Operaio morto nel Trevigiano
L'uomo, 30 anni, schiacciato da macchina per tagliare legno
(ANSA) - TREVISO, 13 FEB - Un operaio 30enne, Filippo Segat, e' morto schiacciato dalla macchina con cui stava lavorando. E' accaduto a Lutrano di Fontanelle (Tv). L'uomo era dipendente della Friul Intagli Spa, azienda specializzata nella lavorazione del legno. Da una prima ricostruzione dei Cc, pare che la macchina usata per schiacciare e poi tagliare il legno si sia improvvisamente bloccata: Segat ha toccato gli ingranaggi che hanno ripreso a funzionare ed e' rimasto schiacciato.
Operaio morto in fabbrica Ravennate
La vittima aveva 40 anni, sindaco Faenza esprime cordoglio
(ANSA) - FAENZA (RAVENNA), 13 FEB - Un operaio di 40 anni ha perso la vita stamani in un incidente sul lavoro avvenuto in una fabbrica di materassi nel Ravennate.L'incidente si e' verificato a Reda, un piccolo centro alle porte di Faenza. (Ravenna). La vittima e' Antonino Scodella, 40 anni, operaio di Modigliana dipendente della ditta Tarlazzi di Reda. Il sindaco di Faenza Claudio Casadio ha inviato ai familiari un telegramma in cui esprime il cordoglio.e la solidarieta' dell'Amministrazione comunale.
AFGHANISTAN, UCCISO UN MILITARE ITALIANO
Un militare italiano, il primo Maresciallo Giovanni Pezzulo - avrebbe compiuto 45 anni il prossimo 25 febbraio - del "Cimic Group South" di Motta di Livenza, e' stato ucciso vicino Kabul ed un altro soldato, il maresciallo Enrico Mercuri, di 31 anni, originario delle Marche (in servizio al 4/o reggimento alpini paracadutisti di Bolzano) e' stato ferito in modo lieve.
I due militari, entrambi dell'Esercito, sono rimasti coinvolti in un attacco con armi da fuoco portatili mentre stavano svolgendo una missione nel distretto di Uzeebin, a circa 60 chilometri da Kabul.
Lo scontro a fuoco, ricostruisce lo Stato maggiore della Difesa, è avvenuto alle 15 locali (le 11.30 in Italia), nei pressi della località di Rudbar, nella zona di responsabilità italiana.
Il Cimic Group South di Motta di Livenza è un reparto che si occupa prevalentemente di attività di cooperazione civile-militare (Cimic, appunto).
MILITARE UCCISO LASCIA MOGLIE E UNA FIGLIA
Il maresciallo Giovanni Pezzulo, morto oggi in Afghanistan, era sposato e aveva una figlia di 18 anni. La moglie, Maria D'Agostino, e la giovane Giusi risiedono a Oderzo. Pezzulo era partito per l'Afghanistan il 10 dicembre 2007. Il maresciallo era nato a Carinola (Caserta), dove risiede la sua famiglia d'origine: gli anziani genitori Costantino e Giuseppina Nardone, e cinque fratelli. La notizia della morte di Pezzulo è stata comunicata alla famiglia dal colonnello Celestino Di Pace, comandante del reparto di Motta di Livenza dove il militare era in servizio. Il comando militare campano dell'esercito ha inviato personale specializzato per il sostegno alla famiglia.
TALEBAN RIVENDICANO ATTACCO
Un portavoce dei Taleban ha rivendicato oggi un attacco nella zona in cui è rimasto ucciso il maresciallo Giovanni Pezzulo in Afghanistan, ma ha affermato che le vittime sono cinque soldati americani. In una telefonata all'Afp Zabihullah Mujahid dice che "i taleban hanno teso un'imboscata ad una sessantina di chilometri dalla capitale ed ucciso cinque soldati americani nel distretto di Sarobi". Il portavoce non ha fornito altri particolari.
PROCURA ROMA APRE FASCICOLO
La procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla morte del maresciallo Giovanni Pezzulo, il militare italiano ucciso in uno scontro a fuoco avvenuto oggi in Afghanistan. Attentato con finalità di terrorismo è il reato preso in esame dal procuratore aggiunto Franco Ionta, responsabile del pool antiterrorismo della capitale. Il magistrato è in attesa di un'informativa sulla dinamica dell'attacco al contingente della Task Force Surobi nella valle di Uzeebin nel corso del quale è rimasto ferito un altro nostro connazionale.
L'ULTIMA VITTIMA A NOVEMBRE, POI ALTRI ATTACCHI
L'ultimo attacco noto contro i militari italiani in Afghanistan risale al 4 dicembre quando nella provincia di Farah, nell'ovest, vennero esplosi colpi di arma da fuoco contro una pattuglia in ricognizione. In quel caso, però, nessuno rimase ferito. Ben più gravi, invece, le conseguenze di un attentato kamikaze avvenuto pochi giorni prima, il 24 novembre, nella valle di Pagman, vicino a Kabul: in quella occasione perse la vita il maresciallo capo Daniele Paladini mentre altri tre soldati rimasero feriti. Altri attacchi si sono verificati il 19 novembre, quando un'esplosione investì un convoglio italiano che percorreva la Ring Road, sempre nella provincia occidentale di Farah, e il 9 e il 10 novembre, quando furono sparate raffiche di kalashnikov contro gli italiani (nessuno dei quali rimase ferito), intervenuti in supporto ai militari afgani impegnati nella 'riconquista' dei distretti di Goulistan e Bakwa.
PRODI, LA MISSIONE VA AVANTI
"E' una missione che abbiamo deciso di portare avanti perché ha un obiettivo di lungo periodo". Così il presidente del Consiglio Romano Prodi ha chiarito che la partecipazione dell'Italia alla missione in Afghanistan proseguirà.
D'ALEMA, ITALIA RIMANE FORTEMENTE IMPEGNATA
"L'Italia rimane fortemente impegnata assieme alla Comunità internazionale nell'opera di stabilizzazione dell'Afghanistan, per favorire il consolidamento democratico e porre le condizioni per lo sviluppo sociale ed economico del Paese". Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Massimo D'Alema esprimendo nel contempo "il più vivo cordoglio ai familiari" del militare italiano ucciso oggi in Afghanistan. Lo si legge in una nota della Farnesina.
I buoni vannoinvece ioche sonovado dove voglio
Errare è umano, perseverare è cattolico