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SERIE A - 3a giornata (20.09.2006)

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2006 22:15
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ATALANTA - EMPOLI 0-0
L'Atalanta butta via i 3 punti
Finisce 0-0 la sfida con l'Empoli, ma i nerazzurri al 39' della ripresa hanno un rigore che Ventola si fa parare da Balli. Toscani e lombardi viaggiano appaiati a 5 punti



Dopo tre giornate del campionato 2006-07 Atalanta ed Empoli sono ancora imbattute. E questa potrebbe essere una sorpresa. L’Empoli a Bergamo si gioca la gara a viso aperto, ma è l’Atalanta a sprecare il match ball: al 39’ della ripresa Balli para un rigore a Ventola (guarda la sintesi). Il penalty era stato generosamente concesso dall’arbitro Lops per una spinta fuori area di Ascoli ai danni di Ariatti.
La partita è corsa via fluida, pur senza grondare emozioni. Cagni ha lasciato a riposo inizialmente i titolari Saudati e Vannucchi, dovendo inoltre rinunciare a Buscè per un fastidio muscolare. Nell’Atalanta rientrava dal primo minuto il terzino destro Bellini. Spesso l’Empoli è riuscito a prendere il controllo del gioco, ma l’Atalanta ha confermato una notevole solidità difensiva, solo un gol subito dai bergamaschi in tre partite. Da subito l’Atalanta cerca molto le fasce laterali, Colantuono cambia spesso di lato Ferreira Pinto (partito a sinistra) e Bombardini, ma il grande lavoro dei due esterni produce solo un gran numero di cross di relativa pericolosità, quasi sempre respinti dalla difesa toscana.
E’ l’Empoli ad avere la prima occasione per andare in rete: al 7’ Almiron batte una punizione dal limite cercando con un lob Pozzi, schierato da Cagni come unica punta. L’attaccante viene leggermente trattenuto da dietro e cade, ma l’arbitro Lops si limita a far segno al giovane di rialzarsi. Al 16’ Almiron recupera palla sulla trequarti e serve sulla destra Marianini il cui tiro è respinto in angolo. Dopo 21' si fa vedere anche l’Atalanta: cross da desta di Carrozzieri, Ventola si libera in area, ma sull’allungo in spaccata manca di un soffio l’impatto col pallone. Molto più vicino al vantaggio Bombardini, che al 27’ vede Balli fuori dai pali e tenta un insidioso tiro-cross. Il portiere si allunga e con una mano riesce a deviare in angolo.
Per una decina di minuti poi l’Atalanta sparisce dal campo e l’Empoli può prendere in mano il gioco, grazie alla lucida regia di Almiron e alle ficcanti incursioni sulla destra di Marianini. Il numero 8 empolese va due volte al cross dalla destra, al 32’ e al 35’. Nella seconda occasione sul pallone rasoterra si avventa l’onnipresente Almiron. La sua conclusione di prima viene toccata da Bellini in recupero. La palla si impenna e quasi supera Balli. Il portiere si tuffa all’indietro e riesce a smanacciare fuori, sventando la minaccia. Al 39’ si rivede l’Atalanta con un primo tentativo offensivo di Ventola, che dopo essere scivolato in area tira in spaccata da terra e ottiene un calcio d’angolo su parata di Balli. Fatte le prove la punta ex-Inter al 42’ entra in scena sul serio: Bombardini si accentra e verticalizza con un perfetto filtrante. Balli esce a valanga e chiude lo specchio a Ventola, respingendo il suo tiro.
La ripresa riparte con un'altra occasione per Ventola: al 3’ la punta con un bel colpo di tacco porta il pallone in area, converge verso il centro e tira di sinistro a girare. Pratali tocca la conclusione e la devia in angolo alzandone la parabola. L’Empoli non tarda a replicare, con Almiron di nuovo protagonista: al 12’ ruba palla a Migliaccio, sconfitto nel duello diretto del centrocampo, avanza sino al limite dell’area e tocca lateralmente per Pozzi. Il giovane attaccante non trova la coordinazione per concludere e la difesa nerazzurra riesce a chiudere su di lui.
Tra il 15’ e il 19’ Cagni butta nella mischia Saudati e Vannucchi per Pozzi e Ficini, dimostrando chiaramente la volontà di ottenere i tre punti. I toscani dimostrano più personalità e maggiore proprietà nel palleggio, soprattutto quando si spegne Bombardini, tecnicamente il migliore dei bergamaschi. Al 25’ però è l’Atalanta a sfiorare il vantaggio con Morris Carrozzieri, che di incorna un calcio d’angolo a pochi centimetri dal palo alla destra di Balli. Alla mezz’ora l’Empoli profonde il massimo sforzo nel tentativo di sbloccare il risultato: al 32’ Saudati imbeccato in area da Almiron gira altissimo, un minuto dopo Marianini crossa dalla destra e Matteini di testa costringe Calderoni a tuffarsi per deviare in angolo. La gara sembra spegnersi, causa esaurimento delle energie da parte dei ventidue in campo, ma arriva il colpo di scena: Ariatti viene lanciato in profondità e Ascoli lo spinge leggermente almeno un paio di metri fuori area. L’Atalantino cade in area di rigore e Lops concede il penalty. Ventola tira basso alla destra di Balli, che si distende e respinge. La partita finisce praticamente qui, con il trentanovenne portiere del’Empoli pazzo di gioia. Atalanta ed Empoli salgono a cinque punti in coppia. Punti in cascina per quando potrebbero arrivare tempi peggiori.


