Citazione doverosa!

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sicy
00martedì 12 novembre 2002 12:21
Titolo italiano: LA COSA DA UN ALTRO MONDO
Produzione: 1951 - USA, RKO, b/n, 87 min.
Regia: Christian Nyby e (non accreditato) Howard Hawks
Sceneggiatura: Charles Lederer e (non accreditato) Howard Hawks, dal racconto di John Wood Campbell jr. "Who Goes There?"
Effetti speciali: Donald Stewart
Musica: Dimitri Tiomkin
Interpreti: Kenneth Tobey, Robert Cornthwaite, Margaret Sheridan, Dewey Martin, Douglas Spencer, James Young, William Self, Eduard Franz, Sally Ceigthon, John Dierkes, James Arness

Gli uomini di una stazione scientifico-militare americana nel Polo Nord rinvengono un disco volante ed accanto un essere extraterrestre imprigionati nel ghiaccio. Il professor Carrington vorrebbe scongelare la "cosa" per sottoporla ad accurati esami scientifici, ma i militari si oppongono temendo il pericolo. Mentre si discute sul da farsi, un soldato di guardia alla creatura, inavvertitamente provoca lo scongelamento della "cosa" che riprende vita, manifestando in pieno la sua aggressività. Un arto che gli è stato troncato di netto da un cane da slitta, rivela che i tessuti della creatura sono simili ad un vegetale (una specie di "super carota" come viene definito), e che per sopravvivere deve nutrirsi di sangue. La caccia condotta dagli uomini contro il mostro, presto si trasforma nella caccia del mostro contro gli uomini asserragliati all'interno della stazione. Fallito tragicamente qualsiasi tentativo di soluzione pacifica, l'alieno viene attirato in una trappola ed ucciso con potentissime scariche elettriche.
Il film è firmato da Christian Nyby, ma è di Howard Hawks a tutti gli effetti. Vi si ritrovano, infatti, i temi prediletti e lo stile del grande regista: un gruppo di pochi uomini isolati ed esposti al pericolo, l'"antintellettualismo" che si dichiara esplicitamente nel ritratto dello scienziato (per il quale la scienza non deve arrestarsi di fronte al sacrificio della vita umana), la presenza (qui più che altrove) del tutto marginale della figura femminile, la rapidità del montaggio, la essenzialità dei dialoghi, l'accavallarsi delle battute a sottolineare i momenti di confusa concitazione.

La preziosa fotografia in bianco e nero di Russell Harlan (collaboratore di Hawks anche nel Fiume rosso e nel Grande cielo) è perfettamente intonata all'ambiente e all'asciuttezza della storia del film che ancora oggi può, a ragione, essere considerato uno dei migliori del genere di fantascienza



Titolo italiano: LA COSA
Produzione: 1982 - USA, Universal, col., 108 min.
Regia: John Carpenter
Sceneggiatura: Bill Lancaster dal racconto "Who Goes There?" di John Wood Campbell jr.
Effetti speciali: Rob Bottin, Roy Arbogast, Albert Whitlock
Musica: Ennio Morricone
Interpreti: Kurt Russell, A. Wilford Brimley, T. K. Carter, David Clennon, Keith David, Richard Dysart, Charles Hallahan, Peter Maloney, Richard Masur, Donald Moffat, Joel Polis, Thomas Waites, Norbert Weisser, Larry Franco

Un husky siberiano in fuga sulle nevi dell'Antartide viene ripetutamente fatto bersaglio dei colpi di fucile sparati da un elicottero norvegese che lo insegue. Gli uomini di una base scientifica americana verso la quale l'animale si avvicina assistono sgomenti alla scena che si conclude con l'esposione dell'elicottero colpito per sbaglio da una granata che il cacciatore intendeva lanciare contro la preda. Il pilota Mac Ready ed il dottor Copper si recano al campo norvegese per avere spiegazioni sull'accaduto, ma scoprono che l'accampamento è stato devastato da una furia sovrumana e che tutti i suoi occupanti sono morti. La causa è una creatura aliena precipitata sulla Terra che possiede la facoltà di assumere le sembianze degli esseri con i quali viene a contatto, mutando continuamente aspetto. Per gli uomini della base il problema è scoprire di quale corpo adesso l'alieno si è impadronito.
Più che un remake della Cosa da un altro mondo, il film di Carpenter è una rilettura (più fedele) del racconto di Campbell dal quale anche il primo aveva tratto ispirazione. A 30 anni di distanza l'una dall'altra, le due pellicole riflettono non soltanto - come è naturale - linguaggi cinematografici diversi, ma rimandano a due concezioni della vita diametralmente opposte. Il film del 1951, con il gruppo di uomini che esposti ad un pericolo comune scoprono una ritrovata unità, offriva una soluzione rassicurante dicendo che il buon senso, sfrondato da ogni intellettualismo, è l'arma vincente dell'uomo americano, saldo, integro e vigile di fronte ai pericoli che provengono dall'esterno. Carpenter, al contrario, frantuma ogni ottimismo portando nella sua fantascienza la personale convinzione di una società disgregata da fughe centrifughe, nella quale ciascun individuo è il nemico indecifrabile. La cosa di Carpenter al contrario dell'identificabile "uomo-carota" di Nyby ed Hawks, è di per sé l'indescrivibile, l'irrazionale, qualcosa di simile ad una montante follia contagiosa, e i suoi protagonisti nella loro intercambiabilità sono cose essi stessi, strumenti di un meccanismo che sfugge a qualsiasi definizione.
Il film fu un clamoroso insuccesso commerciale, tanto da indurre la Universal a revocare a Carpenter il progetto per la realizzazione di Fenomeni paranormali incontrollabili, diretto poi da Mark Lester. Gli ottimi effetti speciali, il trucco di Rob Bottin ed un largo impiego di risorse finanziarie, risultarono perdenti di fronte ad E.T. l'extraterrestre, il cui messaggio pacifista e consolatorio rispondeva in maniera più accessibile alle ansie di sentimento e domestica sicurezza del pubblico.

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