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I malanni dell'autunno si vincono con l'ayurveda

Ultimo Aggiornamento: 04/11/2005 00:30
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I primi malanni di stagione sono in agguato: tosse, raffreddore e dolore alle ossa sono già all'ordine del giorno. Secondo le discipline orientali, però, per far guarire il corpo, occorre innanzitutto curare l'anima. Ecco allora i consigli dell'ayurveda, l'antica filosofia indiana che ristabisce l'armonia tra fisico e spirito e che ci aiuta anche... a combattere l'influenza.

Contro l'influenza, l'ayurveda
Guarire nel corpo e nell'anima

Se l'influenza aviaria è un pericolo remoto se non addirittura inesistente, almeno per gli uomini, i disturbi da raffreddamento tipici dei cambi di stagione sono invece all'ordine del giorno, con l'approssimarsi dell'inverno. Tosse, raffreddore, mal di gola, mal di ossa i sintomi più fastidiosi e comuni. I più ricorrono ai vecchi e saggi consigli della nonna, dal latte caldo col miele, alle spremute d'arancio e pompelmo, e poi inalazioni, una dieta ricca di vitamine e ben venga anche la sempreverde aspirina. Ma è dall'Oriente che arrivano alcune indicazioni preziose per combattere il peggior nemico della stagione fredda. E' l'ayurveda a venirci in aiuto.

L’antica filosofia indiana, che vanta una tradizione lunga 5000 anni, è una delle migliori alleate nella prevenzione dell’influenza, proprio perchè ci aiuta guarire in perfetta armonia tra corpo e spirito, riequilibrando i tre principi energetici del corpo: vata, pitta e kapha.

Ogni individuo è infatti la risultante del vario mescolarsi di queste tre energie, mescolanza in parte condizionata dal suo karma.
Secondo la disciplina ayurvedica è necessario intervenire proprio su questi tre elementi per aiutare l’organismo a ritrovare la via della guarigione.
Tre le possibili tipologie, contemplate dall'Ayurveda e determinate dal prevalere dell’una sull’altra energia, o dall’equilibrio fra le tre, caso molto raro. I tipi vata, ad esempio sono intercambiabili, imprevedibili, variabili nella forma, nella taglia, nel carattere e nell’azione. Il Vata tende ad essere slanciato con prominenze a livello delle articolazioni e delle vene, con una cute secca e fredda. È caratteriale, entusiastico, immaginativo, impulsivo, ha molte idee, ma spesso, è inconcludente. Il vata mangia e dorme in maniera molto nomade ed è molto predisposto all’ansia, l’insonnia, i disturbi premestruali (dismenorrea) e la costipazione, la sua energia è presente in modo irregolare, rendendo la sua esistenza variabile per eccellenza.

Il vata è l’energia che attiva il sistema nervoso e può essere alterato da stress e variazioni climatiche, in grado anche di influenzare gli stati d’animo, oltre che di provocare sinusiti e mal di testa. Per contrastare tali disturbi viene praticato il dhara, un trattamento che consiste nel versare, lentamente, dell’olio caldo di sesamo al centro della fronte del paziente, disteso su un confortevole letto di legno. Secondo la disciplina ayurvedica, il centro della fronte è la sede del terzo occhio, collegato ai centri funzionali del cervello e in grado, se stimolato, di aumentere la produzione di serotonina ed il senso di piacere e relax.

Il tipo Pitta invece è relativamente prevedibile, di media corporatura, forza e resistenza, ben proporzionato, con carnagione rubiconda. Il pitta ha una intelligenza rapida, articolata, acuta e può essere molto critica o passionale con brevi ed esplosivi scatti d’ira. Il pitta è un mangiatore e un dormitore regolare, ama il sole ma soffre il caldo e di disturbi a livello gastro-duodenale.

