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MYST, MARLOWE & FIGHT CLUB

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2003 11:15
Primo round
E allora, coraggio.
Fuori i secondi.
Gong!

Comincerò con un paio di finte.
Non ho assolutamente nulla contro David Fincher. Anzi. "Alien III" è un film straordinario: una costruzione narrativa perfetta, una regia magistrale, una tensione che non si allenta mai e che mi sembra ancora di sentire addosso.
"Seven" è anche meglio e di più. Nessuno, mi pare, è riuscito a svolgere il tema del serial killer come ha fatto Fincher: né dal punto di vista formale (non c'è una inquadratura che non sia un capolavoro), né dal punto di vista narrativo con quella storia che rimescolando i temi del bene e del male, del cinismo e dell'idealismo, dell'orrore e della gentilezza, della follia e della ragione, raggiunge un climax quasi insopportabile: solo certi film di Polanski (L'inquilino del terzo piano, soprattutto) mi ha fatto provare sensazioni altrettanto forti.
In "The Game" e in "Panic Room" Fincher mi è parso assai meno ispirato e anche un po' smarrito. Comunque, tenuto conto che si parla di un regista che non ha nemmeno quarant'anni, credo che da lui ci si possa attendere ancora del grande cinema.

Basta così.
Ora provo a mollare un diretto.

Hai presente Myst la scena in cui Jack (Norton) si prende a cazzotti da solo davanti al suo miserabile e esterrefatto capufficio? Beh è la metafora di quello che Fincher ha fatto col suo film: si è preso anche lui a cazzotti da solo. Nel senso che tutti i colpi che con "Fight Club" ha sferrato gli sono ritornati indietro come altrettanti boomerang.
1) La voce fuori campo. Usata magistralmente all'inizio, diventa didascalica e petulante. E non solo la voce fuori campo. Il ritornello "Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo!" all'inizio può anche divertire poi diventa un noioso refrain imbonitorio.
2) I combattimenti. Troppi. Veramente troppi, E questo è autocompiacimento, virtuosismo registico (quando lo è) fine a se stesso, sfoggio gratuito di sanguinolenza. E il tutto a me ha stufato non poco.
3) Il giochino dello sdoppiamento di identità. Bellissimo all'inizio viene risolto da Fincher in modo piuttosto banale alla fine. Quando si svela un mistero il più delle volte lo si banalizza. E questo mi ha deluso.
4) La storia d'amore. Insopportabile, appiccicata a forza dentro il film.

C'è ancora molto da dire su questo film che, in ogni caso, ti arriva addosso come un pugno nello stomaco. Ma per ora mi fermo qui. Mi ritiro un attimo alle corde in attesa dei tuoi ganci e uppercut (non farmi troppo male, ti prego). Lo faccio però rifilandoti proditoriamente un colpo basso.

NON SI PUO TRATTARE HELENA BONHAM CARTER, UNA DELLE ATTRICI PIU BRAVE E PIU BELLE CHE CI SIA DATO DI VEDERE AL CINEMA, COME L'HA TRATTATA FINCHER, STRAGIANDOLA NEL PERSONAGGIO, BRUTTO E ODIOSO, DI MARLA. [SM=x39886] [SM=x39886]

PS
Cara Lanciatrice di Coriandoli, anche se Myst mi farà nero di botte, il pensiero che tu accorrerai a passare il tuo fazzoletto bianco sui miei lividi mi dice che ne sarà valsa la pena.

[SM=x39851] [SM=x39858]





11/01/2003 22:43
 
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