21/09/2006 01:19
 
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TORINO - SIENA 1-2
Siena spietato, Torino ko
Una doppietta di Frick permette ai senesi di vincere di nuovo in trasferta. Il gol di Muzzi non riapre la partita, inutile assalto granata nella ripresa



Un Siena sempre più formato trasferta: dopo il debutto vincente a Verona con il Chievo, la squadra di Beretta espugna anche Torino e può esultare per tre punti pesantissimi (guarda la sintesi). Fa ancora più festa Mario Frick: doppietta importante, che conferma l’ottima forma dopo il gol alla Roma. Piange, invece, il Toro: perdere in casa non piace a nessuno, perdere due volte contro una squadra bianconera (solo tre giorni fa il ko ad Udine) non fa sorridere i tifosi granata orfani del derby. La squadra di Zaccheroni cade ancora e deve di nuovo recriminare per un grave errore del suo portiere Abbiati: se il Torino non ha completato la rimonta nella ripresa, dopo il gol della speranza di Muzzi, certamente una causa è da cercare in quel 0-2 regalato ai senesi dall’ex numero uno juventino.
LA GARA - Le sorprese non mancano nelle due formazioni titolari. Zaccheroni lascia in panca Rosina ed Abbruscato e rispolvera un 4-4-2 con Stellone e Muzzi in avanti. Beretta non schiera Chiesa e Bogdani, ma lancia la coppia Frick-Locatelli. Mossa azzeccata per l’allenatore bianconero perché Frick è una spina costante nel molle fianco della difesa granata e sulla fascia sinistra Candela e Molinaro fanno la differenza. Già dopo 4 minuti quest’ultimo trova un buco enorme nell’area del Toro, ci si infila e serve la palla perfetta per Frick. Colpo sotto e 0-1 che gela l’Olimpico. I granata provano a rialzarsi (esce Stellone per infortunio ed entra Rosina), ma la manovra è lenta ed incerta.
Il Siena controlla benissimo, aggredisce gli spazi e al 35’ raddoppia. Sempre Frick, sempre difesa del Toro immobile sul contropiede finalizzato dall’ex Vergassola, ma soprattutto clamoroso errore di Abbiati. Il portiere ex Juve non trattiene il debole tiro del senese e come un falco l’attaccante del Liechtenstein firma il facile 0-2. Tutto finito? No, perché il generoso Muzzi mostra l’antico cuore granata e cinque minuti dopo riapre la partita. Dal vertice sinistro finta il passaggio ingannando la difesa bianconera e lascia partire un bel tiro a girare che ridà ossigeno ai padroni di casa.
La ripresa si gioca sempre su ritmi intensi, ma il Siena ha speso troppo e lascia spazio al Torino. Rosina e Fiore sono scatenati sulla fascia sinistra, ma spesso sono abbandonati (ed accerchiati dagli avversari) per poter concretizzare il pareggio. Si gioca ad un solo centrocampo, ma Portanova è un gladiatore e Manninger è attento a sventare gli unici due veri pericoli sui tiri di Fiore al 9’ e di Barone al 32’. Il Toro attacca a testa bassa, costruisce tanto, ma non trova il pareggio in extremis come al debutto con il Parma. La lezione è cara e servirà ad Abbiati e compagni: gli errori in serie A si pagano subito e pesantemente. Discorso diverso per il Siena: giocando così compatti e concentrati, il campionato regalerà le giuste soddisfazioni.
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21/09/2006 01:20
 
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CAGLIARI - LIVORNO 2-2
Cagliari un punto mille rimpianti
I sardi rimontano il gol segnato a freddo da Bakayoko per il Livorno, colpiscono due pali, poi vanno in vantaggio ma subiscono subito il 2-2 su rigore



