"Così sono fuggita da Cuba nascosta in una cassa del Dhl"

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piadina°
00lunedì 13 dicembre 2004 10:48

MIAMI - Quel pomeriggio del 24 agosto un impiegato del servizio postale Dhl negli uffici dell'aeroporto di Miami rimase immobile per alcuni secondi davanti ad una cassa di legno, alta 90 e larga 66 centimetri, che si stava aprendo da sola. "Era un signore anziano - ricorda oggi Sandra - si portò le mani giunte sul cuore e si mise ad urlare: 'non uscire, ti prego, non uscire'". "Invece dovevo uscire. Ero in quella cassa da sei ore e non ne potevo più di stare inginocchiata in posizione fetale. Avevo capito di essere arrivata in Florida perché avevo sentito parlare in inglese e in spagnolo. E sapevo che, per la legge, se noi cubani tocchiamo terra possiamo chiedere l'asilo politico. Così gli dissi "scusami", ed uscii dalla cassa di legno". In un attimo la stanza si riempì di impiegati del servizio postale stupefatti dal contenuto di una delle tante casse che arrivano ogni giorno da tutte le parti del mondo.

"Mi osservavano e si passavano le mani tra i capelli. Dicevano: "Ma come hai fatto, ma come hai fatto?".
Poco dopo arrivarono due ufficiali dell'immigration americana ed io mi consegnai a loro. Dissi che ero cubana, che ero fuggita dalla dittatura di Fidel Castro e che ero una rifugiata politica. Mi portarono a Pompano Beach, nel carcere femminile. Sono stata lì due giorni. Poi mi hanno rilasciata sulla parola e mi hanno consegnata ad un istituto di solidarietà di sacerdoti haitiani. Adesso sono in attesa di processo. Tra cinque giorni una corte dovrà decidere se ho diritto a restare negli Stati Uniti oppure no".


Sandra de los Santos è una ragazza meticcia, piccolina e magra, di 24 anni. E cresciuta nella zona del Cerro dell'Avana, "vicino alla Ciudad Deportiva", orfana di padre, sua madre l'abbandonò alle cure della nonna quand'era piccolissima insieme ad altre due sorelle. "A Cuba ho studiato, prima diritto per un paio d'anni, poi lingue e ballo, ma ero sempre insofferente. Non sopporto che qualcuno mi controlli, che decida la mia vita e, a Cuba, lo Stato decide per te. Ogni cosa. È un paese senza chance, nessuna persona giovane ha voglia di vivere a Cuba perché sa di non avere alcun futuro. I cubani non possono viaggiare senza un permesso dello Stato che è molto difficile da ottenere, ci fanno studiare cose del tutto inutili, la propaganda e la burocrazia sono asfissianti come le pressioni e i controlli. Siamo in guerra con tutto il mondo. Io non ne potevo più. Ho molti amici che sono iscritti anche alla gioventù comunista ma è una farsa, lo fanno per sopravvivere, per avere qualcosa, in realtà tutti vorrebbero scappare".

All'inizio dell'anno, grazie ad un suo amico che vive nelle isole Bahamas, Sandra ottenne un permesso di uscita per tre mesi. "Arrivai alle Bahamas con l'idea di raggiungere la Florida attraverso i trafficanti di rifugiati che portano i cubani fino a Key West con i motoscafi. Ma costava troppo. Vogliono cinquemila, alcuni perfino settemila dollari, e non c'è alcuna sicurezza. Così cominciai a pensare ad un altro sistema e mi venne in mente la cassa forse perché guardavo tanti cartoni animati in tv...".

"Sapevo che alle Bahamas fanno pochi controlli su questo tipo di spedizioni. Dopo averla costruita, la cosa più difficile fu decidere di entrarci dentro. Avevo con me soltanto una piccola bottiglia d'acqua e un pezzo di cartone che muovevo per darmi aria. Faceva molto caldo nella cassa. Ho sudato per tutto il viaggio. In tutto sono stata chiusa nella cassa di legno circa sei ore. Il volo dalle Bahamas a Miami è durato un'ora. Non lo rifarei. No, non lo rifarei per nessuna ragione al mondo. Sono morta di paura lì dentro. Ad un certo punto mentre mi trasferivano nella cassa verso l'aeroporto ho sentito una sirena e sono rimasta paralizzata dal terrore. Ho temuto che avevano capito tutto e che venivano a prendermi. Non riuscivo più a respirare per la paura di far rumore ed essere scoperta".

Ma l'arrivo di Sandra, viva, fino a Miami è stato un vero miracolo, dicono gli ufficiali dell'immigration Usa. Quel giorno sulla Florida era previsto il passaggio di un uragano che si stava avvicinando proprio dalle isole Bahamas. Per questa ragione, l'aereo da carico del Dhl, volò ad una altitudine molto più bassa del solito, al di sotto dei cinquemila metri, altrimenti lei sarebbe morta, o congelata per il freddo, o asfissiata per l'assenza di ossigeno. Miracolo, che gli esiliati cubani di Miami hanno festeggiato come sempre a modo loro, trasformando la piccola Sandra in una nuova eroina anticastrista. Intervistata da tutte le tv in lingua spagnola della Florida, Sandra è stata trascinata nel vortice della fama locale.

