Calabria, ucciso vicepresidente della Regione

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Cyrano
00lunedì 17 ottobre 2005 00:38
Francesco Fortugno (Margherita), 54 anni, è stato freddato a colpi di pistola da due uomini incappucciati nel centro di Locri


Carabinieri della scientifica eseguono rilievi nel seggio di Locri per le primarie dell'Unione dove è stato ucciso con alcuni colpi di arma da fuoco il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Fortugno, della Margherita (Ansa)
LOCRI (Reggio Calabria) - Il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, della Margherita, è stato ucciso con alcuni colpi di arma da fuoco a Locri. Stando alle prime indiscrezioni, Fortugno si era recato a votare per le primarie dell'Unione quando è stato freddato dai killer.
L'omicidio è avvenuto nell'androne di palazzo Nieddu, su corso Vittorio Emanuele, nel centro di Locri, dove era allestito uno dei due seggi dell'Unione per le primarie. Fortugno, poco dopo le 17.30, era a colloquio con alcune persone, quando due individui col volto mascherato si sono avvicinati e gli hanno esploso contro diversi colpi di pistola. Fortugno, soccorso immediatamente da una ambulanza del servizio emergenza 118, è morto durante il tragitto verso l'ospedale di Locri.
L'uomo politico, 54 anni, era alla seconda legislatura come consigliere regionale ed era stato eletto proprio a Locri. Nella precedente legislatura era subentrato, sempre nelle fila della Margherita, a Luigi Meduri dopo l'elezione di quest'ultimo a deputato. Fortugno, sposato con due figli, era un medico specializzato in chirurgia generale e medicina legale, attualmente in aspettativa, secondo quanto riporta la sua scheda biografica sul sito web del consiglio regionale della Calabria.
Non si esclude il movente della vendetta mafiosa. Anche se al momento i carabinieri stanno seguendo varie piste, a quella mafiosa i militari attribuiscono una consistente credibilità. Non si tralascia, comunque, nessuna altra ipotesi. Si è appreso che le due persone che hanno eseguito l'agguato erano entrambe con il volto coperto, celato da un cappuccio o più presumibilmente un cappellino con visiera. Fortugno è stato ucciso con cinque colpi di pistola calibro 9 sparatigli da distanza ravvicinata.
Le due persone che hanno ucciso Fortugno lo hanno seguito prima di tendergli l'agguato. L'esponente della Margherita, che risiedeva a Brancaleone, ha raggiunto in auto il centro di Locri, seguito da una vettura con a bordo due persone. Quando Fortugno ha parcheggiato ed è sceso dall'automobile, contemporaneamente dall'altra vettura è scesa una persona che è entrata insieme a lui nel Palazzo Nieddu. Dopo avergli sparato all'interno del palazzo, il malvivente ha raggiunto l'auto condotta dal complice e si è allontanato.
16 ottobre 2005
corriere.it


bastardi.

666
00lunedì 17 ottobre 2005 10:32
Il pm Vincenzo Macrì dopo l'omicidio di Francesco Fortugno «Comandano i mafiosi, lo Stato ha perso» «Dalle vedette che controllano i campi coltivati fino ai grandi appalti, i clan sono ovunque»