Che per il Cagliari non sarebbe stata una partita fortunata si era capito nell’allenamento di ieri, quando una pallonata di Del Grosso aveva mandato in ospedale il mister Giampaolo, ancora ricoverato questa sera. La conferma arriva dopo 8 minuti, quando il Livorno passa alla prima azione (guarda i gol): angolo da sinistra, Galante controlla in area e serve Bakayoko, tenuto in gioco per un soffio da Biondini. L’attaccante controlla e batte un incolpevole Chimenti.
Il Cagliari si getta in avanti per scacciare lo spettro della terza sconfitta consecutiva e dopo quattro minuti aggancia il pareggio: punizione di Conti da destra, il difensore Ferri si inserisce in mezzo alla difesa toscana e batte Amelia. I sardi prendono coraggio, mentre il Livorno cerca di non correre rischi, con Danilevicius che aiuta il centrocampo e la difesa bloccata. La marea rossoblu però sale e il trio Esposito-Suazo-Capone minaccia di travolgere Amelia da un momento all’altro. Al 25’ Suazo va via sulla destra e serve Capone che centra il palo da due passi con il portiere battuto: l’esterno destro sardo inteviene sul rimpallo e Galante devia il suo tiro sulla traversa. Passano due minuti ed è Pfertzel a salvare Amelia: il portiere è saltato in velocità da Capone, lo aggancia, ma l’attaccante resta in piedi e tira, l’esterno livornese però ribatte in corner.
Nonostante un Suazo straripante, il Livorno va al riposo sull’1-1 e a inizio ripresa sembra più intraprendente. Proprio da un angolo per i toscani battuto male da Cesar Prates, però, nasce il vantaggio cagliaritano: Esposito vola in contropiede sulla destra e serve Suazo al centro poco oltre la metà campo; il bomber mette il turbo e arriva al limite dell’area, si porta la palla sul destro e fulmina Amelia con un gran tiro a girare sul secondo palo. Ci si aspetta che ora il Cagliari metta in crisi la difesa livornese in contropiede, invece agli amaranto basta un’azione per pareggiare. Lopez spinge leggermente Danilevicius su un cross da destra e l’arbitro Marelli fischia il rigore: batte lo stesso attaccante lituano che segna.
Il Cagliari inizia ad essere stanco e sembra anche accusare il colpo sul piano psicologio: continua a cercare di attaccare, ma senza la lucidità e la grinta del primo tempo. Il mister livornese Arrigoni prova a sfruttare la fortuna fino in fondo e a 20 minuti dalla fine manda in campo anche Lucarelli per Bakayoko. Le squadre però ormai sono stanche e il gioco scorre senza sussulti, fino all’assalto finale cagliaritano, con un’azione di forza di Suazo che frutta solo un corner: di questi tempi non ci si poteva aspettare di più, ma con un amuleto come l’honduregno la sfortuna non potrà durare per sempre.
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CHIEVO VERONA - LAZIO 0-1
Oddo stende il Chievo, Lazio ok
Un rigore del difensore nella ripresa regala tre punti preziosi ai biancocelesti che hanno creato di più. Annullato un gol ai gialloblu nel finale



La Lazio rompe il ghiaccio e comincia la sua risalita verso la luce. Fondamentale la vittoria conquistata in casa del Chievo grazie a un rigore di Oddo al 18’ della ripresa. Fondamentale per portarsi a -8 e mostrare che dopo due partite perse la squadra è ancora viva. Nel complesso il risultato di stasera è infatti giusto: molto più numerose le occasioni dei ragazzi di Delio Rossi rispetto a un Chievo generoso ma davvero poco efficace davanti. Per Pillon deve essere questo il vero motivo di preoccupazione.
Non molto interessante il primo tempo. Il Chievo è partito meglio allargando il gioco da ambo i lati senza però creare mai veri problemi a Peruzzi. La Lazio ha faticato un po’ a entrare in partita ma poi è stata quella che delle due avrebbe meritato più il gol. La prima occasione è partita da Pandev che si è guadagnato una punizione sulla trequarti e poi ha sparato una bordata: attento Squizzi a deviare in tuffo.
Il Chievo non ha più fatto granché e la Lazio ha accelerato. Il più brillante in questa fase è stato Massimo Oddo che ha scodellato parecchi dei suoi palloni tagliati in area, i più respinti. Su uno di questi da punizione Mauri ha colpito di testa ma Squizzi ha parato. Il portiere dei gialloblu si è poi fatto trovare pronto ancora su punizione da lontano di Oddo. Al 43’ giustificate proteste dei biancocelesti per un più che sospetto atterramento di Mauri in area ma l’arbitro ha lasciato correre.
Nella ripresa la partita è rimasta sostanzialmente invariata. La Lazio però ha colpito: è successo al 18’ quando Pandev è scattato sul filo del fuorigioco (non sembrava esserci), è entrato in area e Scurto lo ha fermato con un braccio. Oddo ha spiazzato Squizzi. Il Chievo ha reagito ma ha prodotto solo un colpo di testa di Pellissier ben parato da Peruzzi.
La Lazio ha legittimato la vittoria con Rocchi che ha eletto Squizzi a migliore dei suoi della serata. Poi il neoentrato Makinwa ha guadagnato un corner. Il Chievo ha dato tutto ma ha trovato il pari al 40’ con Godeas su azione però fermata per fuorigioco di Pellissier. Poi nient’altro fino al fischio finale.
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MESSINA - REGGINA 2-0
Riganò re dello Stretto
Il centravanti decide Messina-Reggina con una rete al 24' p.t. e una prodezza al 40' s.t. I calabresi non demeritano, ma tirano poco in porta. Saccani nega un rigore ai siciliani



