Consigliatemi qualche bel libro!

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Donia
00giovedì 21 febbraio 2002 19:00
Mi sono iscritta proprio oggi ad una società di libri (www.euroclub.it )
proprio perchè vorrei ricominciare a leggere...non solo per il piacere di farlo ma anche per migliorare un pò il mio modo di scrivere che recentemente è molto scaduto...[SM=x39916]


Considerando che non mi piacciono molto i romanzi ma che adoro i saggi psicologici e le letture filosofiche cosa mi consigliate?


Domandina a Marlowe per quando tornerà dal suo viaggio:

Cosa ne pensi di
"La via della tranquillità" Dalai Lama edizione Rizzoli


E' di facile lettura?
Me lo consigli o no?
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Donia|e-mail |Sms
....Voci nel Web....
loveme
00giovedì 21 febbraio 2002 19:08
Io l'ho letto,e te lo consiglio.
Tutti i libri del Dalai Lama sono scritti in modo molto semplice,ma nello stesso tempo hanno contenuti davvero interessanti.
Ora penso a qualche altro libro da consigliarti,poi ti faccio sapere.[SM=x39854]

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"Nella vita esistono due tragedie.La prima è la mancata realizzazione di un intimo desiderio,la seconda è la sua realizzazione."
roob
00venerdì 22 febbraio 2002 03:29
‘Donne che corrono coi lupi’
(Donia , su Animal House parlano di questo ...)



Accompagnate dai personaggi delle fiabe e delle leggende di tutto il mondo intraprendiamo con Clarissa Pinkola Estés un viaggio nella psiche femminile

Per decine di migliaia di donne è un testo amatissimo e insostituibile. Uno di quelli che vanno letti e riletti.
Anche per me, come per altre, la sua lettura è stata illuminante e, a distanza di anni, costituisce ancora una fonte continua di riflessioni e di stimoli a non desistere dal voler cambiare.

Si tratta di “Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estés - Frassinelli.

L’autrice mi sta fissando da un ritaglio di giornale che ho conservato con cura per anni: questa signora, “psicoanalista, viaggiatrice curiosa e madre di tre figlie “ ha lo sguardo dolce di chi sa penetrare l’animo con autorevole benevolenza e comprensione .
Questo è il suo primo libro.
Frutto di vent’anni di lavoro, di una documentazione di base di duecento volumi e di una selezione di storie ascoltate di persona in giro per il mondo, questo libro ha costituito, nel 1993 -anno di pubblicazione in Italia - un vero e proprio caso editoriale.
Ha saputo imporsi senza i soliti clamori pubblicitari, grazie solamente al “passaparola” delle donne che l’hanno letto, amato e consigliato.
La Pinkola ha cercato di colmare un vuoto nella letteratura psicoanalitica classica e lo ha fatto raccontando ed analizzando alcune fiabe –anche le più classiche come Barbablù o La piccola fiammiferaia – e leggende di varia provenienza, legate alle tradizioni dei paesi più diversi.
Queste storie sono state rilette in modo da tracciare un percorso di analisi che permetta di diventare “donne selvagge”, donne che abbiano riconquistato la parte più istintiva e profonda del proprio essere e, come medicine, sono in grado di guarirci e di far rinascere energie ignorate o dimenticate.
Non c’è niente di astratto o di teorico: attraverso questi racconti riusciamo a spiegarci il perché di un rapporto in crisi, il mancato rinascere della nostra vena creativa o le motivazioni di comportamenti che ci procurano sofferenza.
Suggerisce di andare orgogliose delle proprie ferite, di non nasconderle, ma di esibirle come segno delle nostre lotte, delle nostre sconfitte e delle nostre vittorie. Ci insegna a ritrovare le nostre radici, a comprendere ed accettare le fasi di vita che dobbiamo attraversare, ad avere coraggio, determinazione e pazienza.

In un’intervista le è stato chiesto: “Nei suoi libri parla dello sradicamento dei popoli a causa delle guerre ma anche delle donne a causa della perdita del loro legame con le antenate. Come può una donna rafforzare il legame con le donne che l’hanno preceduta per trarne più forza?”
“Scavando nella storia della sua famiglia – è stata la risposta – leggendo le biografie e le autobiografie delle donne contemporanee o del passato che suscitano la sua ammirazione, ascoltando i propri sogni, sedendo sulla tomba o sulla memoria di una cara nonna o di una grande eccentrica zia e parlando loro. Va preso quel che in questo modo si impara e portato nel quotidiano, per supportare la propria vita”.

