È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
Faccine,Smilies,Emoticon
Gruppo su Faccialibro

Pagina su Faccialibro
Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

I tre migliori film per categoria.

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2008 17:24
Sulla giostra


E va bene, Lanciatrice di coriandoli. Ci sto a far questo giro di giostra con te: fammi, ti prego, un po' di posto sul tuo cavallo bianco.

Sto al gioco ma lo estremizzo. Non tre film per categoria, ma uno solo. Perché sceglierne tre porta a ragionare, a valutare, a far classifiche arbitrarie e confronti superficiali; porta a un gioco antipatico di esclusioni (e poi come la mettiamo coi vuoti di memoria, i lapsus, le involontarie omissioni, i sensi di colpa, le lacune culturali e maledizione-come-ho-fatto-a-non-citare-quello-e-quell'altro-e-quell'altro-ancora?).
Con uno solo invece, si va d'impulso. In modo del tutto emotivo, sull'onda della prima associazione d'idee, del primo sussulto di memoria, dell'ultimo colpo di fulmine. Il rapporto con un film, con un quadro, con un libro, con una canzone è come una storia d'amore e, come ogni storia d'amore, prima o poi finisce: per esaurimento nervoso, per noia, per abitudine, per calo di libido, per pigrizia mentale, per tradimento. Così quando la storia d'amore si è consumata restano, fiori un po' appassiti, l'affetto e la stima, la riconoscenza, i ricordi lugubri e consolanti, la nostalgia struggente. A meno che quella storia d'amore non sia finita con litigate furibonde, recriminazioni e insulti: a me qualche volta è capitato. Sempre parlando di film, naturalmente.


Animazione
Non so rispondere.


Commedia
"L'appartamento" di Billy Wilder: tragica e irresistibilmente comica elegia su splendori e miserie della vita da single (ma si capisce bene che quella di coppia è anche peggio).

Comico
Buster Keaton forever. Bastano i pochi minuti in cui fa la spalla a Charlie Chaplin in "Luci della ribalta". Con quella faccia, quei gesti, quell'espressione di agghiacciante straniamento, quella impressionante presenza fisica, il vecchio Buster Keaton ormai al tramonto finisce per schiacciare Chaplin nell'angolo più remoto dello schermo fino a farlo scomparire. Credo ci sia voluta tutta la genialità (e per una volta anche l'umiltà) di Chaplin per non tagliare la scena.


Sentimentale
"I ponti di Madison County". Chi poteva sospettare che sotto il petto villoso dello sporco Harry, sotto la scorza dura del bastardissimo ispettore Callaghan, oltre il ghigno dell'ergastolano Frank Morris, dietro la maschera rugosa e spietata dell'imperturbabile Bill Murray, battesse un cuore grande così? Una lacrima non gliela si può negare.

Drammatico
"Quai des brumes" di Marcel Carné. "Dove vai?" "Non lo so" "Allora andiamo dalla stessa parte". Conoscete qualche storia d'amore che si possa raccontare in modo diverso?

Fantascienza
"Blade runner". Un profezia: siamo tutti, senza saperlo, i replicanti di noi stessi.

Fantasy
"Immortal (ad vitam)" di Enki Bilal. Il cinema che si reinventa per poter raccontare ancora una volta le stesse storie (oh nonna nonna, deh come era bella, oh nonna nonna ditemela ancora): l'amore, la morte, il potere, il male, la fisica e la metafisica, la violenza, la tenerezza, la diversità e l'omologazione, riuscendo a farle sembrare nuove, diverse, uniche e irripetibili. Il cinema che recupera tutto il suo potenziale onirico e ci fa vivere, più vero del vero, nelle meraviglie, negli orrori e nei misteri del sogno.

Avventura
"L'Orso" di Jean Jacques Annaud. Per la fantasia, il coraggio, la grazia e l' "umanità" incorrotta del suo protagonista: l'Orso, per l'appunto.

Gangster
"Rififi" di Jules Dassin. Insuperato.

Poliziesco
"L.A. Confidential" di Curtis Hanson. Magnifica riduzione cinematografica del bellissimo romanzo di James Ellroy. Kim Basinger commuove e, cosa che non si sarebbe mai più ripetuta, Russel Crowe recita. Poi una carrellata di personaggi di contorno indimenticabili: il viscido direttore di un giornalaccio di gossip e di ricatti (De Vito); il poliziotto vanesio (Kevin Spacey), quello managerial-paranoico (Guy Pierce), quello avido corrotto sadico vigliacco (Cromwell); il ruffiano elegante, le puttane dal cuore d'oro, gli ubriaconi, i violenti, gli assassini e gli assassinati...e una Los Angeles elegantemente patinata di putrefazione.

Spionaggio
"La spia che venne dal freddo" di Martin Ritt. Quasi all'altezza del romanzo. Amaro come un elisir di stricnina; un elisir, per l'appunto, di lunga morte. Cast commovente: Claire Bloom, Peter Van Eyck, Richard Burton, Oskar Werner. Dentro atmosfere grevi come il muro di Berlino, allora solidissimo, passioni e ideologie allo sbando. Regia asciutta di Martin Ritt, grande artigiano del cinema.

Noir
"Chinatown" di Roman Polanski. "Forget it. It's Chinatown" dicono a Jack. Ma come farà Jack a dimenticare il naso che gli hanno tagliato con uno stiletto, la coscienza che lo hanno costretto a risvegliare, le ondate di furore che hanno travolto ogni sua pigrizia, le valanghe di umiliazioni che gli hanno rovesciate addosso; e il volto tumefatto di innocenza violata, di disperazione e di morte, della donna che ha perduto?

Thriller
"Seven" di David Fincher: l'efferatezza spinta fino al sublime e mai sublimata. Un vero trip nella mistica del sadismo, nella poesia dell'osceno.

Western
"Sentieri selvaggi" di John Ford. Dove si capisce che John Ford aveva già esercitato in Grecia con lo pseudonimo di Omero.

Storico
"Barry Lindon" di Stanley Kubrick. Per il trio op. 100 di Schubert che lo scandisce e che permette poi di rivederne tutte le immagini (bellissime) a occhi chiusi.

Guerra
"La grande illusione" di Jean Renoir. Nelle trincee e nei campi di prigionia della prima guerra mondiale, muoiono tutte le illusioni della vecchia Europa; e muore anche quella di un'Europa nuova che per continuare a sognare e a sognarsi nelle sue aristrocrazie snervate, nei suoi proletari illusi e nei suoi borghesi acquiescenti, non troverà di meglio che chiamare al suo capezzale il mefistofelico illusionista Adolf Hitler.

Musical
"Cantando sotto la pioggia" di Stanley Donen e Gene Kelly. Allegria allo stato acquoso, ma inebriante. Indimenticabili i numeri musicali e le gambe di Cyd Charisse.

Impegnati
Di solito mi annoiano. E, se non dormo, dissento: sempre.

Fuoriclasse
"Un maledetto imbroglio" di Pietro Germi. Senza commento. Non serve.

Ho finito. Eventualmente, nei prossimi giorni, possiamo fare un altro giro su questa giostra?
21/11/2004 11:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Nuova Discussione
Rispondi
Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:17. Versione: Stampabile | Mobile | Regolamento | Privacy
FreeForumZone [v.6.1] - Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com