Una doppietta di Riganò regala al Messina la seconda vittoria in campionato e una situazione in classifica davvero insperata alla vigilia (già 7 i punti dei siciliani). Ma il verdetto non è giusto: la Reggina non avrebbe meritato di uscire dal San Filippo senza punti. Quest'anno non dice bene ai calabresi. Non bastano una squadra falcidiata dalle eccellenti partenze estive (Cozza, Paredes, De Rosa e I. Franceschini su tutti) e la penalizzazione di -15 (che potrebbe essere ridotta dall'arbitrato, altrimenti l'impresa di salvarsi sarà quasi impossibile), neppure la buona sorte sembra voler dare una mano a Walter Mazzarri (stasera sostituito in panchina da Bigon causa squalifica), un allenatore che ogni anno inventa un miracolo con giocatori non di primo piano.
Sorride invece il Messina. Molti pensano che i siciliani quest'anno siano anche più deboli rispetto all'anno scorso, quando retrocessero in serie B. Poi è arrivato Calciocaos, Guido Rossi, le sentenze che hanno spedito la Juve in B e il Messina è stato ripescato. Ma la squadra non è stata rinforzata e la salvezza non sarà certo scontata. In ogni caso questa partenza lanciata aiuterà.
PRIMO TEMPO - Nel Messina Giordano inserisce Alvarez nel ruolo di esterno destro e Rea al posto dello squalificato Parisi in difesa, passando dal 4-3-3 al 4-4-2. Mazzarri rilancia Aronica nel pacchetto arretrato e conferma il 3-5-1-1, con Amoruso in panchina e Leon alle spalle di Bianchi. Dopo un quarto d'ora di noia, con la Reggina comunque più manovriera, ci pensa Saccani a ravvivare la gara con un errore piuttosto marchiano. Aronica colpisce Lavecchia nell'area calabrese: il fallo è piuttosto chiaro e se ne accorge anche l'arbitro, che però concede una punizione dal limite in posizione laterale. Pericolo scampato per la Reggina, che però capitola al 24': cross di Masiello dalla sinistra, brutto liscio di A.Lucarelli e Riganò non ha difficoltà a battere Pelizzoli. Passa la squadra che fin lì aveva convinto meno. Gli ospiti reagiscono subito: al 35' Amerini colpisce la traversa da fuori area, ma si va al riposo con un 1-0 che non rispecchia del tutto quanto visto in campo.
SECONDO TEMPO - Si riparte con la Reggina che schiaccia il Messina per i primi 10' e con la prodezza di Storari che al 9' si supera sul sinistro da fuori area di Tedesco. Poi si rivede il Messina con Lavecchia, ma sono sempre i calabresi a premere. Bianchi è abulico, allora Mazzarri inserisce anche Amoruso, ma col passare dei minuti i calabresi, che pure mantengono l'iniziativa, perdono efficacia e non impegnano più Storari. La prodezza di Riganò, che salta due avversari al limite dell'area e batte Pelizzoli con un tiro a girare sul secondo palo chiude la gara e fa volare il Messina, che si prende la rivincita dopo lo 0-3 di Reggio, che nello scorso campionato l'aveva praticamente condannata alla serie B.
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SAMPDORIA - UDINESE 3-3
Cuore Samp, Udinese raggiunta
Gran partita a Marassi: friulani avanti 3-0 con i gol di Di Natale, Iaquinta e Asamoah. Poi Delvecchio, Volpi e Flachi trovano i gol della rimonta: finisce 3-3