Cerchiamole allora queste donne, fra le pagine di un libro o in un letto di ospedale, nelle foto di un album di famiglia o in una casa vuota da troppo tempo, e lasciamo che ci parlino.





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roob sms@me

[Modificato da roob 22/02/2002 03:33]

loveme
00venerdì 22 febbraio 2002 13:17
George Orwell "Fiorirà l'aspidistra" un capolavoro.

W.Dyer:"Te stesso al cento per cento" oppure "Le vostre zone erronee".
Sono libri di psicologia di facile e piacevole lettura.
Dyer è un noto psicoterapeuta americano.

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"Nella vita esistono due tragedie.La prima è la mancata realizzazione di un intimo desiderio,la seconda è la sua realizzazione."
Cyrano
00sabato 23 febbraio 2002 04:28
IL Gabbiano Johnatan Livingstone di R.Bach

Il Profeta di Gibrain





Ciaozzz
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loveme
00sabato 23 febbraio 2002 10:20
Sempre di R.Bach "Illusioni" mi è piaciuto molto.[SM=x39854]

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"Nella vita esistono due tragedie.La prima è la mancata realizzazione di un intimo desiderio,la seconda è la sua realizzazione."
GILETTE
00sabato 23 febbraio 2002 13:24
se non lo hai letto
Il giovane Holden di Salinger, così finalmente saprai dove vanno le anatre quando emigrano.

imperdibile è poi:
L'uomo incontrò il cane di Lorenz (il più grande etologo di ogni tempo)

[SM=x39858]


Sarai sempre allegro e spensierato se saprai scorgere gli aspetti buffi che gli altri vedono in te (paul Wilson)
loveme
00sabato 23 febbraio 2002 13:38
Che bel libro gilette![SM=x39854]

Io l'ho letto due volte,ed ho imparato molto sui cani.

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loveme
00domenica 24 febbraio 2002 18:22
Ecco un'altro libro.[SM=x39854]

é scritto da uno psichiatra americano,molto utile e spiritoso allo stesso tempo.

Paul Watzlawick ISTRUZIONI PER RENDERSI INFELICI,Universale Economica Feltrinelli.

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wsim
00giovedì 28 febbraio 2002 00:03
Cara Donia, io invece odio le letture psicologiche (trovo che non esistano letture peggiori, la psicologia s'impara dalla vita e dai rapporti con gli altri) per cui mi sento di consigliarti un libro senza tempo, bellissimo:

L'AMICO RITROVATO di Fred Uhlman - Universale economica Fetrinelli
La storia di due ragazzi nella Germania degli anni '30.
Leggilo, credimi, ne vale la pena.



E se proprio vuoi un romanzo con interessanti tratteggiamenti del carattere dei protagonisti, particolarmente dal lato del "male", ambientato in un college inglese, (dato che vuoi una lettura psicologica....) è l'ottimo L'ALLIEVO di Patrick Redmond -Mondadori

