma da estetista che probabilmente gli ha permesso di ideare per sé un’elegante stile rococò nell’abbigliamento e nell’acconciatura, poi diventato negli anni più recenti uno straordinario mix tra camicie sgargianti e cappellini da marinaio, il chitarrista di St. Louis ebbe un caratterino niente male che lo portò al classico rapporto sentimentale/sessuale con una minorenne (Jerry Lee Lewis lo copiò anche lì), ma soprattutto ad essere ricordato per uno che si faceva pagare tutto e subito (ricordate il Llewyn Davis dei Coen?) e che non amava avere una band sua ma ne chiedesse sempre una di supporto che ovviamente era obbligata a conoscere ogni accordo dei suoi brani talvolta con risultati live, soprattutto oltreoceano piuttosto discutibili.

Gli anni sessanta e settanta non gli diedero più quel successo iniziale, ma egualmente sfornò titoli come You never can tell (Tarantino lo riesumò poi in Pulp Fiction nel memorabile ballo Thurman/Travolta), quel No particular place to go (che chi scrive ricorda memorabile rifatto da George Thorogood), o nel 1972 My Ding-A-Ling; ma soprattutto Chuck Berry venne ripreso dai Beatles, dai Rolling Stones e dai Beach Boys per infinite cover dei suoi brani più celebri di nemmeno cinque-sei anni prima che ne amplificarono ulteriormente la popolarità anche volendo rimanere in poltrona. Non a caso le parole di cordoglio che in queste ore hanno invaso i social arrivano dai grandi del rock arrivati appena dopo di lui. “Sono così triste nel sentire della morte di Chuck Berry. Voglio ringraziarlo per tutta la musica e l’ispirazione che ci ha dato. Ha illuminato la nostra adolescenza, ha “soffiato” la vita nei nostri sogni di diventare musicisti e artisti. I suoi testi brillavano sopra tutti gli altri e hanno gettato una luce strana sul sogno americano. La sua musica rimarrà dentro di noi per sempre “, ha scritto Mick Jagger. “Chuck Berry è stat il più grande chitarrista rock, e il più grande autore di rock and roll mai vissuto”, ha twittato il boss, Bruce Springsteen. “Fatemi sentire soltanto qualche pezzo rock alla vecchia maniera come li suonavi tu”, ha twittato Ringo Starr. Infine Brian Wilson: “Sono così triste nel sentire della morte di Chuck Berry. Che grande ispirazione è stato! Mancherà per tutti coloro che amano il Rock and roll. Love and Mercy”.
di Davide Turrini | 19 marzo 2017

Fat


19/03/2017 14:29
 
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grande chuck




22/03/2017 12:28
 
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vanno via i grandi e ci lasciano con le merde [SM=x39946]




THE NUMBER OF THE BEAST
<< Ma guai a voi terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore
sapendo che gli resta poco tempo... Chi ha l'intelligenza calcoli in numero della bestia
essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. >>
Sono rimasto solo e la mia mente è vuota
Ho bisogno di tempo per farmi tornare in mente i ricordi
Quello che ho visto
Questa notte è stato reale e non solo fantasia
Proprio quello che ho visto nei miei vecchi sogni era
Il riflesso della mia mente pervertita
Perché nei miei sogni vedo sempre la faccia maligna che mi torce la mente
E mi porta alla disperazione
La notte è nera e non mi vuole trattenere
Perché guardo proprio qualcuno che mi sta osservando
Nella nebbia figure scure si muovono e si intrecciano
Tutto questo è la realtà o qualche specie di inferno
666 il Numero della Bestia
L'inferno e il fuoco sono generati per essere sprigionati
Le torce fiammeggiano e canti sacri vengono innalzati
Come iniziano ad urlare, le mani si alzano al cielo
Nella notte i fuochi bruciano luminosi
Il rito è iniziato, il lavoro di Satana è compiuto
666 il Numero della Bestia
Il sacrificio continuerà stanotte
Questo non può andare oltre, devo avvisare la legge
Questo è vero o è solo qualche folle sogno
Mi sento attirato dal canto maligno dell'orda
Sembra che mi stanno ipnotizzano... non posso evitare i loro occhi
666 il Numero della Bestia
666 quello per me e per te
Sto andando a casa, ma ritornerò qui
Possederò il tuo corpo e ti brucerò
Io ho il fuoco e ho la forza
Ho la potenza per attuare la mia maledizione

I buoni vannoinvece ioche sonovado dove voglio

Errare è umano, perseverare è cattolico

23/03/2017 20:32
 
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