Prigioniera di un incubo, la Sampdoria si risveglia con la forza del carattere e viene fuori da una situazione che si stava facendo (sportivamente) drammatica. A digiuno di vittorie dal 12 febbraio scorso, in meno di 45' i blucerchiati di Novellino si trovano sotto di tre gol contro un'Udinese che sembra dilagare. Poi, però, ecco la rimonta. Che non basterà a evitare il record negativo di gare senza vittorie nella storia blucerchiata (16), ma che almeno risolleva il morale dei liguri. Finisce 3-3 e probabilmente è giusto così.
L'Udinese colpisce a freddo, al primo vero affondo. Di Natale confeziona la prima delle molte perle che impreziosiranno la sua partita, scaricando un destro a giro dalla grande distanza che si insacca nell'angolino basso. E' il suo 6° gol in carriera a Castellazzi, che ormai se lo sognerà anche di notte. I blucerchiati accennano una reazione nel tentativo di raddrizzare subito la gara. Ma, se in avanti Bonazzoli e Olivera provano a mettere in difficoltà la difesa friulana, la retroguardia sampdoriana fa acqua da tutte le parti. Dalle parti di Maggio, Asamoah e Di Natale (abili a scambiarsi di posizione, con Iaquinta perno centrale) fanno quello che vogliono e il raddoppio nasce ancora dai piedi dell'attaccante napoletano: cross delizioso per la testa di Iaquinta, che da due passi fulmina Castellazzi.
Incassato lo 0-2, la Samp ha un attimo di crollo psicologico. L'Udinese dilaga, sfruttando lo sbilanciamento dei liguri. Il terzo gol sembra inevitabile e alla fine arriva, complice un inguardabile intervento di Maggio che libera Asamoah. Partita finita? Giusto il tempo di pensare che non ci sia più nulla da vedere ed ecco l'acuto di Delvecchio, bravo a incornare un cross di Bonazzoli. Meno bravo a farsi ammonire nel tentativo di velocizzare il gioco.
E l'avvio del secondo tempo fa subito capire che lo spettacolo a Marassi è tutt'altro che terminato. L'Udinese resta pericolosa ogni volta che riesce a partire in contropiede, ma ha il demerito di indietreggiare troppo e di lasciarsi schiacciare dai blucerchiati, che caricano a testa bassa. La diga friulana sembra tenere, ma a metà della ripresa è tradita da De Sanctis, che si fa scappare una punizione innocua di Flachi. Dopo l'errore, il portiere prova a rincuorare i compagni, ma la frittata è fatta: il pubblico blucerchiato si esalta, ci crede e spinge la squadra, che trova il pareggio poco dopo con Flachi, pronto a sfruttare una respinta del portiere bianconero su tiro di Palombo. Vane le proteste ospiti per un presunto fuorigioco. Non arriveranno altri gol, ma a Novellino può bastare così. Galeone, invece, ha molto da recriminare per la grande occasione sprecata.
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FIORENTINA - PARMA 1-0
Mutu risolleva la Fiorentina
I viola superano 1-0 il Parma grazie a un gol del rumeno e guadagnano i primi punti della stagione. Traversa di Paci e palo di Budan. Espulso Toni a tempo scaduto



