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Alimentatori ATX PFC questo sconosciuto

Ultimo Aggiornamento: 27/06/2005 21:47
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Introduxzione

Queste pagine si sono rese necessarie per dissipare la foschia creata dalle solite dis-informazioni presenti in rete, informazioni per lo più buttate lì da persone veramente poco competenti o peggio, che hanno il solo risultato di confondere le idee di chi le recepisce. Questo diventa molto evidente nel caso di problematiche il cui contenuto tecnico si trova al di fuori delle conoscenze scolastiche non specifiche.
Ad esempio, è il caso dell' ormai noto PFC, sconosciuto alla stragrande maggioranza degli utenti PC fino all' introduzione di una normativa restrittiva da parte dell' Unione Europea ed ora magnificato da una propaganda che, non avendo altro di nuovo su cui parlare, lo gabella come panacea di tutti mali progettuali del PC. Si leggono, quindi, assurdità come "Il PFC attivo migliora la stabilità della tensione" oppure "Questa tecnologia ... altera la forma d'onda della corrente in ingresso e conduce a diversi effetti benefici:... prolungamento della vita utile dell'apparecchio, maggiore stabilizzazione della tensione di uscita" e via straparlando.
Sembrano le grida degli imbonitori da fiera !

Come introduzione e riassunto, sarà opportuno chiarire che PFC riguarda solo ed esclusivamente la linea di alimentazione elettrica in corrente alternata, ovvero quella fornita dall' Enel e non ha niente a che vedere con il rendimento (efficienza) della conversione da corrente alternata a corrente continua, ovvero con il funzionamento dell' alimentatore vero e proprio !!! Power Factor Correction (PFC) consente una maggiore efficienza nella distribuzione della potenza sulle reti elettriche, ma non influisce minimamente sul funzionamento dei dispositivi.
Tanto che per la maggior parte dei costruttori, il controllo PFC si è risolto nell' aggiunta di qualche componente alle strutture ben collaudate già esitenti.

PFC : chi è costui ?

L' espressione "correzione del fattore di potenza" si riferisce alla riduzione della potenza reattiva che un carico presenta alla rete. L'acronimo PFC sta per Power Factor Correction : esso rappresenta il rapporto fra la potenza attiva e quella reattiva assorbite in ingresso dall'alimentatore.
Già in passato le normative relative alla produzione e distribuzione dell' energia elettrica imponevano limitazioni alla componente reattiva dell' energia consumata dalle utenze. Le più recenti norme europee relative al risparmio energetico divengono più restrittive e rendono obbligatoria la correzione del fattore di potenza delle apparecchiature collegate alla rete elettrica. Questo perchè il problema della produzione di energia elettrica è strettamente legato a quello della disponibilità di sorgenti non rinnovabili (carbone, petrolio) o non sempre disponibili (energia idraulica, geotermica) o pericolose (energia atomica) o non sfruttate che minimamente(eolica, solare, ecc).

Detto così ...

Detto così, non si è chiarito molto. In effetti non è semplice spiegarlo a chi non ha conoscenze di elettrotecnica e non è possibile in poche righe riassumere quello che tema di studio di un triennio ad un Istituto Tecnico o di laurea ad una Università. Si richiede , almeno per capire i termini minimi come tensione e corrente, una altrettanto minima conoscenza dell' elettrologia a livello di scuola superiore. Non possiamo fare qui un corso di elettrotecnica, non è il nostro scopo e rimandiamo chi sia interessato all' argomento alla lettura di testi e articoli specifici.
Comunque, qui proviamo a dare qualche idea di carattere generale generale.

