MOSCA (Russia), 11 marzo 2006 - Andrew Howe è riuscito nell’impresa. Vincendo il bronzo del salto in lungo, ha spezzato l’incantesimo che teneva la squadra italiana a secco dopo quasi due giornate dei Mondiali indoor. Se venerdì, in qualificazione, era stato magnifico, l’azzurro sabato è stato superlativo, confermandosi talento cristallino e agonista di primo piano, migliorandosi due volte (con relativo primato italiano Under 23), fino a 8.19. La vittoria è andata al favorito della vigilia, il ghanese Ignisious Gaisah, planato a 8.30, davanti alla rivelazione di questo mondiale, il panamense Irvin Saladino (8.29). In cinque, a conti fatti, oltre gli otto metri, a dare notevole sostanza tecnica alla prova.
La gara ha avuto uno sviluppo abbastanza regolare, con il panamese Saladino a fare collezione di record continentali (8.18 poi 8.19 e infine 8.27). Al terzo e quarto salto la reazione di Gaisah, prima 8.27 e poi 8.30. Andrew Howe, dopo due prime prove di contatto con la pedana, alla ricerca dei giusti equilibri tra velocità e stacco (7.94 e 7.88), ha centrato un 8.08 che lo piazzava sul podio alle spalle dei due capofila. Poi un 7.65 e una quinta prova a 8.14 della nuova miglior prestazione italiana Under 23 (precedente 8.10, sempre di Howe, ad Ancona, il 19 febbraio di quest’anno, ma anche di Giovanni Evangelisti, 10-3-1982).
Infine, il tocco del campione. Quello che fa la differenza, e che fa pensare che Andrew, un giorno, se la fortuna e le sue gambe lo assisteranno, potrà anche scrivere pagine importanti nella storia dell’atletica. Dopo il salto di Tsatoumas a 8,10, con la medaglia già al collo, Andrew è andato in pedana per l’ultima prova, e si è migliorato ancora, raggiungendo 8,19 (pedana notevole: soltanto 4,2 cm concessi). Rammaricandosi, peraltro, di non essere riuscito a superare nessuno dei due avversari che aveva davanti.