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i bei tempi del Bastard Operator From Hell... :D

Ultimo Aggiornamento: 15/04/2002 07:52
La storia del BOFH

Una figura mitica delle reti aziendali ed accademiche che ha conosciuto fama mondiale grazie ad Internet. Un essere i cui temuti poteri risalgono ad un’epoca nella quale gli amministratori di sistema potevano decidere la vita e la morte dei computer degli utenti.

«Ci fu un tempo nel quale si poteva barattare una vita umana per un paio di stampe laser».
Simon si rilassa sullo schienale reclinabile della sedia e si prende tra le mani la tazza di caffè fumante, mentre il suo sguardo si perde in un punto indefinibile del passato, quando gli operatori di sistema erano una casta intoccabile che aveva potere di vita o di morte, se non proprio sugli utenti, certamente sui loro dati. Era quello il regno del Bastard Operator From Hell (BOFH), l’operatore tremendamente bastardo.

Alla fine degli anni Ottanta, Simon Travaglia era un amministratore di sistema presso l’Università di Waikato, in Nuova Zelanda. Uno di quei lavori routinieri e noiosi, che lasciano un sacco di tempo libero tra un intervento e l’altro. E così, grazie ad una vecchia TRS80 100 dotata di un editor di testo aziendale, Simon cominciò a postare interventi su Usenet. E, tanto per rendere meno inutile la giornata lavorativa, pensò di prendere spunto da quello che gli capitava all’università per creare dei brevi sketch umoristici.

In uno di questi, Simon citò di straforo un “Manuale Tremendo per l’Operatore Bastardo” (Bastard Operator Manual From Hell). Subito dopo, Simon cominciò a ricevere alcune e-mail nelle quali degli sconosciuti gli dicevano di apprezzare l’idea di un manuale su come trattare gli utenti più stupidi: i cosiddetti “luser”, una parola creata dall’unione di user (utente) e perdente (loser).

«A quei tempi, ricevere e-mail era insolito di per sé, ma ricevere e-mail non locali e non piagnucolose era quasi inaudito,» ricorda Simon. E così pensò di accontentare i suoi ammiratori e di postare qualche storia che avesse come protagonista il BOFH. Simon non poteva sapere che il suo personaggio sarebbe diventato una delle figure mitiche delle reti accademiche e aziendali e poi di Internet, tanto da ottenere una propria voce sullo Jargon File, il dizionario dei termini informatici, ed essere citato da Google tra i post che hanno fatto la storia di Usenet.

Il BOFH è ormai una figura mitica delle reti accademiche o aziendali. Ai nuovi arrivati viene presentato come l’Uomo Nero ai bambini: «Attento a come di comporti, altrimenti lo dico al BOFH!». In realtà il BOFH non si fa consigliare da nessuno: impartisce le proprie esemplari punizioni a seconda del capriccio del momento; ed è proprio questo a renderlo tanto temuto. Gli telefoni per dire che hai bisogno di più spazio sul server e lui ti accontenta cancellando tutti i tuoi file; osi chiedergli un backup dei tuoi file e lui ti punisce inviando una mail oscena dal tuo account a quello del capo. Per non parlare dei cambi di password e delle cancellazioni di username, cose all’ordine del giorno.

«Bei tempi!» sospira Simon: «Potevi fare qualunque cosa ad un utente e nessuno l’avrebbe saputo… Beh, in realtà l’avrebbero saputo, ma non avrebbero potuto provare niente».Tutti i BOFH o aspiranti tali si ritrovano nel newsgroup alt.sysadmin.recovery, dove discutono dei migliori rimedi da utilizzare contro i luser, ad esempio le modifiche da apportare al LART. Il LART (Luser Attitude Readjustment Tool), nella sua versione classica, è un ciocco di legno che va vibrato come una mazza sulla testa dei luser. Ma un dibattito annoso riguarda quale sia il LART più efficace: c’è chi propone il lanciafiamme, chi una bomba nucleare tattica.

Nel 1999, Simon Travaglia è diventato analista di sistema e ha detto addio alla sedia di operatore. Questa avrebbe dovuto essere la fine del BOFH, o per lo meno, questa era l’intenzione. Dal 2001, invece, le avventure del BOFH sono ospitate da The Register, che ne ha tratto anche una linea di merchandising, e sono state pubblicate in due libri. Recentemente, The Register ne ha tratto anche un telefilm che viene trasmesso in streaming a pagamento: Salmon Days.

Ma, nonostante tanto successo, Simon Travaglia non può fare a meno di rimpiangere i bei tempi andati: «Quando “servizio assistenza” non significava niente e “spazio su disco” significava tutto. Quando noi operatori avevamo virtù simili a quelle di un supereroe tecnologico. Quando avevamo tutti i poteri e nessuna responsabilità».


da html.it

  
Queste parole albergano nel mio cuore:
La lontananza è per l'amore ciò che è il vento per il fuoco: spegne quello
piccolo, alimenta quello grande..
15/04/2002 07:52
 
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