Un alimentatore PC si compone, almeno, di due parti distinte : un circuito in corrente alternata, che riceve l' energia dalla rete di distribuzione (sintetizziamo chiamandola Enel, anche se il panorama delle società di distribuzione e produzione attuale è molto più variegato e contorto) ed uno in corrente continua che fornisce le tensioni stabilizzate alle uscite. La conversione avviene attraverso circuiti abbastanza complessi e critici, che prendono il nome di switching, ovvero "a commutazione".
I passaggi successivi sono i seguenti
- la tensione di rete a 230V viene raddrizzata e trasformata in continua
- un commutatore elettronico trasforma questa corrente continua in una alternata con frequenza molto elevata
- questa energia alternata passa attraverso un trasformatore che ne abbassa il voltaggio mentre contemporaneamente isola la rete dalla parte a bassa tensione
- la corrente alternata viene raddrizzata e trasformata nei valori continui necessari al PC
- un circuito elettronico specifico supervisiona il processo e regola il funzionamento del commutatore in modo da mantenere stabili i valori delle tensioni continue al variare sia del carico che della rete.
Un processo piuttosto complesso, che deriva la sua energia dalla rete primaria alternata disponibile (si spera) in ogni casa.

Tutto questo è indispensabile perchè, per varie ragioni, si è trovato pratico produrre e trasportare l' energia elettrica sotto forma di alternata, a tensioni piuttosto elevate, mentre i circuiti elettronici richiedono tensioni continue a valori molto bassi (e molto stabili).

In un circuito in corrente continua, tensione e corrente hanno valori perlappunto "continui" nel tempo e la potenza (P), misurata in watt [W] è definita come il prodotto della tensione (V) per la corrente (I)

P = V x I


Questo vale per un circuito in corrente continua, dove, ad esempio, l' energia fornita dal generatore (una pila) si trasforma in calore ed energia luminosa nella lampadina.

Per un circuito in corrente alternata, le cose sono diverse, in quanto la corrente (e la tensione) variano ciclicamente nel tempo, alternando un valore massimo positivo con uno negativo. L' oscillazione tra i due valori avviene, per l' Europa, 50 volte al secondo (50 hertz), mentre negli USA la frequenza sale a 60 hertz.
Usualmente si impiegano delle rappresentazioni grafiche (diagrammi) in cui sull' asse x è riportato il tempo e su quello y i valori che tensione e corrente assumono momento per momento. Il diagramma, per la corrente alternata che utilizziamo normalmente assume un tipico andamento sinusoidale, in quanto essa è generata da macchine rotanti.

In queste condizioni, la presenza nel circuito di oggetti non-resistivi, come condensatori (capacità) o bobine (induttanze) ha effetti ben diversi da quelli che si verificherebbero nel caso della corrente continua.

In pratica, se alimentiamo una resistenza (ad esempio la lampadina) con una corrente alternata, la sua natura essenzialmente resistiva non oppone al passaggio della corrente alternata altro se non il suo valore ohmico e la corrente e la tensione sono presenti in modo sincrono tra di loro, ovvero variano tra il massimo e il minimo allo stesso momento. In questo caso si dice che i due valori sono "in fase" ovvero il fattore di potenza (coseno dell' angolo di sfasamento tra tensione e corrente) è uguale a 1.
In questa circostanza ideale, la potenza vale


P = V x I x fattore di potenza (=1)

ovvero ha lo stesso valore che nel caso del circuito in corrente continua.
Il caso ideale di tensione e corrente "in fase" è, però, proprio ideale e si ottiene in pratica solo ed esclusivamente se il carico, ovvero quanto collegato alla linea, è composto da una resistenza pura (per avere un esempio pratico, una lampadina ad incandescenza o il riscaldatore del boiler è quanto di più prossimo ad una resistenza pura possiamo avere in casa.)
In realtà questa condizione ideale è irraggiungibile in quanto i dispositivi collegati sono composti non solo da resistenze, ma anche da induttanze (ad esempio, gli avvolgimenti dei motori degli elettrodomestici) e da capacità (i condensatori di avviamento degli stessi, le lampade a fluorescenza, ecc). Anche il solo cablaggio, ovvero i fili che costituiscono l' impianto, in corrente alternata, non costituiscono un carico "ideale". Il fattore di potenza sarà sempre minore di 1, ma comunque molto prossimo (ad esempio, 0,95 è un valore eccellente).

