Qualcuno di voi ha mai sentito parlare della Canon EOS 20Da ?
Io l'ho scoperta qualche giorno fa, è praticamente un clone per così dire della Canon EOS 20D, fatta eccezione per alcune particolarità che la rendono unica come fotocamera astronomica!
Le informazioni che seguono sono state prese dal sito reflex.it so che è parecchio testo ma dategli un occhiata è molto interessante.
Rispetto alle classiche reflex, la 20Da ha mantenuto l'estrema semplicità d'uso e la possibilità di essere impiegata anche in riprese tradizionali, mentre dai sistemi di ripresa digitali per astronomia la nuova Canon ha ereditato la possibilità di effettuare foto a lunga posa, catturando uno spettro di luce estremamente ampio e con grandi doti di riduzione del rumore di fondo. Come si può intuire, la 20Da è un apparecchio che nasconde molte qualità.
Quali differenze? Ad una prima occhiata, la Canon 20Da appare assolutamente identica al modello 20D, che l'ha preceduta. L'unica differenza esteriore è il piccolo logo dorato sul lato sinistro dell'apparecchio. In realtà all'interno della macchina si nascondono piccole ma significative modifiche di grande interesse per chi deve riprendere l'elusiva luce proveniente dalle profondità dello spazio. Innanzitutto il filtro passa-basso posizionato di fronte al sensore CMOS da 8,2 megapixel è stato modificato in modo da consentire il passaggio dell'importante lunghezza d'onda corrispondente alla linea dell'idrogeno alfa, caratteristica di gran parte degli oggetti astronomici, in particolare delle nebulose ad emissione di colore rosso. Con questo nuovo filtro, la 20Da ha una sensibilità in questa lunghezza d'onda di oltre due volte e mezzo superiore rispetto alla 20D. Altra importante aggiunta del nuovo modello è la funzione Live Preview, che permette alla 20Da di mostrare un'anteprima in tempo reale di ciò che giunge sul sensore di ripresa. Nelle reflex digitali tradizionali questa operazione non è consentita, dato che di fronte al sensore si trovano lo specchio e l'otturatore, che rispettivamente si solleva e si apre solo durante l'effettuazione dello scatto. Nella 20Da è invece possibile bloccare lo specchio in posizione alzata e aprire l'otturatore in modo da controllare l'immagine direttamente sul pannello LCD da 1,8 pollici. Il tutto è ovviamente mirato a facilitare la messa a fuoco che, specie usando teleobiettivi o telescopi a lunga focale, è in genere un'operazione critica. Proprio per ridurre al minimo i problemi in questa delicata fase, la 20Da offre la possibilità di ingradire sullo schermo l'immagine in arrivo sul sensore, mettendo a disposizione un ingrandimento base FC1 (5x, pari al 4% dell'area del sensore) ed uno di precisione FC2 (10x, pari all'1% dell'area totale). Per chi non dovesse trovarsi a proprio agio nel controllare la messa a fuoco direttamente sul pannello posteriore della fotocamera, è sempre possibile utilizzare uno schermo esterno, sfruttando il terminale Video Out della 20Da. La nuova Canon dispone poi di un rinnovato circuito di controllo del sensore CMOS che, a detta della ditta produttrice, è stato ottimizzato in modo da ridurre al minimo il rumore di fondo delle immagini a lunga posa che, va ricordato, possono essere riprese impostando la macchina su sensibilità equivalenti ad una gamma da ISO 100 a 3200. Infine nella dotazione di base della 20Da è incluso un alimentatore ACK-E2 a corrente continua, che permette di fornire energia illimitata alla fotocamera: l'alimentazione a batterie, per quanto adeguata in condizioni normali, risulta infatti insufficiente a coprire un'intera nottata di riprese astronomiche, dato che la macchina deve comunque essere costantemente alimentata anche durante l'effettuazione delle pose più lunghe.
Alcuni esempi di foto scattate con questa reflex :
