ARARAT

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wartr
00martedì 6 maggio 2003 13:04
(di Atom Egoyan)

L'ho visto ieri, l'ho trovato bello.
La tragica e poco nota vicenda del popolo armeno, massacrato barbaramente dai turchi nel 1915, si intreccia con i drammi di una famiglia, di origine armena, emigrata in Canada. Le incomprensioni, gli odii, celano un disagio profondo che risale in qualche modo alla tragica vicenda.
In Canada si gira un film, un film nel film, che mette in scena l'eccidio partendo da una biografia di un grande artista armeno, testimone della strage e autore di un quadro che lo ritrae assieme alla madre, "estraniandola da un elenco di nomi senza volto, e donandole l'immortalità".
La figura dell'artista aleggia, manifestandosi solo in sparuti e silenti flashbacks, per l'intera durata del film, ossessionando i protagonisti, appassionando gli estranei alla vicenda, facendo balzare alla memoria echi di urla e boati lontani. Distruggendone l'opera, una ragazza troverà finalmente pace.

Molti temi: il film nel film, l'attualità della storia, la vitale importanza della memoria; persino il taglio della tela che rimanda a Schifano. Sokurov aveva tentato un percorso simile ne "La casa russa", ma le opzioni stilistiche erano molto differenti.

Lo consiglio a tutti, anche se può sembrare noioso non lo è.
Qualcun altro lav'visto? [SM=x39858]
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