Il pitta è infatti collegato alla digestione. Una cattiva alimentazione, non adatta al fabbisogno calorico della stagione o di difficile digestione, crea lo squilibrio di tale principio energetico, con conseguente bruciore di stomaco, sensazione di pesantezza e affaticamento dell’intestino, più esposto al difficile dell’attacco dei virus influenzali. Occorre allora seguire una dieta leggera a base di cereali, verdure cotte, legumi e spezie. Può essere utile bere durante la giornata una bevanda a base di miele e succo di mezzo limone in poca acqua tiepida. Durante la malattia o negli stati preinfluenzali, infatti, bere molto permette di mantenere le mucose del naso e della bocca idratate e più forti contro le aggressioni dei germi.

Infine il tipo Kapha la cui caratteristica principale è il rilassamento. Il kapha è solido, pesante, forte, con digestione lenta, capelli abbastanza grassi, cute fredda, plicabile e pallida. Tutti i kapha sono lenti nel digerire, nel mangiare e nell’agire, dormono a lungo e profondamente, tendono a procrastinare ed ad essere ostinati e sono predisposti a livelli alti di colesterolo, obesità, allergie.

Il kapha è il regolatore dei liquidi del corpo e, se alterato, può produrre forti raffreddori e congestione in tutto l’apparato respiratorio. Si può trovare sollievo grazie allo jala neti, il lavaggio del naso. Il trattamento consiste nel passaggio di acqua calda e salata attraverso le narici, per liberare le vie respiratorie del naso e rivitalizzare la mucosa. Viene usata una speciale caraffa, chiamata lota, dotata di un beccuccio particolare posto sul fondo e con la forma che si adatta alla narice. Infine, per calmare le irritazioni della gola e la raucedine si può ricorrere ad un cucchiaio di trikatu, uno sciroppo a base di anice, pepe e zenzero oppure fare dei gargarismi con olio di sesamo.

L'inverno è considerato dall'ayurveda la stagione kapha dell'anno, vale a dire il periodo in cui prevale la combinazione dei due elementi terra e acqua.
Le caratteristiche del Kapha sono: freddo, umido, pesante, denso, lento e stabile. Se durante l'inverno siamo particolarmente vulnerabili e soggetti a raffreddori e catarro, forse abbiamo accentuato con la nostra dieta e le nostre abitudini, le caratteristiche tipiche di kapha.
È buona regola, invece, riequilibrare il kapha con qualità opposte, il che significa cibo caldo ed energetico, ma non per questo grasso e pesante, come nel caso dei fritti. Gli alimenti grassi e i piatti freddi accentueranno lo scompenso.

Al contrario di quanto siamo abituati a pensare, l'ayurveda consiglia di rinunciare in questo periodo a gelati, salumi, formaggi grassi e fermentati e dolci elaborati. Meglio, poi, se mangiate con appetito in modo da sviluppare un grande "fuoco" al momento della digestione.
Le bevande ghiacciate vanno assolutamente evitate, specie se accompagnano il pasto: spengono il calore necessario a sviluppare la digestione.

Se poi non riuscite ad evitare il raffreddore, potrete almeno ridurne l'intensità e abbreviarne la durata con una speciale tisana, a base di zenzero, liquirizia, cannella, macinati e sciolti in una tazza di acqua calda nella quantità di mezzo chucchiaino per ingrediente.
In questo modo aiuterete il corpo a diminuire la congestione e ad "addolcire" altri sintomi e malattie tipiche della stagione invernale, specie se farete seguire da un bagno caldo e da un immediato riposo a letto ben coperti.

Se vi capita di stare in mezzo a persone raffreddate o malaticcie, meglio prevenire eventuali contagi con gargarismi di acqua tiepida in cui avrete sciolto mezzo cucchiaino di sale e mezzo di curcuma. Questa radice, simile allo zenzero, è un efficace antibiotico, ma pur se innocuo, si deve fare attenzione a non ingerire la soluzione.
04/11/2005 00:22
 
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Vabbè,ma ci sono prove in doppio cieco? [SM=x39916]
04/11/2005 00:30
 
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