Bevuta stasera alla fiera del soco.
in bottigia. purtroppo mi han dato un bicchiere da vino per cui non me la son gustata appieno
Comunque strana e buona.
Eccone la decrizione da sto
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Chiara o scura, con riso dall’India e quinoa dalla Bolivia, anche la birra diventa equa e solidale.
Cosa succede quando l’esperienza dei maestri birrai fiamminghi incontra materie prime eque e solidali, prodotte e commercializzate nel rispetto dei diritti dell’uomo e dell’ambiente?
Succede che nasce una birra speciale, ricca di storia e di biodiversità. Una nuova occasione per gustare un prodotto ad alta qualità e dignità e per rendere equo e solidale anche il tradizionale rito della birra.
La birra altromercato viene prodotta da un’antica “brouwerji” belga situata nei pressi di Gent, le cui origini risalgono al XVII° secolo.
Realizzata con metodi classici e garantita dalla tradizione belga, è caratterizzata in particolar modo dalla doppia fermentazione: una prima che ha luogo durante il normale processo produttivo; una seconda che si completa in bottiglia, donando alla birra un sapore speciale e una distintiva torbidità d’aspetto.
Negli ingredienti, ai classici orzo e malto si affiancano riso, quinoa e zucchero di canna del commercio equo e solidale, per un totale in valore pari al 62% (acqua esclusa).
Ne risulta una birra di struttura e corpo importanti, disponibile sia nella versione chiara, più delicata al palato, sia in quella scura, dal gusto più persistente.
Una birra equa e solidale con un particolare valore aggiunto: l’alto tasso di biodiversità, grazie alla presenza della quinoa dalla Bolivia e del riso dall’India.
La quinoa, pianta coltivata da oltre 5000 anni sugli altipiani delle Ande, è da sempre cibo essenziale e pianta sacra per le popolazioni andine, grazie alle numerose proprietà nutritive contenute nei suoi semi tondi, simili a quelli del miglio. Minacciata dall’avanzare delle monoculture e difesa dalle popolazioni indigene come prezioso elemento di identità culturale, è divenuta simbolo di biodiversità per il commercio equo e solidale, che ha contribuito a difenderne la coltivazione consentendone uno sbocco sul mercato occidentale. I consumatori del commercio equo hanno imparato a conoscerla dapprima sottoforma di semi, poi come nota particolare in alcuni dei prodotti più tradizionali della nostra cultura alimentare, come la pasta altromercato – realizzata in parte con farina di quinoa – e la birra.
Dall’India viene invece il riso, parte del quale proviene da Navdanya, realtà fondata dall’economista e scienziata Vandana Shiva per proteggere la biodiversità – intesa come base del sostegno culturale e materiale del popolo indiano e rappresentata innanzitutto dalla coltivazione sostenibile del riso – e per difendere le sementi tradizionali dall’invasione di quelle transgeniche.
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