Dpo essere riuscito a fare un film sgangherato e ridicolo come "9 settimane e mezzo",
un film fasullo e isterico come "Attrazione fatale",
un film finto trasgressivo, corrivo, furbastro e odioso come "Proposta indecente",
un film squallido e inutile come il remake di "Lolita",
Adrian Lyne conferma tutto il suo speciale talento di riciclatore di avanzi in carta stagnola con "L'amore infedele", sciocco e insopportabile rifacimento di un bel film di Claude Chabrol del 1968.
Adesso mi è finalmente chiaro qual è il talento di Adrian Lyne. E' lo stesso talento degli sfruttatori. Il suo rapporto con il cinema è uguale a quello di un ruffiano con la bella donna che sfrutta e da cui si fa, grassamente e senza troppa fatica, mantenere.