Nel caso in cui il carico sia composto anche da induttanze e capacità di valore considerevole, queste fanno si che corrente e tensione non siano più "in fase", ma si verifichi che il massimo della tensione non si trovi più corrispondente a quello della corrente, ma anticipato o ritardato nel tempo. Si dice che c' è uno "sfasamento", ovvero il fattore di potenza è minore di 1.
In questo caso la potenza misurata con la formula vista sopra, a pari corrente e tensione, sarà inferiore (perchè il fattore di potenza è minore di 1).
Ma questa potenza è un valore "medio" (in effetti il termine corretto è "efficace"), mentre quello presente momento per momento sarà diverso. Infatti notiamo che , a seconda di quale sia lo sfasamento, il valore reciproco di tensione e corrente varia momento per momento e quindi varia il loro prodotto, tanto che se lo sfasamento è massimo (fattore di potenza = 0 ovvero sfasamento di 90 gradi) la potenza calcolata con questa formula è 0, anche se misuriamo comunque la presenza di corrente e tensione ! E che fine fa la differenza ?
Si parla allora della presenza di una "potenza reattiva", ovvero di una potenza che non svolge attività diretta, anche se assorbe energia..

Un esempio approssimativo può essere quello di un circuito idraulico dove l' acqua scorre regolarmente (in fase) e di un altro (non in fase) in cui si creano turbolenze, vortici, bolle.

Questo esempio , attenzione, non ha un valore "morale", in quanto, se nell' impianto di riscaldamento cercherò di evitare vortici e gorgoglii che niente hanno a che vedere con il corretto funzionamento dei termosifoni, la presenza di potenze reattive in un circuito elettrico non è affatto indice di un cattivo funzionamento, perchè può far parte indissolubile del funzionamento proprio di molte macchine. Ad esempio i motori elettrici hanno fattori di potenza molto bassi (anche inferiori a 0,5) e nessuno si sognerebbe di accusarli di scarsa funzionalità.

Il fattore di potenza è un confronto con un circuito ideale in corrente continua, per cui se la corrente è 10 ampere e la tensione 230V, la potenza attiva è 10x230 = 2300 watt. Nel caso di corrente alternata, se il fattore di potenza è 1, la potenza attiva è ancora 2300W, ma nel caso di un fattore di potenza di 0,5, la potenza attiva sarà 10 x 2300 x 0,5 = 1150W , pur essendo uguali la corrente e la tensione ! E se il fattore di potenza è zero, il prodotto 10 x 2300 x 0 darà un risultato di 0 kilowatt !!

Questo non vuol dire che i generatori elettrici alle centrali si possano fermare nel caso di un simile sfasamento, ma che l' energia che producono non genera una "attività" nel senso di un effetto Joule come nel caso del filamento della lampadina.-
In pratica si può affermare che si ha uno scambio di energie tra campi magnetici ed elettrici, a cui si da il nome di "potenza reattiva".


Per inciso, il prodotto della corrente e della tensione alternate, escludendo il fattore di potenza, da origine ad un' altra misura, ovvero la potenza apparente, valutata in VA (da leggere voltampere).
Questa potenza "apparente" è tale perchè deriva dalla moltiplicazione brutale dei valori di tensione e corrente letti da due strumenti inseriti sulla linea, ma ha solo un valore indicativo per il dimensionamento delle linee, in quanto la potenza reale cambia momento per momento con il variare del carico e dello sfasamento tra i due valori.
Inoltre va aggiunto che, sopratutto in presenza di circuiti elettronici, le forma d' onda si discostano molto da quella teorica sinusoidale e questo introduce una ulteriore complicazione nella valutazione della reale potenza attiva assorbita dal circuito.

Comunque, come abbiamo visto adesso, sia che il fattore di potenza sia alto, sia che sia basso, ugualmente corrente è richiesta dalla linea e le centrali elettriche devono lavorare per generarla : sia che il fattore di potenza sia alto sia che sia basso, scorre comunque una corrente e questa va generata e trasportata.

E a noi cosa interessa ?

