Compie 50 anni la Stratocaster, regina del rock

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piadina°
00lunedì 5 aprile 2004 10:20




La chitarra delle star fu inventata da un contabile che non imparò mai a suonarla

Ha suonato con Buddy Holly quando il rock era ancora in fasce, Jimi Hendrix l’ha messa al rogo sul palco dopo aver regalato al mondo la sua lancinante versione dell’inno americano, Bob Dylan ha scelto lei per inaugurare la fase elettrica che gli valse i fischi dei puristi a Newport ’65 e quel «Giuda» gridato con rabbia, come uno schiaffo, da un fan inglese, alla Free Trade Hall di Manchester, un anno dopo (e ancora gli esegeti discutono sulla risposta di Dylan, liar - «bugiardo» - rivolto al fan, oppure louder - «più forte» - rivolto alla band).

Eccola ancora sublime e leggera con i Beach Boys, arrabbiata con i Led Zeppelin, struggente tra le dita delicate di Eric Clapton che accarezzandola ha composto «Layla». Ecco ancora lei attraversare i decenni, gli stili musicali, dalla genesi del rock nelle nebbie degli anni ’50 passando per i Beatles, i Rolling Stones e i ragazzacci del punk anni ’70 fino ai palcoscenici di oggi: tra le mani del nuovo idolo giovane Jack White dei White Stripes, pallore mortifero e amore assoluto per i grandi del blues. Compie cinquant’anni la Fender Stratocaster, la chitarra dei grandi del rock, il mito a sei corde inventato da un pacato contabile che la chitarra non imparò mai a suonarla, «mi basta creare i migliori strumenti possibili per gli artisti, quella è la mia gioia».

E come a volte accade alle rivoluzioni, quella della Stratocaster è cominciata in silenzio, tre anni di lavoro di mister Leo Fender (con Freddie Tavares e Bill Carson) per arrivare a mettere sul mercato all’inizio del 1954 (249 dollari e 50 centesimi il prezzo, 1400 euro in valuta odierna) la sua creatura. Che fece però fatica a affermarsi: vista soprattutto come uno strumento da musica country e western impiegò dieci anni a affermarsi (e una leggenda che circola la dipinge come prossima al ritiro dal mercato finché Bob Dylan non la scelse per la svolta elettrica e George Harrison non la portò con sé al Magical Mystery Tour).

Fare musica senza la «Strat»? Impensabile, garantiscono gli appassionati: quelli famosi che riempiono gli stadi e quelli che sognano tour mondiali strimpellando nel garage dei genitori, o davanti allo specchio nella propria cameretta. E comunque il rock senza la Fender Stratocaster sarebbe come la fotografia senza la Leica, come l’automobilismo senza la Ferrari. Così quella chitarra (oggi i prezzi di listino vanno da 300 euro a 3000 per le edizioni limitate) inizialmente dileggiata dai critici come «un remo», «una padella fuori misura» è entrata indissolubilmente nell’iconografia del rock: George Harrison che la fissa con il suo sguardo gentile, eccola poi ricoperta del sudore oppiaceo di Keith Richards su un palco anni ’70.

Ecco David Gilmour dei Pink Floyd, Joe Strummer dei Clash (anche se preferiva la Telecaster nera), e poi The Edge degli U2. Kurt Cobain che per anni, genio squattrinato, dovette accontentarsi di taroccate versioni giapponesi. E il successo vero, per il poeta di Seattle imbarazzato dal lusso che obbligò la moglie Courtney a riportare un’auto fuoriserie dal concessionario («Troppo lussuosa, non fa per noi»), non arrivò con i dischi d’oro. Ma con una Stratocaster realizzata su misura.
Xf-1024
00giovedì 8 aprile 2004 01:16
io sono per le Gibson...


ecco la Les Paul, non so quanti anni ha ma li porta benissimo... [SM=x39993] :



eccola qui, in braccio a zio Kirk...



e qui, in tutto il suo splendore... [SM=x39959] [SM=x39960]

avessi i soldi per comprarla...


[Modificato da Xf-1024 08/04/2004 1.17]

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