RICERCA USA, CROLLA IL NUMERO DEI PESCI NEGLI OCEANI

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CARMINE84
00venerdì 29 luglio 2005 21:54
WASHINGTON - Tonni, marlin azzurri, merluzzi dell'Artico, cernie tropicali, a questo ritmo fra qualche decennio potrebbero diventare delle rarita' negli oceani.

Secondo un rapporto della Dalhousie University di Nova Scotia, in Canada, pubblicato dalla rivista Science, negli ultimi 50 anni il numero dei pesci predatori che abitano gli oceani e' calato drasticamente e per alcune specie si e' dimezzato.

La causa e' da attribuire alla pesca su scala industriale che ha colpito indistintamente sia le specie che vivono in aperto oceano, sia quelle nei fondali tropicali e polari. Gli studi hanno dimostrato che per provocare un declino significativo in una specie di pesci, l'industria della pesca impiega solamente da 10 ai 15 anni.

''Ma i metodi di pesca non sono i soli ad avere danneggiato l'ecosistema marino - ha spiegato il dottor Boris Worms, uno degli autori dello studio - anche l'effetto serra ha pesantemente inciso sull'equilibrio marino''. Molti pesci sono, infatti, deceduti in seguito ai bruschi cambiamenti di temperatura dovuti al surriscaldamento terrestre.

Worms fa riferimento anche a El Nino, il fenomeno meteorologico che periodicamente si ripropone nell'Atlantico e condiziona gli effetti della corrente del Golfo, tra l'altro provocando morie di pesci in America del sud con l'arrivo di acqua insolitamente calda. ''Queste sono specie che devono necessariamente vivere in temperature ne' eccessivamente calde, ne' troppo fredde'', ha spiegato Worms.

Nel rapporto (il primo di questo genere che offre una mappatura delle diverse specie di pesci predatori) Worms e gli altri ricercatori hanno utilizzato e paragonato tra di loro dati provenienti dal Giappone, America ed Australia, giungendo alla conclusione che la decimazione dei grandi predatori come tonni e marlin azzurri coinvolge soprattutto cinque zone diverse: la Florida orientale, le Hawaii, la barriera corallina in Australia, lo Sri Lanka, e il sud del Pacifico.

Il ridimensionamento numerico dei grandi predatori non solo minaccia l'esistenza delle stesse specie e delle industrie che dipendono da loro ma, secondo i dati raccolti, potrebbe provocare modifiche a tutti gli ecosistemi oceanici.

''E' necessario un intervento delle autorita' internazionali per vietare la pesca in queste zone. E' necessario proteggerle, o in venti anni, le maggiori specie di pesci saranno estinte'', conclude Worms.



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g
00venerdì 29 luglio 2005 22:54
[SM=x39996] Ke disastro immane,povero mare [SM=x39946]
Zen
00sabato 30 luglio 2005 02:07
Re:

Scritto da: g 29/07/2005 22.54
[SM=x39996] Ke disastro immane,povero mare [SM=x39946]



Poveri noi ! La natura se ne frega di noi !
Ma l'ecosistema serve a noi, quindi se lo distruggiamo [SM=x39923]
sarah.74
00sabato 30 luglio 2005 08:25
L'uomo non capirai mai che continuando a ferire l'equilibrio della natura segnerà la sua fine.. [SM=x39941]
g
00sabato 30 luglio 2005 09:34
Re: Re:

Scritto da: Zen 30/07/2005 2.07


Poveri noi ! La natura se ne frega di noi !
Ma l'ecosistema serve a noi, quindi se lo distruggiamo [SM=x39923]

Cerca 1 pò in giro cosa succederà a brevissimo qnd la corrente del Golfo si spegnerà a causa dell'inondazione di H2O dolce dovuta allo scioglimento del ghiaccio del Nord,poi se ti capita vedi le temperature invernali di NY e vedi a ke città Italiana corrisponde la sua latitudine
badaze
00lunedì 1 agosto 2005 18:35
I contadini seminano del grano per fare ogni anno una nuovo raccolta. Perche i pescatori non fanno la stessa cosa ?


ovviamente non voglio dire che devono anche loro seminare del grano !!!!

[Modificato da badaze 01/08/2005 18.36]

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