Luogo di svolgimento: la grande ed operosa città (Milano)
Tempo: qualche giorno fa - tramonto/sera
Località: amena banchina di amena stazione della metropolitana
Personaggi e interpreti:
Lei, Lui, Varia umanità, l'Attonito Astante...
Scena Prima.
Ora di rientro dal lavoro, Varia Umanità sciama mollemente ed affannosamente nella frequentata stazione semi-periferica della molto frequentata linea dell'ancor più frequentata metropolitana, vanto ed orgoglio della Nostra città...
Varia Umanità si sparpaglia e si distribuisce in un cosmico caos di casualità lungo la per ora vuota banchina riempiendola...
fra la Varia Umanità si può riconoscere l'Attonito Astante in quel momento non ancora Attonito ma sempre Astante (astante nel senso che a-sta a qqua...)
Il comodo e servizievole display in mezzo alla vieppiù affollata banchina fa la sua dignitosa parte recitando 1° treno Sesto Effesse che non significa che il sesto a d arrivare o a leggere è un povero sprovveduto ma semplicemente il capolinea del treno che di lì a poco passerà.. infatti il messaggio continua con Attesa 7min. (di lì a ... POCO???)
Scena seconda.
nella affollata ed cicalecciante banchina arriva Lui, ma forse c'era già e che ne so io ? boh? ero Astante mica stavo facendo il Censimento degli utenti del treno delle 25 e zero-un-mezzo...
Lui, dunque vestito (per fortuna...) con un normale vestito di una qualunque giornata di lavoro, fresco e odoroso come una qualunque fine giornata di lavoro con la sua qualunque valigetta in mano qualunque come quella dell'altra Varia Umanità... l'Attonito Astante (non ancora Attonito ma sempre Astante) non ha una valigetta... che gli frega? non si porta il lavoro a casa...
ad un certo punto sopra il cicalecciare, lo sferragliare del treno opposto (che chissà perchè arriva SEMPRE prima del tuo...), le ultime notizie di metrotv e la musichetta dell'elemosiniere di turno s'ode un accorato richiamo...
"Giaaaaaaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnnnnnnnnnnnnnniiiiiiiiiiiiiiiiiiii!"
(il nome è inventato poteva anche essere Filimario o Palmambrogio o Piercarlarturo, per me... Gianni si scrive prima...)
seguito da un (che piaceeeeeeeeeeeeere vedeeeeeeeeeeeeeeeeeerti...!"
il povero Lui (che ora sappiamo chiamarsi Gianni) si guarda attorno un po' smarrito cerca fra la Varia Umanità l'origine del richiamo ma ... nulla... così torna ai suoi pensieri che poi sono gli stessi di tutta la Varia Umanità e dell'Astante che sta cominciando ad essere se non Attonito, almeno Attento... e cioé: "Ma quando MarCazpio arriva 'sto fancoil d'un treno?????"
Scena terza
Varia Umanità ha un movimento sussultorio/ondulatorio dovuto al rombo che preannuncia l'arrivo di Sua Maestà il Treno... Evvvvai... finalmente... speriamo ci sia da sedere... che fai stasera... dove scendi?... no io aspetto Pino... vado lì perchè c'è la scala mobile.,.. se non si sbriga perdo il treno...
insomma le classiche frasi da Varia Umanità che tenta di tornare a casa dopo essersi abbondantemente riposata in un comodo ufficio guardandio le gambe della segretaria del secondo piano o il nuovo assunto dell'Amministrazione...
in un modo o nell'altro Varia Umanità si stipa dentro i vagoni... per un di quei casi che solo gli imperscrutabili disegni del destino conoscono Gianni si accomoda in piedi vicino all'Astante Furetto che aveva adocchiato un posto a sedere (15 fermate in piedi? no, grazie...) e quindi si rilassa (si fa per dire) fra una matrona con sei sacchetti della spesa ed uno studentello alle prese con chili di foglietti di appunti...
cullato dal movimento del treno l'Astante Assente si fa i suoi beati pezzettini di fatti suoi quando nuovamente si ode... "Giaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaannnnnnnnnnnnnnnnnnniiiiiiiiiii! Finalmenteeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!" L'Astanbte ormai finalmente Attonito sobbalza e spalanca occhi, occhiali, bocca e quant altro si possa spalancare mentre il povero Gianni viene scrollato e sbatacchiato in un polipesco abbraccio da.... ma cosa sarà quell'Essere multiforme esteso quanto Largo Cairoli (in quanto largo) che si tentacola addosso sopra sotto a sinistra a destra del buon Gianni... che avrà mai fatto di male questo poveretto per subire cotanta dimostrazione di arti marziali... avrà venduto televisori ai talebani? avrà regalato una perla a un porco? avrà sposato un venditore di cozze surgelate di Merano?...
mah... mistero...
scena ultima
il nodo scorsoio di tentacoli multiformi e colorati finalmente si dipana e ne esce il misero Gianni alquanto più sconvolto e stropicciato di prima che con un timido e per niente sincero (si capisce... eh pover'uomo ma se non lo dice viene mangiato) "Carissima Maria (altro nome inventato ma scrivere Genoveffa Caterina Guidobalda Serbelloni Mazzanti Viendalmare Finoaimonti ci sto una vita e mi cade il collegamento...) che piacere vederti, come stai?"
la suddetta Maria si illumina che neanche i fuochi d'artificio a capodanno e garrula cinguetta "benissimo cicci (testuale, lo giuro...), e tu..." "Mah.. insomma - si schernisce lui- un po' stanco" e muove un timido passo verso la porta in cerca di una troppo lontana speranza di fuga... ma è tardi... lei ormai lo ha preso e se lo ritrita come un passato di verdure, frullato con milkshake... e "cicci qui e cicci là" fino a ridurre il miserrimo Gianni ad un relitto del Bounty riaffiorato dalle tempeste...
allora direte Voi, miei 14 lettori assonnati (dotta citazione... eheheh, la classe...), dov'è la catastrofe...
eh miei cari... dovevate esserci... la leggiadra Maria infatti era un ameno donnino di circa 150 cm di altezza/profondità/diametro/peso vestita(??????) con un frivolo toppettino attillato di quelli che oggi si mettono le fanciulline in fiore di color verde pisello intenso che lasciava audacemente scoperto l'ombelico (ombelico??? tanta di quella pancetta budriosa da fare la carbonara per un esercito di cavallette bulimiche) abbinato con graziosa nonchalance a dei pantafuseaux (ma si scriverà così? mah.. perchè l'abbigliamento femminile ha sempre dei nomi così assurdi... guarda com'è lineare quello maschile... camicia, cravatta, braghe, jeans, felpa, maglione, giacca... no.. camicetta, taierino, scemisè, camiciola, gemelli (ma mica quelli che si mettevano ai polsini delle camicie), lupetto (E i tre porcellini???) sto divagando...) dicevo dei pantaquellarobalì di uno sbarazzino color lilla tenue che delineavano gioiosamente le deformi forme fino ad infilarsi in austeri stivaletti con snello tacco a spillo e punta tipo ammazzo-le-formiche-negli-angoli di un, finalmente normale, tanto normale da essere quasi fastidioso colore nero...
insomma una catstrofe estetica di dimensioni cosmiche che ha sconvolto il debole stomaco dell'Attonito Astante che nanche un abbonamento vitalizio a "Alkaselzing! stomaco forte in dieci facili lezioni" lo ha curato...
vabbé il mondo è bello perchè è vario ma certe volte si esagera...
bacioni e spero di avervi strappato almeno un (no un dente...) un sorriso...
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Luca
"When I live the life I please, then I will be a freeman"