La Fiorentina scaccia i fantasmi ed acchiappa i primi punti della stagione, battendo il Parma 1-0 (guarda il gol). Ma quelli conquistati al Franchi sono punti sudati e ambigui, premio meritato per un bel primo tempo ma solo per caso non dilapidato nel corso di una ripresa da dimenticare. Se nei primi 45' i viola sanno tradurre la tensione vissuta in settimana in ardore agonisico e non in ansia paralizzante, nella ripresa la squadra di Prandelli si trasforma e svapora, lasciando al Parma campo e iniziativa.
PRIMO TEMPO Alla fine Montolivo vince il ballottaggio con Liverani, mentre dietro Prandelli preferisce Kroldrup a Gamberini. Sull'opposto fronte Paci (e non Cardone) si dedica anima e corpo a Toni, con Dessena a infoltire il centrocampo e Kutuzov in avanti a dar manforte a Budan. Ne esce un ottimo primo tempo, equilibrato e giocato a buon ritmo. Prevale la maggior aggressività viola, ma il Parma dà l'impressione di non voler cedere mai, ribattendo colpo su colpo e tenendo incerto l'esito della gara sino all'ultimo secondo. La Fiorentina sfoga così tensioni e malumori della vigilia, mentre il Parma conferma di poter dire la sua contro chiunque.
Morfeo da una parte e Montolivo dall'altra incarnano le variabili impazzite, capaci di inventare magie in qualsiasi momento, Toni coagula su di sè le attenzioni di mezzo Parma, con Mutu abilissimo nello sfruttare la più alta fama del compagno per colpire in controtempo, esaltato anche da una disposizione molto corta dei compagni, più volte in grado di "stappare" il rumeno al momento giusto. E proprio sull'assist Toni-Mutu nasce il vantaggio viola, al 17' del primo tempo, con un gran sinistro del rumeno a concretizzare la maggior qualità toscana. E ancora Mutu avrebbe potuto raddoppiare al 26', ma Coly devia di quel tanto che basta a guadagnarsi un angolo. Il Parma sfiora il pareggio due minuti più tardi, con Pisanu che liscia e Donadel che chiude su Morfeo. Momento di gloria per Paci al 38', quando salva sulla linea una carambola di Toni. Insomma, fino alla fine il primo tempo è dilaniato fra la voglia di raddoppio della Fiorentina e l'irriducibilità del Parma.
SECONDO TEMPO Nella Fiorentina del secondo tempo ci sono Gobbi (per Montolivo) e Pazienza (per Blasi). Pioli manda in campo Bocchetti al posto di Castellini per cercare maggior incisività a sinistra, quindi Ciaramitaro per Kutuzov, mossa quest'ultima che si rivelerà determinante. Per il Parma comincia la sagra dei legni: all'11' Paci colpisce di testa la traversa, al 12' Budan coglie il palo alla sinistra di Frey. E' il momento migliore per i gialloblu, che salgono in cattedra e prendono in mano il pallino del gioco. La Fiorentina soffre la pressione emiliana e non riesce più a tenere palla, si innervosisce e perde terreno, ritmo e distanze. La squadra è irriconoscibile rispetto alla prima frazione, Prandelli richiama i suoi all'ordine e manda in campo Reginaldo, con Liverani che siede in panchina con aria tetra. La musica non cambia, con un Parma che interpreta la ripresa in perenne proiezione offensiva. Paponi avrebbe anche la palla buona per pareggiare, Frey permettendo. Ma il portiere, ex di turno come anche il "killer" Mutu, dice di no. E così il rumeno, nei minuti finali in campo zoppicante e per onor di firma, sfiora anche il raddoppio. La Fiorentina finisce in dieci per l'espulsione di Toni a tempo scaduto (Pieri, e solo lui, vede una gomitata colpevole sul volto di Paci), ma soprattutto rimuove il macigno del -19: la rotta è finalmente invertita.
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[Modificato da sKyLe 21/09/2006 1.45]



21/09/2006 01:27
 
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MILAN - ASCOLI 1-0
Milan bentornato in superficie
Con un gol di Jankulovski, i rossoneri battono a fatica l'Ascoli 1-0, annullano la penalizzazione e salgono a +1. Un palo per Borriello e uno per Inzaghi, ma anche l'incredibile traversa di Boudianski al 93'.

Al 23' della ripresa, Marek Jankulovski abbate l'ultimo ostacolo. Un micidiale colpo di testa in corsa che si trascina dietro rabbia e penalizzazione. E' il gol con cui il Milan supera con un pizzico di fortuna l'Ascoli 1-0, annullando definitivamente gli 8 punti in negativo. Un botto rumoroso, come quello della traversa che respinge al 93' il bolide di Boudianski. Un gesto tecnico che riassume la grande serata dei marchigiani, protagonisti di una prova superlativa.
SORPRESA ASCOLI - Cafu, Simic, Maldini, Jankulovski. Linea difensiva a quattro nuovamente rivoluzionata da Carlo Ancelotti che a centrocampo schiera Brocchi, Pirlo e Gourcuff, con Kakà alle spalle di Borriello e Inzaghi. L'obiettivo è di spingere il Milan in paradiso. Verso quel punto che lo catapulterebbe nel campionato vero e proprio. Ma guai a sottovalutare l'Ascoli, perché la squadra di Tesser, con la sola variante Skela al posto di Galloppa, mette sotto i rossoneri per i primi 45'. Al Milan le occasioni da gol non mancano. Anzi. Il palo si oppone prima a Borriello e poi a Inzaghi, senaza dimenticare la spettacolare deviazione oltre la traversa di Pagliuca sul colpo di testa perfetto di Superpippo.
Ma sono solo lampi, tra l'altro scagliati in cielo dall'estro di Kakà, quasi indispettito dalla dabbenaggine dei compagni che spesso girovagano senza una meta sul tappeto di San Siro. L'Ascoli fa vedere subito di che pasta è fatto sfiorando il vantaggio dopo pochi secondi con Bjelanovic fermato da Dida. Il brasiliano si deve anche superare su Fini e l'albanese Skela. I marchigiani strappano applausi a scena aperta, partendo da lontano e facendo movimento. Quel ritmo che manca ai rossoneri, troppo statici e privi di idee per mettere in crisi i bianconeri, pronti a coprire tutti gli spazi in difesa, mantenendo il solo Bjelanovic dalle parti di Dida. Sotto accusa la difesa dei rossoneri, eccetto Simic, supportata male da un centrocampo che fa poco filtro.
MAREK DI POTENZA - La ripresa è tutto sommato a senso unico, eccezion fatta per le ripartenze veloci dell'Ascoli che sembra crederci di meno rispetto al primo tempo, ma che comunque crea grattacapi al Milan. L'Ascoli copre bene con meccanismi rodati, tiene la la palla ben lontana dalla sua area e raddoppia sulle fasce. E' l'approccio sbagliato alla gara a rendere tutto difficile ai rossoneri che volano eclusivamente sulle ali di Kakà. Il brasiliano è strepitoso. E' lui a ingaggiare un duello personale con Pagliuca che, ai capolavori del brasiliano, risponde con parate d'altri tempi. Ancelotti cambia tutto. Fuori Borriello e Brocchi, dentro Ambrosini e Seedorf; Gourcuff va a destra, mentre Kakà si affianca in attacco a Inzaghi. E la musica cambia. Più protetto, Pirlo torna a pennellare tocchi d'autore, come lo stupendo assist per Jankulovski che in corsa trafigge di testa e di potenza Pagliuca. Con Galloppa, Perrulli e Marco Delvecchio, Tesser cerca vitamina per segnare un gol storico, rischiando però nelle percussioni del Milan che vive sulle invenzioni di Kakà. Ma cosa si mangia il funambolo rossonero al 36', quando servito da Seedorf in area, manca quello che gli riesce più facile. Con Gattuso per Gourcuff, il Milan si copre ulteriormente, difendendo a denti stretti il gol, perché l'Ascoli non molla. Fino a quell'incredibile traversa di Boudianski.
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[Modificato da sKyLe 21/09/2006 1.28]



