Con Gonzales non riparte il dialogo Usa-Europa
Per chi crede e disperatamente spera nella ricostruzione delle relazioni transatlantiche, per chi è convinto che l’Europa senza o contro l’America è condannata alla irrilevanza, la prima mossa post elettorale di George Bush è stata un duro colpo. Il presidente americano è oggi nelle condizioni di difendere la sua politica estera aggressiva, la dottrina del preemptive strike e la sua concezione della guerra al terrorismo di fronte alla critiche dell’Europa: ha dimostrato di avere il consenso del popolo americano, e Francia e Germania devono accettare questa realtà. Ma proprio questa politica muscolare dovrebbe essere accompagnata da un’apertura all’Europa sui suoi corollari, in particolare sul tema del rispetto dei diritti umani nella guerra al terrorismo.
La scelta di Alberto Gonzales per il dipartimento di Giustizia va invece nel senso opposto. Si tratta infatti del teorico di Guantanamo, del consigliere giuridico che ha suggerito a Bush la possibilità di sospendere la Convenzione di Ginevra quando il nemico è un terrorista e non un soldato in armi: teoria che ha prodotto quello che a nostro avviso è l’errore più grave compiuto dall’amministrazione Bush (molto di più di Abu Ghraib, che è stato il frutto di una pratica orribile, non di una teoria). Se l’America davvero vuole condurre insieme all’Europa la guerra al terrorismo, allora deve anche discutere le regole di ingaggio comuni. Tra queste, il trattamento dei prigionieri: nemmeno la Gran Bretagna del fedele alleato Blair accetta di estradare i terroristi che arresta in America, dove sarebbero sottoposti a regole che l’Europa non può accettare.