"Bowling a Columbine" di Michael Moore

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Nikka84
00venerdì 21 maggio 2004 08:16


Il ricco, aberrante e vergognoso mercato delle armi da fuoco è il nuovo obiettivo preso di mira dal celebre documentarista americano Michael Moore. Partendo dalla strage della Columbus High School, dove nel 1999 tredici alunni furono massacrati da due compagni, Moore traccia un preoccupante bilancio. Gli Stati Uniti vantano il più alto tasso di morti violente per anno, nonché il più alto numero di armi da fuoco pro-capite...


Veramente un bel film-documentario....che mira a fare della critica ma con chiarezza, andando ad intervistare la gente di strada, i feriti, gli abitanti del posto...
Io l'ho visto ieri sera e sono rimasta davvero molto colpita.

Voi l'avete visto?

[Modificato da Nikka84 21/05/2004 8.16]

Lanciatrice-di-coriandoli
00venerdì 21 maggio 2004 19:40
Si l'ho visto!!![SM=x39859]
E mi è piaciuto molto![SM=x39884] [SM=x39890] [SM=x39890] [SM=x39884]
Credo sia molto interessante la teoria di Moore che la violenza in USA non dipenda da nient'altro che dal terrore che lo Stato mette ai propri cittadini! Una teoria supportata da tutte le prove possibili e alla quale credo...volevo farci la tesi di laurea su questo film...poi ho optato per qualcosa di un pò più leggero, giusto per non farmi venire un infarto a 28 anni!!![SM=x39939]
Comunque lo consiglio: uno statunitense che non ha paura di fare e farsi domande scomode...forse l'unico vero patriota di cui ho sentito la voce!!![SM=x39884]
tom waits
00venerdì 21 maggio 2004 21:01
ecco, ve lo dico.

Micheal Moore mi sta un po' sulle palle.

A parte che da un punto di vista strettamente cinematografico i suoi lungometraggi sono d'una pochezza imbarazzante, e vabbè, ma anche le famigerate verità che dovrebbero emergere 'sì lapalissianamente, nella realtà, rimangono contorte e legate più che altro a slogan.
Avete letto il libercolo da cui è tratto il film in questione?
Una noia mortale, uan scrittura ridondante e da liceale a casa con la varicella.

I suoi film sono pregni solo di testo, le immagine sono mero corollario, e quindi, come appunto obiettava Godard pochi giorni fa, non rimangono che figure retoriche.

Le inchieste non sono stimolanti, entri al cinema a vedere Micheal Moore e non ne esci meravilgiato, più o meno già sai tutto.
Non sorprende, ricama sul risaputo, e senza troppa convinzione - ve la ricordate, a esempio, la banalissima conferma che in canada non usano le armi, effettuata mediate un controllo porata a porta?


mad283
00sabato 22 maggio 2004 17:52
"Cosa direi ai sopravvissuti della Columbine High School? Non direi niente. Starei piuttosto ad ascoltare quello che hanno da dire loro, che è una cosa che nessuno ha ancora fatto".
E' di Marilyn Manson la frase più bella del film. Proprio dall'Anticristo salito in Terra, da colui che è stato accusato in varie sedi di essere la vera ragione del Male che pervade le giovani menti della Generazione X, arriva il suggerimento più sensato di un documentario che ci narra i retroscena di una vicenda che di sensato ha ben poco.

Il 20 aprile 1999 è noto al mondo per essere stato il giorno del più massiccio bombardamento mai attuato dagli Stati Uniti nei confronti di una nazione straniera, nello specifico il Kosovo. Ma il 20 aprile 1999 è successa anche un'altra cosa, che magari ha avuto molta meno eco internazionale rispetto alll'azione militare ordinata dall'allora Presidente Clinton ma che merita certamente altrettanta attenzione: a Littleton, piccola cittadina del Colorado, due diciassettenni entrano a scuola armati di fucili ed esplosivi e uccidono 12 compagni e un insegnante. Partendo da quell'evento, il regista Michael Moore chiede - e si chiede - quale sia la ragione che porta gli Stati Uniti d'America ad avere il primato mondiale di omicidi con armi da fuoco, facendo il vuoto nei confronti di tutti gli altri paesi (quasi 11.200 omicidi l'anno negli USA, contro i 400 scarsi della Germania).