Personalmente, potremmo dire ben poco : è un fenomeno che non vediamo e sul quale non abbiamo alcun controllo diretto.
In pratica questo interessa moltissimo le aziende produttrici di energia, in quanto la produzione di energia elettrica richiede che vengano consumate altre risorse, dai combustibili fossili (centrali termorelettriche) a quelli "naturali" (geotermica, idraulica, eolica, ecc). Ovviamente queste conversioni hanno un certo rendimento e, dato che le materie prime e gli impianti hanno un costo, maggiore è questo rendimento, minore sarà il costo dell' energia prodotta. Inoltre, questa energia è prodotta in luoghi spesso lontani da quelli di consumo ed anche le linee elettriche che la trasportano hanno costi e rendimenti.

E qui veniamo al punto centrale del problema, ovvero alla produzione ed al trasporto dell' energia elettrica.

La distribuzione dell' energia elettrica fa fronte, a parte casi speciali, essenzialmente a tre ambiti : illuminazione, riscaldamento e movimento. Nel caso di illuminazione, buona parte è prodotta con lampade ad incandescenza, caso in cui, come abbiamo già accennato, il fattore di potenza è vicino a 1. (diverso è il caso di altri sistemi di illuminazione, come lampade a fluorescenza, a gas, ecc). Lo stesso discorso si può fare per il riscaldamento elettrico.
Diverso, invece, il caso di movimento, in quanto la maggior parte dei motori elettrice sono carichi fortemente induttivi, ovvero nei quali la componente principale non è la resistenza, ma l' induttanza degli avvolgimenti. ed in cui il fattore di potenza può scendere anche a bassi valori, con una evidente prevalenza della componente "reattiva" della potenza.
Questa potenza reattiva non compie un "lavoro" e , teoricamente, non corrisponderebbe neppure ad un costo di produzione. In effetti, però i generatori elettrici alle centrali devono comunque girare e l' energia , anche se reattiva, viaggia sulle linee di distribuzione e quindi ha un costo per le società produttrici.

Queste società recuperano i costi (e l' utile !) attraverso un metodo di tariffazione di quanto consumato dagli utenti che avviene attraverso la lettura di "contatori". Questi contatori misurano la potenza (in watt o kilowatt) per il tempo e , nella comune versione elettromeccanica (quella con la finestrella di vetro dove si vede un disco girare e i numerini del conteggio che salgono inesorabilmente) fanno riferimento ad una misura di potenza attiva, escludendo quella reattiva.
Quindi, se la mia utenza consumasse, per assurdo, solo potenza reattiva, il contatore sarebbe fermo e la bolletta a zero, anche se la centrale elettrica e le linee di distribuzione dovrebbero essere comunque in funzione.

E' ovvio che questo non accade ad un comune utente "domestico" e il suo fattore di potenza medio sarà accettabile; in pratica gli apparecchi per uso domestico sono costruiti per presentare fattori di potenza con un limite minimo di 0,75.


Diverso è il caso di utenti speciali, come industrie manifatturiere, processi chimici, siderurgici, ecc., tutte cose che si presentano come carichi fortemente sfasati e che quindi consumano una rilevante potenza reattiva, con fattori di potenza che si abbassano anche a 0,2.
Allora la società di distribuzione dell' energia provvederà a piazzare misuratori di energia reattiva (ed emettere le relative bollette salate), il che costringerà l' utente a installare sistemi di "rifasamento", ovvero dispositivi che intervengono momento per momento per correggere il fattore di potenza, mirando a portarlo quanto più possibile vicino a 1 e a non fare avanzare i contatori della potenza reattiva.
In generale, essendo i carichi costituiti da motori (induttivi) il sistema di rifasamento è effettuato con batterie di condensatori.

E' qui evidente che il rifasamento non ha niente a che vedere con il funzionamento dei motori, non li modifica nè ne modifica le caratteristiche, il rendimento, il calore prodotto, la velocità o la durata. Si tratta solamente di aggiungere esternamente ad un carico che è "sbilanciato" verso una componente (in questo caso induttiva) l' equivalente opposto (in questo caso capacitivo) che la compensi e riporti in fase corrente e tensione.

