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Paolo Mazzali dell'Inaf di Trieste ha guidato un team internazionale
Emissioni di energia generate nell'esplosione di una gigantesca supernova



La fabbrica dei lampi Gamma
scoperta da un ricercatore italiano

ROMA - Scoperta la "fabbrica" dei misteriosi lampi Gamma: le più potenti emissioni di energia osservate nell'universo vengono generate nell'esplosione di una gigantesca supernova. La scoperta, inseguita dai ricercatori di tutto il mondo da almeno 30 anni e pubblicata su Science, porta anche la firma di un italiano. E' il professor Paolo Mazzali, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) presso l'osservatorio di Trieste, che ha guidato un gruppo di ricercatori internazionali. I risultati dello studio saranno presentati lunedì prossimo negli Stati Uniti, a Minneapolis, nel convegno della Società americana di astronomia.

A permettere questa osservazione, alla quale con l'Italia hanno collaborato Giappone (università di Tokyo), Germania (Istituto di Astrofisica Max Planck di Garching) e Stati Uniti (università di California a Berkeley), sono stati due grandi telescopi, l'americano Keck e il giapponese Subaru. Entrambi situati alle Hawaii, sono stati puntati sulla supernova SN2003jd, e hanno fornito dati (i primi del genere al mondo) capaci di dare una prima conferma di quella che finora era solo una teoria: i lampi gamma hanno origine dall'esplosione di una supernova avvenuta in modo asimmetrico. Vale a dire, da una supernova il cui materiale è stato espulso lungo una direzione privilegiata e non in tutte le direzioni, come finora si era pensato.

I lampi Gamma sono inafferrabili flash prodotti da raggi X e raggi Gamma che compaiono in modo assolutamente casuale e solo per una manciata di secondi, milioni e milioni di volte più brillanti del nostro Sole. Che nascessero al di fuori della Via Lattea lo si è capito solo otto anni fa, e da allora si è scatenata la caccia alle loro possibili sorgenti. Le supernovae sono state presto individuate come i candidati più probabili, ma solo adesso è arrivata una conferma importante che le cose stiano proprio così. A permettere questo passo in avanti è stata la tecnica utilizzata dai ricercatori, che hanno analizzato la luce emessa dalle supernovae per mezzo della spettroscopia. In questo modo sono riusciti a vedere in quale direzione viaggia il materiale stellare che ha emesso la radiazione.

Le supernovae scelte come obiettivo della ricerca sono state quelle di tipo Ic, considerate i migliori candidati a produrre esplosioni asimmetriche e quindi lampi gamma. Perfette quindi per provare se la teoria sviluppata era sostenibile con delle osservazioni in cielo.

A fornire le prime indicazioni sui lampi gamma fu il glorioso satellite italiano Beppo Sax, andato in pensione il 30 aprile del 2002. Durante le sue 30mila orbite e i 65milioni di secondi di osservazione, scoprì, tra l'altro, ben 57 lampi gamma localizzati.

Una curiosità: secondo una ipotesi avanzata da Adrian Melott della Kansas University, l'estinzione di massa di 440 milioni di anni fa sarebbe stata causata da lampi di raggi gamma dovuti all'esplosione di una "vicina" (qualche migliaio di anni luce) supernova particolarmente massiccia. L'estinzione si verificò alla fine di un'era geologica nota come Ordoviciano, quando scomparvero circa 100 famiglie di invertebrati marini.

(26 maggio 2005)
Rep
27/05/2005 00:03
 
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