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PALERMO - CATANIA 5-3
Il Palermo ha fatto il pieno
Cinque reti e nove punti per i rosanero, che conquistano il primato in classifica contro un bel Catania, che ha giocato a viso aperto e ha lottato fino all'ultimo



Forse non lo avevano capito bene alcuni tifosi, che non hanno perso l'occasione per azzuffarsi in città e poi sugli spalti (cinque gli arresti a fine gara). In campo, invece, i giocatori di Palermo e Catania hanno colto benissimo lo spirito di questo derby ritrovato nella massima serie, onorandolo con otto gol e tanto spettacolo. Alla fine è la squadra di Francesco Guidolin a portare a casa i tre punti e il primato in classifica, ma il Catania ha confermato quanto di buono ha fatto vedere finora. (guarda la sintesi)
LA GARA - Le squadre si presentano subito in campo con un calcio piacevole e veloce da entrambe le parti.Trascinate dalla serata di grazia dei rispettivi arieti, Amauri e Corona, le due squadre hanno inscenato capovolgimenti di fronte rapidissimi, spinti dalla grinta di centrocampisti come Simplicio e Tedesco da una parte e Baiocco dall'altra. Il conto dei corner sale vertiginosamente su ambo i fronti, fino alla fiammata di metà tempo. Prima Corona entra in area in dribbling, ubriacando Zaccardo per battere poi Agliardi con un diagonale; poi, un minuto dopo, è Tedesco a metter dentro trovando il momento giusto dopo un batti e ribatti nell'area piccola. E poi il copione non cambia fino all'interrvallo.
Nella ripresa le emozioni aumentano ancora. Complici prima i portieri, che compiono una papera a testa su tiri assolutamente innocui di Simplicio e Mascara. Poi invece salgono in cattedra i centrocampisti del Palermo: Bresciano, che si procura il rigore poiu trasformato da Corini; Guana, che recupera palla a centrocampo per dare l'assist giusto per Amauri, che non perdona; e Diana, che regala a Barzagli il cross preciso per il colpo di testa del 5-2.
Al quel punto sugli spalti è l'apoteosi, mentre in campo subentra un po' di nervosismo: il Palermo tiene palla, il Catania prova a recuperare e c'è l'ingenuità di Simplicio che, già ammonito, allontana un pallone dalla posizione di una punizione, ed è espulso. Nel finale c'è gloria anche per Spinesi, che trasforma una punizione dal limite complice una deviazione di Bresciano. Ma il Palermo può gioire: fa il pieno di gol e di punti e ora guarda tutti dall'alto.
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[Modificato da sKyLe 21/09/2006 1.30]



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ROMA - INTER 0-1
Crespo gol, l'Inter si rialza
I nerazzurri vincono con merito a Roma grazie ad una rete del centravanti argentino. Ibrahimovic si fa parare un rigore da Doni, Vieira espulso nel finale. Gara spettacolare