«Se ne parlerà per un paio di giorni, massimo tre. Poi, saluti e baci, alla prossima. Sulla Calabria ci hanno messo una croce sopra, tutti. Maggioranza, ma anche opposizione». Vincenzo Macrì ha 61 anni, e se li sente addosso. Da quando esiste la Direzione nazionale antimafia (1993), è il magistrato che si occupa di ’ndrangheta nella provincia di Reggio Calabria, Locride inclusa. «Di queste interviste, ne ho date tante. Ma non servono a nulla», dice. «Certe realtà sono troppo scomode, meglio far finta di niente»».
Proviamo comunque a raccontarla, questa realtà.
«Nella Locride ci sono stati ventidue omicidi in quattordici mesi. Di questi, solo quattro sono stati risolti. Quello che è successo ieri non è una sorpresa. Era questione di tempo».
C’erano stati segnali?
«Qui è tutto un segnale, da anni. Pochi mesi fa ero a una riunione dei sindaci dei comuni della Locride. Racconti da far spavento. Gente terrorizzata da intimidazioni anche fisiche. O sopportano, o rischiano la vita».
E lo Stato dov’è?
«Quale Stato? Qui in Calabria non è più un problema di pericolosità criminale. Esiste un problema di sovranità. La sensazione è che comandi la mafia, non certo gli amministratori onesti».
La Calabria è una regione fuori controllo?
«Fuori dal controllo dello Stato, questo è sicuro. Dalle vedette che controllano i campi coltivati fino ai grandi appalti, la ’ndrangheta è ovunque. Questa è una regione dove appare impossibile ripristinare una legalità appena decente».
Abbia pazienza, ma la gente fatica a credere che lo Stato possa cedere un pezzo del suo territorio.
«Eppure è così. Siamo andati troppo indietro. E’ stato cercato e ottenuto un indebolimento delle strutture giudiziarie, si è pensato solo ad attaccare i giudici che cercavano di porre un argine al fenomeno».
A nome di chi?
«Basta vedere le carte delle tante inchieste di cui nessuno parla. In Calabria la collusione tra politica e mafia è regola, è un assioma».
Negli anni Novanta la ’ndrangheta sembrava in difficoltà. Poi cosa è successo?
«Questa zona grigia, unita all’idea nefasta che i pm "non devono rompere a chi fa affari e politica" ha portato a una sottovalutazione consapevole del fenomeno».
I risultati?
«Devastanti. Se la mafia siciliana si è ritirata, la ’ndrangheta ha acquisito sempre più potere. Anche economico. Ed è pronta a difenderlo».
Lei dice che il governo non fa nulla, o peggio. E l’opposizione?
«Latita. Non è certo determinata a risolvere un problema sempre più irrisolvibile».
Faccia un esempio.
«Negli ultimi anni, dai banchi della maggioranza ci sono state interrogazioni a palate per chiedere conto dell’operato di questo o quel magistrato, sempre "reo" di fare indagini scomode. Dall’opposizione, nessuna replica. Come a dire che anche per loro in Calabria tutto va bene».
Lei dodici anni fa, nel 1993 disse che i progetti della Lega «andavano oggettivamente a vantaggio delle mafie». E ora, che la devolution sta per diventare realtà?
«La penso allo stesso modo. In una realtà come quella calabrese, il decentramento equivale all’abbandono».
Nessuno la potrà mai accusare di ottimismo ad oltranza.
«Le poche volte che si parla di Calabria, sfugge la situazione globale, non si capisce bene cosa succede. Io studio la situazione tutti i giorni. E quindi confermo, l’analisi e il pessimismo».

Marco Imarisio
17 ottobre 2005

ottonedesign
00lunedì 17 ottobre 2005 10:40
non sono sicuro..

ma chi ha sparato avrà vita breve se no è qualcuno di grosso..

di solito la deliquenza organizzata evita cose così plateari per non avere guai..

g
00lunedì 17 ottobre 2005 10:42
Hanno detto k'era 1 dottore amato da tutti [SM=x39883]
Lanciatrice-di-coriandoli
00martedì 18 ottobre 2005 00:46
Re:

Scritto da: ottonedesign 17/10/2005 10.40
non sono sicuro..

ma chi ha sparato avrà vita breve se no è qualcuno di grosso..

di solito la deliquenza organizzata evita cose così plateari per non avere guai..



A meno che non sia un messaggio ai politici....insomma è stato ucciso davanti al seggio delle primarie...si dice che alle prossime politiche ci sarà un cambio di direzione il che vuol dire che i "vecchi" referenti politici non saranno più sufficienti.
Allora forse si uccide uno dall'altra parte...si fa un avvertimento...
Bah...[SM=x39943]
ottonedesign
00martedì 18 ottobre 2005 10:08
Re: Re:

Scritto da: Lanciatrice-di-coriandoli 18/10/2005 0.46

A meno che non sia un messaggio ai politici....insomma è stato ucciso davanti al seggio delle primarie...si dice che alle prossime politiche ci sarà un cambio di direzione il che vuol dire che i "vecchi" referenti politici non saranno più sufficienti.
Allora forse si uccide uno dall'altra parte...si fa un avvertimento...
Bah...[SM=x39943]



guarda che a volte si uccide anche nello stesso partito.. anzi è più frequente..
g
00martedì 18 ottobre 2005 10:57
Re: Re: Re:

Scritto da: ottonedesign 18/10/2005 10.08


guarda che a volte si uccide anche nello stesso partito.. anzi è più frequente..

Di solito nello stesso partito si ammazzano a parole o col mobbing,ma nn con il piombo [SM=x39948]
ottonedesign
00martedì 18 ottobre 2005 12:27
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: g 18/10/2005 10.57
Di solito nello stesso partito si ammazzano a parole o col mobbing,ma nn con il piombo [SM=x39948]



dipende dalle persone e dai posti...

ahime..

ma rimangono comunque dei gran bastardi...
g
00martedì 18 ottobre 2005 15:23
Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: ottonedesign 18/10/2005 12.27

ma rimangono comunque dei gran bastardi...

6 troppo ottimista [SM=x39930]
Giovanni89
00martedì 18 ottobre 2005 15:24
Assurdo [SM=x39943]
robbydam
00martedì 18 ottobre 2005 20:54
si vede che nn era + gradito a chi realmente governa in certe zone d'italia


gente di merda

[Modificato da robbydam 18/10/2005 20.54]

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