In sostanza, anche se si tratta di una conclusione molto riduttiva, un carico a fattore di potenza 1 è preferibile in quanto migliora il rendimento generale della produzione/distribuzione dell' energia e quindi, indirettamente, ha anche una valenza di risparmio energetico ed ambientale-ecologico. Da queste considerazioni globali e per altre ragioni, la normativa nazionale ed europea tende a emettere leggi in questa direzione.

... e il PC ?

E qui veniamo finalmente al punto che ci interessa direttamente, ovvero l' alimentatore del PC.
Fino a prima della normativa europea, nessuno si era particolarmente interessato al problema, in quanto le potenze utilizzate, in confronto a quelle di altri elettrodomestici, sono basse (ad es. lavatrice 1000-2000W, PC 250W).
Però, l' aumento del numero dei PC installati e l' aumento del loro consumo medio hanno fatto si che anche questo segmento ricadesse sotto la legiferazione comunitaria, con la nascita dell' obbligo di inserire un circuito di rifasamento.

L' alimentatore PC, per le sue caratteristiche costruttive, è essenzialmente un carico con un fattore di potenza basso, di tipo capacitivo, per cui un primo approccio, il più semplice, è quello di aggiungere la componente mancante, ovvero quella induttiva, realizzata con bobine avvolte su nuclei metallici. Questo è il sistema di correzione passiva..

Diversamente, però, da un motore elettrico, l' alimentatore non ha parti in movimento, ma solo componenti elettronici e risulta più semplice l' adeguarlo ad un fattore vicino ad 1 con un approccio puramente elettronico.
La correzione passiva è il sistema meno costoso e fornisce un adeguato valore medio del fattore di potenza corretto, mentre sarà vario, a seconda del carico imposto a valle dell' alimentatore

Da qui l' idea di inserire una correzione attiva : in questo caso un circuito elettronico modifica istante per istante il valore del fattore di potenza, cercando di mantenerlo quanto possibili al massimo. Il sistema è più costoso, ma il valore medio è il più alto possibile.

Il più alto possibile si intende in relazione al fatto che un fattore 1 sarà in qualsiasi caso impossibile da raggiungere perchè non viene modificata la struttura del circuito dell' alimentatore vero e proprio, ma solo aggiunta una componente di correzione.

Va osservato anche che la forma delle correnti/tensioni assorbite da un circuito in alternata ben raramente corrisponde alle perfette forme sinusoidali dei diagrammi teorici, in quanto si introducono deformazioni anche consistenti dovute alla presenza contemporanea di induttanze e capacità e di campi magnetici ed elettrici alternati non uniformi, di fattori di risonanza, di filtraggio, ecc., con la conseguente generazione di armoniche a frequenze elevate. Oltre a questo, concorrono a produrre disturbi a varie frequenze anche le strutture stesse di vari dispositivi, come i motori a collettore (provare ad accendere una radio in prossimità di un phon o di un rasoio elettrico), starter di lampade fluorescenti . Così pure nel caso di alimentatori elettronici, in cui la conversione delle tensioni è fatta con complesse parzializzazioni dell' energia primaria e che generano un elevato numero di armoniche.
Un miglioramento del fattore di potenza potrà essere utile anche alla riduzione di questi disturbi.

In conclusione, serve o no questo PFC ?

Da un punto di vista dell' utente singolo, che pensa al proprio orticello, la risposta è sicuramente no. Infatti da un punto di vista puramente egocentrico, gli unici che ne traggono vantaggio sono le società di distribuzione, in quanto se il vostro alimentatore presenta 100W a fattore di potenza 0, 5, vi troverete fatturati 50W. Se il fattore di potenza è 0,98, ve ne troverete fatturati 98 ! Quindi, in tal senso, sarebbe auspicabile un fattore di potenza 0!

Però, se vediamo la cosa da un punto di vista generale, non possiamo che concordare con ogni tentativo di miglioramento del risparmio energetico globale e della riduzione dello smog elettromagnetico; i PC installati, per quanto poco possano consumare, sono milioni ed è insensato sprecare risorse sensibili se è possibile evitarlo con interventi minimi.