L'Inter c'è. Più forte della Roma e delle polemiche. La settimana nera, quella appena passata, è alle spalle. La banda Mancini espugna l'Olimpico della lanciatissima Roma con un gol gioiello di Crespo. Mancini chiedeva dallo scorso anno un centravanti vero, un uomo d'area, che gli facesse quelli che lui chiamava "i gol stupidi". Adesso ce l'ha. E non fa solo gol stupidi, ma sa collezionarne anche di molto belli. Lui che la Roma l'aveva già punita in Supercoppa entrando dalla panchina con l'Inter sotto, e contribuendo con un gol a ribaltare il risultato. Valdanito è la punta dell'iceberg di una squadra che oggi è stata solida e a tratti spettacolare. Il Mancio è stato umile: ha preferito schierare a centrocampo Zanetti e tenere in panchina Figo. Scelta che si è rivelata azzeccata per arginare i tanti piedi buoni del centrocampo giallorosso. A dare qualità ci ha pensato Ibrahimovic, al solito sciagurato in fase di conclusione, ma eccellente negli uno contro uno. L'Inter ribadisce così di saper vincere in trasferta, dopo l'impresa di Firenze, e di saper battere la Roma, già superata un mese fa. Adesso dovrà evitare altre picchiate tipo quella di Lisbona, serve continuità, i picchi di rendimento sono già ottimi. La Roma esce ridimensionata solo in parte. La sfortuna ci ha messo lo zampino privandola dei due esterni, chiave del gioco di Spalletti, che ha perso Taddei prima della gara e Mancini nel primo tempo. Una postilla: la gara è stata bella, addirittura spettacolare nel primo tempo.
LA GARA - Spalletti deve fare a meno di Taddei, acciaccato. Fiducia ad Aquilani, con Perrotta che trasloca sulla fascia destra. Mancini tiene in panca Figo preferendo un'Inter più accorta: a centrocampo giocano Zanetti e Dacourt come schermo difensivo, con Vieira con maggiore libertà d'azione e Stankovic più avanzato. In attacco Ibrahimovic preferito ad Adriano. Il primo tempo è bellissimo ed equilibrato. Entrambe le squadre giocano a viso aperto, la Roma palla a terra, l'Inter sfruttando lo strapotere atletico dei suoi tanti talenti. La prima emozione la regala una punizione violenta di Totti, respinta di piede da Julio Cesar. Immediata la replica nerazzurra con Ibrahimovic, più concreto del solito. Lo svedese ci prova di testa su uscita errata di Doni, ma non ha fortuna. Poi è il turno di Crespo di rendersi pericoloso: cross da sinistra di Grosso, l'argentino anticipa i difensori, ma la sua girata finisce di poco a lato. Botta e risposta si susseguono. Stupenda azione corale dei giallorossi, il tocco morbido di Mancini è respinto sulla linea da Materazzi. Poi Ibra ci prova di sinistro, Doni si salva in angolo. Quindi la svolta della partita: Mancini si fa male (problema muscolare), entra Montella. Spalletti ridisegna la squadra varando un rombo di centrocampo con De Rossi vertice basso e Aquilani vertice alto. Coppia d'attacco Montella-Totti. L'equilibrio è spezzato da una "magata" di Crespo. L'argentino si beve Mexes con un dribbling secco in area, poi uccella un incerto Doni sotto le gambe.
Secondo tempo. Mexes ingenuo stende Crespo, che aveva protetto di mestiere palla in area. Rigore e ammonizione per il difensore francese. Ibrahimovic calcia male: Doni para e si riscatta dall'errore sul gol. La Roma, che passa alla difesa a tre e spinge con gli esterni con Tonetto (avanzato) e Rosi, subentrato ad Aquilani, compie il massimo sforzo, ma l'Inter è attenta (ottimo Corodoba) e può approfittare degli spazi larghi in contropiede. Montella prova a pescare il jolly di destro con un guizzo in area dei suo, Julio Cesar è attento e si rifugia in angolo. Ibrahimovic risponde con una botta secca, Doni ancora strepitoso. Nel finale sfiora il gol anche Zanetti, che colpisce il palo a portiere battuto con una bordata da fuori. La Roma è generosa e attacca, ma è l'Inter in contropiede ad essere insidiosa e a legittimare il successo, pur rimanendo in dieci per la doppia ammonizione comminata a Vieira.
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L'Inter c'è. Più forte della Roma e delle polemiche

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grandiiiii


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Forza Palermo, facci sognare !!!






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eheheh
fantastica la foto [SM=x39897]
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