"Bowling a Columbine" (il titolo deriva dal fatto che i due responsabili del massacro seguivano un corso di bowling alternativo all'insegnamento scolastico dell'Educazione Fisica) non è un bel documentario. Non è un buon documentario. Non lo è perché quando si gira un documentario bisognerebbe presentare una situazione - raccontare una vicenda - in maniera chiara, completa e acritica. Bisognerebbe astenersi dall'esprimere la propria opinione. Invece, Moore parte da quella che è la sua opinione riguardo l'eccessiva violenza negli Stati Uniti (troppo facile procurarsi un'arma da fuoco) e fa di tutto per provare di avere ragione. In questo realizza decisamente un film di propaganda, tant'è che quando la sua visione dei fatti vacilla (in Canada ci sono 7 milioni di armi da fuoco a fronte di 30 milioni di abitanti, eppure non si sparano addosso e nessuno chiude a chiave la porta di casa) rischia di esprimere la stessa opinione degli "esperti" (hey: i telegiornali hanno un taglio più serio e sono meno terrificanti che da noi!), per poi tornare a battere la strada che voleva percorrere fin dall'inizio, finendo per sfiorare l'inconcludenza e finendo soprattutto per sottovalutare quella che sembra invece essere la ragione più plausibile della grande differenza tra i due stati nord americani: la serietà dei politici e la conseguente serietà dei loro programmi.

Ma "Bowling for Columbine" è un film straordinario: Moore sa far cinema, sa giocare bene con il mezzo filmico, dimostra di saper raccontare con pochi fotogrammi tutte le sue idee, riesce a trasmettere emozioni con soluzioni originali e montaggi non banali. E sa fare critica: in una maniera leggera, ironica, quasi satirica; ma straordinariamente efficace. Nel corso del film dà spazio a gente spesso vituperata (Marilyn Manson appunto, ma anche il Matt Stone di "South Park"), fa parlare gente che i media "seri" non ascoltano (South Central L.A. è pericoloso? Non è vero e ve lo dimostro), sbertuccia quelli che comandano (in particolare Charlton Heston, ma anche gli ultimi tre Presidenti degli Stati Uniti) e soprattutto demolisce l'aura di serietà e onnipotenza che i media si portano dietro (parlare seriamente dei problemi seri non fa audience?).
Tutto questo, Moore l'ha fatto anche attraverso trucchetti (come girare campo e controcampo in momenti diversi) assolutamente fuori luogo, in un documentario; ma l'ha fatto con un'efficacia e una chiarezza espositiva decisamente non comuni. Ha potuto farlo, ha saputo farlo, anche (soprattutto?) perché Moore è di Flint, in Michigan, uno dei posti più poveri di tutti gli Stati Uniti. Una cittadina in cui, durante la lavorazione di questo film, un bambino di 6 anni ha ucciso una compagna di classe con un colpo di pistola, una pistola trovata in casa dello zio. Ma chissà? Forse se sua madre non avesse dovuto fare due lavori per pagare l'affitto, riuscendo così a passare un po' più di tempo con lui, il piccolo non sarebbe diventato un assassino. Certo che i Potenti non hanno mai fatto nulla per aiutare veramente quella donna e tutti quelli che si trovano nella stessa situazione. Perché in fondo la donna, nera e senza marito, impastava dolci in un centro commerciale frequentato da benestanti, ed è così che il mondo funziona... It's a wonderful world, isn't it?

theropithecus
00domenica 23 maggio 2004 20:11
Visto e mi è piaciuto, l'ho trovato molto divertente....[SM=x39859]
Shin W.
00domenica 23 maggio 2004 21:43
visto, l'argomento è interessante, le accuse lanciate ad alcune organizzazioni sono chiare e coraggiose; ma a dire il vero, lui non mi piace; non mi piace il suo modo di trattare certe persone, in alcuni momenti ho avuto addirittura l'impressione che fosse lui il giornalista d'assalto-sanguisuga, che tanto attacca durante il "film".

Ammetto però che l'idea dei proiettili da restituire a rivenditori sia geniale, da shok. E il risultato da lui ottenuto con questa manovra è altrettanto notevole.
Uomo di Stracci
00lunedì 24 maggio 2004 07:08
Bello, per quanto non mi piacciano i film-documentario. Memorabile la scena del ragazzo vestito solo di maglietta e pantaloni larghi che produce da questi ultimi un intero arsenale con tanto di Uzi, caricatore e fucile a pompa...
theropithecus
00lunedì 24 maggio 2004 12:56
Re:

Scritto da: Uomo di Stracci 24/05/2004 7.08
Bello, per quanto non mi piacciano i film-documentario. Memorabile la scena del ragazzo vestito solo di maglietta e pantaloni larghi che produce da questi ultimi un intero arsenale con tanto di Uzi, caricatore e fucile a pompa...




figo pure l'inizio quando lui va in una banca ad aprire un conto e gli regalano un fucile carico....[SM=x40001]
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