Quanto agli imbonitori da fiera e ai loro epigoni, il cui clamore è proporzionale all' utile ricavato, vale in generale quanto si sa già comunemente, ovvero che l' ignoranza della gente è mezzo di sopravvivenza dei furbi; ma va anche ricordato che l' ignoranza è fatto facilmente sanabile :è questione di volerlo.



Allora, cosa fa il PFC ?

- migliora l' efficienza delle reti di distribuzione dell' energia elettrica, riducendo la quantità di potenza reattiva che i circuiti si scambiano, riducendo i costi di produzione e trasporto e quindi aiutando nel senso di un risparmio di risorse.
- riduce le armoniche prodotte e quindi riduce lo smog elettromagnetico



Allora, cosa non fa il PFC ?

- non migliora la stabilità della tensione ! Un circuito alimentatore con o senza PFC funzionano altrettanto bene. Il PFC in genere non riguarda minimamente la parte di conversione della corrente da alternata a continua e tanto meno la stabilizzazione di queste tensioni. Il circuito PFC riguarda la parte di correzione del fattore di potenza del carico presentato sulla linea di alimentazione dell' Enel.

- non prolunga la vita dell' alimentatore ! Non è un sistema anti disturbi, non è un filtro contro le sovratensioni, non salva dai corto circuiti. Semmai è una ulteriore aggiunta di elettronica (nel caso di sistema attivo) che andrà ad aumentare i componenti soggetti a guasto. Il miglioramento del fattore di potenza non ha niente a che vedere sulla durata dell' alimentatore, con la sua sicurezza o con la soppressione di sovratensioni provenienti dalla rete.

- non riduce il consumo di energia ! Comunque, non quella al contatore di casa. Al contrario, proprio potendo ridurre a zero il fattore di potenza del nostro carico, il contatore non incrementerà di nulla !!! (si è verificato nel passato appunto il casi di furbi con sufficienti conoscenze tecniche che , avendo rifasato "al contrario" il loro impianto, hanno ridotto le loro bollette, anche se l' ente erogatore se ne è accorto dopo non molto tempo).
Il suo beneficio riguarda l' insieme delle risorse concernenti la produzione e la distribuzione dell' elettricità ed è in questa ottica globale che consiste il vantaggio.

- non migliora il rendimento dell' alimentatore ! Non avendo generalmente nulla a che fare con il sistema di conversione e regolazione, in quanto è un componente del tutto esterno al "core" dell' alimentatore, non ha alcuna funzione nel miglioramento del rendimento della conversione. Un alimentatore che presenta sulla linea un fattore di potenza 1 progettato male dissiperà in calore più energia di uno con un fattore di potenza 0,5 ben progettato .

- non "altera la forma d'onda della corrente in ingresso e conduce a diversi effetti benefici", almeno non nel senso taumaturgico-miracolistico che pretendono gli estensori di questo "panegirico al PFC". Chi andasse ad osservare le forma d' onda troverebbe ben altro che le perfette sinusoidi della teoria !
Sicuramente va detto che il riporto a fattore unitario comporta una diversa forma d' onda e, in questo senso, una riduzione dei disturbi elettromagnetici riflessi sulla linea di alimentazione. Va ricordato che i problemi di generazione di disturbi ad alta frequenza non sono causati da un basso fattore di potenza, bensì dalla natura stessa del circuito a commutazione (switching mode) che costituisce il fulcro degli alimentatori PC classici.

Inoltre :

- attivo è migliore di passivo ? Assolutamente no !
Sicuramente la tecnologia impiegata nell' implementazione di circuiti di rifasamento elettronici è notevole, ma per quanto riguarda l' utente, il fatto che la correzione del fattore di potenza sia attiva o passiva non ha alcun peso, né tanto meno ne ha per i circuiti alimentati. Quello che importa è la qualità complessiva del progetto dell' alimentatore, che dipende da moltissimi fattori, di cui il controllo del fattore di potenza è marginale.
Più in generale, si può rilevare che lo schema base degli alimentatori PC correnti è il medesimo da anni e anni e solo minime modifiche sono implementate di quando in quando. L' introduzione dei circuiti PFC, attivi o passivi, si è risolta, anche per la loro natura, che abbiamo cercato di chiarire, solo come un innesto che non ha modificato minimamente il resto della struttura, che rimane invariata nella sua essenza.
Un sistema attivo avrà effetti migliorativi solo se sarà integrato nel progetto complessivo del controllo dello switching. Altrimenti sarà solo lievemente migliore di uno passivo.

