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Kubrick

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2005 15:09
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Scritto da: -Stanley- 26/08/2005 1.35
Come capirete dal mio nick e dal mio avatar Stanley Kubrick è per me un "must", ma soprattutto un maestro la cui opera non smetterà mai di sorprendere. Ci ho scritto anche un libro![SM=x39854]

Comunque: 13 film all'attivo in 45 anni di carriera, qualcosa vorrà dire. Dopo il ricusato "Fear and Desire" (1945) che Kubrick stesso provvide a bruciare perchè lo riteneva davvero un cattivo film (e invece i prodromi del grande fotografo che era c'erano tutti), cominciò a farsi strada con "Il bacio dell'assassino" (1955), «una storia idiota con cattivi attori», come ebbe a dire lui stesso.

Invece fu la sua prima vera prova da regista, sceneggiatore, produttore...insomma, faceva tutto lui. Discreto thriller, ricordato soprattutto per la sequenza finale in un negozio di manichini, da brividi per l'uso sapiente della camera.

Il primo capolavoro (ragazzi, vedetelo se potete, una gangster-story come non se ne fanno più) è "Rapina a mano armata" (1955), in cui si intravede il destino dei tipici personaggi kubrickiani: scaltri, furbi e ingegnosi, ma destinati alla sconfitta ad opera del caso. Una rapina all'ippodromo programmata nei particolari, finale a sorpresa.

Nel 1958 arriva quello che secondo me è il più bel film antimilitarista della storia del cinema: "Orizzonti di gloria" in cui un irripetibile Kirk Douglas interpreta uno dei più bei personaggi militari, non invischiati nei giochi loschi del potere. Finale commovente, lo ha ricordato anche Spielberg quando morì Kubrick....

Nel 1960 gira il kolossal "Spartacus" (anche qui c'è Douglas) e Kubrick, 30enne, tiene in scacco migliaia di comparse stremate al sole. Oggi Hollywood lo ricorda come uno dei più bei kolossal di sempre. Perchi ama la storia romana è un cult. Si intravedono le prime bellissime geometrie dei controcampi, di cui Kubrick sarà maestro.

Nel 1962 arriva «Lolita», tratto da Nabokov: splendida trascrizione (volutamente non così fedele come la bruttissima riedizione di Adrian Lyne di qualche anno fa con un pessimo Jeremy Irons) e primo ruolo per Peter Sellers, geniale come sempre e amatissimo da Kubrick. Sue Lyon con il lecca lecca in bocca del manifesto è una delle icone degli anni '60.

«Il Dottor Stranamore» (1964) è un altro capolavoro di finezza, ironia e amarezza sulle pesantezze della guerra fredda incombente in quegli anni: qui Sellers è mattatore in ben 3 ruoli. Si ride a crepapelle, la telefonata fra il presidente americano e russo è entrata nella storia. Tutto improvvisato da Sellers, l'unico a cui Kubrick concedeva di improvvisare a ruota libera.

Nel 1968 arriva quello che per me è il film dei film, nel mio iperuranio personalissimo delle preferenze: «2001: Odissea nello spazio». Un film che va al di là delle etichette, dei generi e delle classificazioni. Una bellissima avventura sul genere umano, su chi siamo, dove andiamo, perchè siamo qui. Tratto dal mitico romanzo omonimo di Arthur C. Clarke, diventa ben presto lo zenit delle esperienze audiovisive dello spettatore al cinema. L'unione musica-immagine assume un'importanza senza precedenti, Strauss e il suo Danubio Blu colorano lo spazio come mai prima (ma dietro c'è tutta una bellissima metafora sull'essenza intima di quella musica viennese di fine '800). Vabbè, io aprirei un topci intero su 2001...

Nel 1971 arriva «Arancia meccanica»: i drughi, Alex De Large e un'Inghilterra specchio di una società futurista così vicina a quell'odierna, fatta di pazzie senza senso, di violenza estrema e di perdita di tutti i valori. Uno spaccato bellissimo e un film assolutamente non così violento come viene dipinto. Anche qui la musica la fa da padrona, come in tutti i film di Kubrick dopo 2001. Imperdibili Rossini e Beethoven stravolto al sintetizzatore.

Nel 1975 tocca a «Barry Lyndon»: ragazzi, è il film più misconosciuto di quelli kubrickiani. Bellissimo, epocale, un affresco della società settecentesca da brividi disegnato dal protagonista (Ryan O'Neal), splendido opportunista, ma anche destinato alla sconfitta e al fallimento. Tre ore che filano liscio come poche, credetemi, da vedere e rivedere. Ogni sequenza è un quadro, un dipinto, un'opera d'arte. Girato senza luce artificiale, geniale in tutto e per tutto.

«Shining» (1980) è il film kubrickiano più trasmesso in tv in assoluto: buon per Stephen King (che dopo l'uscita del film diventerà famosissimo e si permetterà pure di arrabbiarsi per la trasposizione filmica di Kubrick), ma soprattutto per un Jack Nicholson unico, eccellente, come solo lui poteva fare. Un incubo di orrore in cui veleggia spesso la nostra anima, sospesa fra le paure del proprio fallimento e la pazzia alle porte.

«Full Metal Jacket» (1987) è, con «Apocalypse Now» e «Il cacciatore», il più bel film sul Vietnam: i primi 45 minuti lasciano senza fiato, ma anche qui la follia della guerra viene dipinta da Kubrick con una lucidità senza precedenti. Matthew Modine è il protagonista, purtroppo dopo non ha più trovato ruoli decenti e all'altezza.

«Eyes Wide Shut» è l'ultima perla: vedo che qui lo si definisce commerciale, ma non lo era affatto. Chiaramente la morte improvvisa di Kubrick ha nuociuto all'uscita del film (a luglio '99, mentre lui morì a marzo di quell'anno) e molti ritengono che non sia finito in toto (lo penso anch'io). Cruise-Kidman sono una bella coppia ed allora erano il simbolo di un matrimonio hollywoodiano perfetto pronto a scoppiare. Per il resto c'è dentro tutto Schnitzler e gli incubi di "Doppio sogno", altro romanzo da leggere. Non è certamente il miglior Kubrick, ma anche qui certe chicche (la musica di Ligeti e una New York quasi spettrale) sono da puro maestro.

Ecco, insomma, ci tenevo a fare un po' di chiarezza personale su Kubrick[SM=x39858]

[SM=x39857]

( però, per quel che riguarda il Vietnam, trovo che il capolavoro assoluto sia Apocalypse Now di Coppola, infinitamente superiore al Full Metal Jacket di Kubrick, del quale è però da antologia del cinema il durissimo istruttore dei marines nel primo tempo ).

Per il resto, Kubrick è uno dei grandissimi del cinema, anche se non ho visto tutti i suoi film ( soprattutto i primissimi, gli altri quasi tutti [SM=x39991] ).








27/08/2005 11:31
 
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Eyes Wide Shut non è certamente il suo capolavoro ma è una grandissimo film. Dopo 30 anni abbondanti di cinema sfornare un film del genere non è da tutti...
20/09/2005 21:21
 
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Re: a mio avviso, questo è il suo massimo capolavoro ....

Scritto da: Bestionn 27/07/2004 14.11









"E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"








quoto in tutto e per tutto!! [SM=x39857] [SM=x39884]
24/09/2005 15:09
 
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