Dopo una apparizione nel programma "A mano limpia" del Canal 41, un venditore d'auto cubano le ha regalato una Chevrolet Cavalier e, grazie ad una colletta di beneficenza, alcune migliaia di dollari. Nessuno s'è dimenticato di ricordare che Sandra era una predestinata, in quanto è nata nel 1980, l'anno di una delle più grandi fughe di massa dall'isola di Fidel Castro, quella passata alla storia come "l'avventura del Mariel", da cui prende il via anche un famoso film di Al Pacino, "Scarface".

Di Miami a Sandra piace il fatto che "le strade siano pulite", e qui spera di veder realizzato il suo sogno. "Voglio studiare psicologia e sociologia ed avere una vita libera". Le dispiace, invece, che sua nonna, Guillermina Ramos, novant'anni, sia rimasta a Cuba perché "forse non riuscirò a vederla più prima che muoia" e perché non le disse nulla prima di iniziare la sua avventura.

Nonostante abbia avuto la fortuna di arrivare nella stagione degli uragani e di essere atterrata in Florida nei giorni della Convention repubblicana, a due mesi dalle presidenziali - motivo che ha impedito al governo di rispedirla all'Avana, Bush avrebbe perso tutti i voti cubani - sul piano giuridico il caso di Sandra è complicato. La polizia americana sosterrà al processo che lei ha violato la legge sulla sicurezza viaggiando in forma illegale nell'aereo del Dhl. Una circostanza nella quale la legge che concede automaticamente la residenza ai cubani che riescono a raggiungere il suolo americano non è valida.

I suoi avvocati, invece, sosterranno che avendo pagato il biglietto, ossia il costo del trasferimento della cassa all'azienda postale, Sandra viaggiava legalmente e, dunque, ha diritto alla residenza in America.
Il solo sospetto che possa essere deportata la rende, in questi giorni, sfiduciata e diffidente verso tutti. "Vivere a Cuba - dice - è come essere già morta perché non c'è nulla, non ci sono scelte, non c'è alcun futuro. Il regime uccide tutte le speranze, tutte le motivazioni vitali di una persona giovane".

Da qualche settimana lavora come apprendista in un negozio di gioielleria nel South West di Miami. Sta studiando inglese e, la sera, va a scuola di guida per ottenere la licenza e guidare la macchina che le hanno regalato. "E' un sogno per me. A Cuba è difficile possedere un'auto perché le distribuisce il governo. Non importa se hai o no i soldi per comprarla. Avere un'auto è una concessione del regime". Ma non tutto quello che le è accaduto in questi mesi soddisfa Sandra. In realtà lei s'è convinta che la sua storia vale milioni di dollari. Vuole scrivere un libro e farla diventare un film. Invece, afferma, qui a Miami, "molti giornalisti si sono approfittati di me". "Mi hanno promesso soldi affinché andassi in tv a raccontare la mia avventura e poi non me li hanno dati".

In 45 anni di regime castrista, migliaia di cubani hanno cercato di lasciare l'isola inventandosi ogni modo possibile per fuggire. Dalle zattere, alle gomme Michelin. Un gruppo di cubani riuscì perfino a costruire un camion galleggiante per attraversare lo stretto della Florida e, negli anni Settanta, un ragazzo arrivò per primo a Miami nascosto nel box delle ruote d'atterraggio di un boeing. Per quanto originale il metodo di Sandra è soltanto uno in più, ma lei spera ancora di diventare milionaria grazie al suo coraggio.


PhoeniXXX
00lunedì 13 dicembre 2004 12:03
purtroppo non è una novità ciò che accade ai cubani.è sempre così. dove c'è un regime se la spassano solo i potenti, e al popolino le briciole e l'illusione di una vita giusta ed equa per tutti.[SM=x40004]
piadina°
00lunedì 13 dicembre 2004 12:07
Re:

Scritto da: PhoeniXXX 13/12/2004 12.03
purtroppo non è una novità ciò che accade ai cubani.è sempre così. dove c'è un regime se la spassano solo i potenti, e al popolino le briciole e l'illusione di una vita giusta ed equa per tutti.[SM=x40004]



hai ragione, ma non succede solo a cuba...(non voglio fare il falso moralista)....
gente che scappa dalla propria terra lo vediamo tutti i giorni nelle nostre coste....
robbydam
00lunedì 13 dicembre 2004 12:46
eppure mi dicono che a cuba si vive bene..anche qui l'ho letto

xchè scappare??? [SM=x39924]
Shin W.
00lunedì 13 dicembre 2004 12:47
edit.



Shin Wildwood Druido del bosco di Wildwood




[Modificato da Shin W. 13/12/2004 12.48]

Cyrano
00lunedì 13 dicembre 2004 12:56
in culo alla balena!




Ciaozzz
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