In conclusione

In conclusione, il giudizio non è a sfavore del PFC, ma è solo l' indicazione che si tratta di una piccola, ma utile modifica ad un complesso stato di cose pre esistenti, che andrebbe rivisto complessivamente alla luce della situazione energetica globale.

Se vogliamo ricorrere ad un esempio, potremmo dire che il PFC è analogo alla marmitta catalitica delle auto.
Non migliora le prestazioni del motore, non aumenta la velocità, non riduce i consumi, non aumenta la sicurezza, non riduce i costi di gestione. Ma solo perchè questo non è il suo scopo : il suo scopo è quello di ridurre il tasso di inquinamento atmosferico del motore ed in tal senso diventa un addizionale indispensabile per chiunque sia alla guida.
Miglioramenti nelle prestazioni, consumi, sicurezza e costi dell' auto non derivano certo dall' aggiunta della marmitta catalitica, ma bensì da una eventuale revisione dei criteri costruttivi dell' intero veicolo.

Note

Sembra confermata una "incompatibilità" tra gruppi di continuità (UPS) di basso costo/qualità e alimentatori dotati di controllo PFC, sopratutto se del tipo attivo. Risultano casi di danneggiamento serio dell' alimentatore nella parte a tensione di rete a seguito di mancanze e ripristino di rete sotto UPS. La cosa è da ritenersi possibile nei casi in cui la forma d'onda generata dal gruppo di continuità sia particolarmente irregolare o l' elettronica del gruppo, nelle transizioni tra rete e mancanza di rete, generi picchi o deformazioni della sinusoide tali da innescare risposte distruttive nella circuiteria dell' alimentatore.
A questo problema, l' unica soluzione possibile è quella di utilizzare UPS di qualità, con forma d' onda sinusoidale ed evitando i modelli off-line (a intervento).


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Aggiornato il 21/01/05.




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Sono rimasto solo e la mia mente è vuota
Ho bisogno di tempo per farmi tornare in mente i ricordi
Quello che ho visto
Questa notte è stato reale e non solo fantasia
Proprio quello che ho visto nei miei vecchi sogni era
Il riflesso della mia mente pervertita
Perché nei miei sogni vedo sempre la faccia maligna che mi torce la mente
E mi porta alla disperazione
La notte è nera e non mi vuole trattenere
Perché guardo proprio qualcuno che mi sta osservando
Nella nebbia figure scure si muovono e si intrecciano
Tutto questo è la realtà o qualche specie di inferno
666 il Numero della Bestia
L'inferno e il fuoco sono generati per essere sprigionati
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Come iniziano ad urlare, le mani si alzano al cielo
Nella notte i fuochi bruciano luminosi
Il rito è iniziato, il lavoro di Satana è compiuto
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Il sacrificio continuerà stanotte
Questo non può andare oltre, devo avvisare la legge
Questo è vero o è solo qualche folle sogno
Mi sento attirato dal canto maligno dell'orda
Sembra che mi stanno ipnotizzano... non posso evitare i loro occhi
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666 quello per me e per te
Sto andando a casa, ma ritornerò qui
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bell'articolo.
ovviamente non ho capito na sega.




Ciaozzz



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quante volta hai sentito che il pfc degli a,imentatori miogliorava la resa del pc e riduceva i consumi??

nn è vero una sega [SM=x39860]


cazzo che riassunto [SM=x39896]




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Mai sentito.
leggevo solo pfc nelle caratteristiche e non sapevo manco che cazzo fosse [SM=x39897]



Ciaozzz



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ora lo sai [SM=x39897]




THE NUMBER OF THE BEAST
<< Ma guai a voi terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore
sapendo che gli resta poco tempo... Chi ha l'intelligenza calcoli in numero della bestia
essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. >>
Sono rimasto solo e la mia mente è vuota
Ho bisogno di tempo per farmi tornare in mente i ricordi
Quello che ho visto
Questa notte è stato reale e non solo fantasia
Proprio quello che ho visto nei miei vecchi sogni era
Il riflesso della mia mente pervertita
Perché nei miei sogni vedo sempre la faccia maligna che mi torce la mente
E mi porta alla disperazione
La notte è nera e non mi vuole trattenere
Perché guardo proprio qualcuno che mi sta osservando
Nella nebbia figure scure si muovono e si intrecciano
Tutto questo è la realtà o qualche specie di inferno
666 il Numero della Bestia
L'inferno e il fuoco sono generati per essere sprigionati
Le torce fiammeggiano e canti sacri vengono innalzati
Come iniziano ad urlare, le mani si alzano al cielo
Nella notte i fuochi bruciano luminosi
Il rito è iniziato, il lavoro di Satana è compiuto
666 il Numero della Bestia
Il sacrificio continuerà stanotte
Questo non può andare oltre, devo avvisare la legge
Questo è vero o è solo qualche folle sogno
Mi sento attirato dal canto maligno dell'orda
Sembra che mi stanno ipnotizzano... non posso evitare i loro occhi
666 il Numero della Bestia
666 quello per me e per te
Sto andando a casa, ma ritornerò qui
Possederò il tuo corpo e ti brucerò
Io ho il fuoco e ho la forza
Ho la potenza per attuare la mia maledizione

I buoni vannoinvece ioche sonovado dove voglio

Errare è umano, perseverare è cattolico

27/06/2005 20:30
 
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So cosa non fa , ma non cosa fa!

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Ciaozzz



PENTITEVI! FINCHE' SIETE IN TEMPO, PENTITEVI!!!
La Scozia ha Nessie, gli Usa hanno il BigFoot
ed il Tibet ha lo Yeti.
Noi di Vnw abbiamo Penics, la nostra grottesca creatura.


Supremo Adoratore della PERUSSOLA
Finche' c'e' birra c'e' speranza !!!

Aiutaci anche te ad Uppare questo TOPIC
potrai vincere ricchi premi e cottilons !!!
27/06/2005 21:28
 
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Se vogliamo ricorrere ad un esempio, potremmo dire che il PFC è analogo alla marmitta catalitica delle auto.
Non migliora le prestazioni del motore, non aumenta la velocità, non riduce i consumi, non aumenta la sicurezza, non riduce i costi di gestione. Ma solo perchè questo non è il suo scopo : il suo scopo è quello di ridurre il tasso di inquinamento atmosferico del motore ed in tal senso diventa un addizionale indispensabile per chiunque sia alla guida.




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<< Ma guai a voi terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore
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Sono rimasto solo e la mia mente è vuota
Ho bisogno di tempo per farmi tornare in mente i ricordi
Quello che ho visto
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Perché nei miei sogni vedo sempre la faccia maligna che mi torce la mente
E mi porta alla disperazione
La notte è nera e non mi vuole trattenere
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Tutto questo è la realtà o qualche specie di inferno
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Le torce fiammeggiano e canti sacri vengono innalzati
Come iniziano ad urlare, le mani si alzano al cielo
Nella notte i fuochi bruciano luminosi
Il rito è iniziato, il lavoro di Satana è compiuto
666 il Numero della Bestia
Il sacrificio continuerà stanotte
Questo non può andare oltre, devo avvisare la legge
Questo è vero o è solo qualche folle sogno
Mi sento attirato dal canto maligno dell'orda
Sembra che mi stanno ipnotizzano... non posso evitare i loro occhi
666 il Numero della Bestia
666 quello per me e per te
Sto andando a casa, ma ritornerò qui
Possederò il tuo corpo e ti brucerò
Io ho il fuoco e ho la forza
Ho la potenza per attuare la mia maledizione

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27/06/2005 21:34
 
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ma io mica guido col pc a fianco!



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27/06/2005 21:47
 
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