Ciao


marlowe
00giovedì 28 febbraio 2002 09:43
"La via della tranquillità" è una sorta di breviario buddhista ad uso dei laici (leggi occidentali) suddiviso in brevi e addirittura brevissimi paragrafi: 365 riflessioni o spunti di meditazione, uno per ogni giorno del nostro calendario. Però non è il libro del Dalai Lama che io ti consiglio di leggere. Per due ragioni.
In primo luogo, perchè non è un libro di prima mano ma un montaggio fatto da terzi che hanno assemblato, secondo me in modo un po' frettoloso e casuale, brani tratti da altri libri, da conferenze e da interventi pubblici del Dalai Lama. Quello che ne risulta è un libro confuso, discontinuo (si va da un misticismo moraleggiante a poco chiari consigli di vita meditativa e contemplativa), spesso gratuito (certe affermazioni, decontestualizzate come sono, suonano del tutto incomprensibili) e persino irritante (i termini buddhisti compaiono tradotti in modo difforme e contradddittorio nel tentativo spesso patetico di sottoporli a una occidentalizzazione che li renda più digeribili).
Inoltre è un libro che, sempre a mio parere, non rende giustizia nè alla visione buddhista del mondo nè alla personalità e al magistero del Dalai Lama. Anzi, rischia di essere fuorviante e di fare apparire la spiritualità buddhista come qualcosa di semplicistico, di stereotipato, di arcaico, di inutile, di ingenuamente consolatorio. per il momento lascialo quindi, senza troppi rimpianti, da parte.
Del Dalai Lama, ti suggerisco invece altri due due libri veramente interessanti, piacevoli da leggere e per molti aspetti anche avvincenti.
"La mia terra-La mia gente" che è la sua prima autobiografia: dall'infanzia, al riconoscimento, alla fuga dal Tibet e all'esilio in India. E' forse il libro che meglio di ogni altro descrive il Tibet, che ne fa percepire l'infinita luce e bellezza, la scabrosità delle sue pietraie, la dolcezza dei suoi laghi e dei suoi fiumi, la purezza dei suoi ghiacciai, la felicità (offesa, repressa e perseguitata) della sua gente. Ed è anche il libro che fa risaltare meglio la personalità, forte e gentile, di questo "monaco buddhista" (come lo stesso Dalai Lama si definisce) che si batte da oltre 50 anni per la dignità e la sopravvivenza etnica e spirituale del suo popolo. Una testimonianza di grande valore morale, assolutamente esente da retorica, che spiega molto bene la situazione del Tibet, il complesso di interessi geopolitici, spesso ignobili, che sembrano condannare questo meraviglioso paese alla cancellazione o all'omologazione nel bieco social-colonialismo cinese.
E ancora ti segnalo, sempre del Dalai Lama, "Una rivoluzione per la pace" che è invece un piccolo trattato di etica, scritto in modo discorsivo e coinvolgente. Il che, ti assicuro, nello sterminato panorama dei testi buddhisti, antichi e moderni, è tutt'altro che frequente. Inoltre, in questo libro, l'ottica del Dalai Lama è quella di proporre all'attenzione di chi legge quanto che vi è di universale nella spiritualità buddhista, di sottolineare del buddhismo quegli insegnamenti etici che possono aiutare tutti gli uomini, indipendentemente dalle loro appartenenze culturali e religiose, a trovare un migliore rapporto con se stessi e con la società in cui vivono.
"La via della tranquillità" invece è un libro inadeguato per affrontare la spiritualità buddhista: di difficile assimilazione perchè presuppone nel lettore una conoscenza abbastanza profonda della cultura indo-tibetana, deludente perchè non offre nessun aiuto per la comprensione del pensiero di cui i suoi aforismi sono portatori. Un po' come pretendere da un marinaio che egli sappia navigare nell'Oceano Indiano avendolo dotato della mappa del Lago di Como.

Dimenticavo di dire che sia "La mia terra-La mia gente" sia "Una rivoluzione per la pace" sono pubblicati in Italia da Sperling & Kupfer.

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Saluti
Marlowe
Donia
00giovedì 28 febbraio 2002 19:10
sapevo che l'avresti detto.d:
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Cyrano
00venerdì 1 marzo 2002 05:11
Sono molto affascinato dai libri reigliosi... o che trattano culture religiose esotiche...
Ho i Ching da qualche parte e pure un libro su Khrisna , ma chissà dove sono finiti...

[SM=x39943]





Ciaozzz
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marlowe
00venerdì 1 marzo 2002 10:33
Baghavadgîtâ
Se ti piace la letteratura esotica, Cyrano, e già non lo hai letto, io ti suggerisco di leggere il Baghavadgîtâ che è uno dei poemi più belli espressi dalla civiltà indiana. Il titolo significa, più o meno, Canto del dio o Canto del Signore beato. Risale al secondo o terzo secolo avanti cristo. L'autore è sconosciuto. Gli indiani attribuiscono quest'opera a una divinità, a una setta, a un personaggio misterioso o semplicemente al Tempo: ipotesi che, per quanto renda inquieti gli studiosi, mi sembra assolutamente attendibile. E' un poema di settecento versi estrapolato da quel più vasto, oceanico poema che è il Mahabharata che di versi ne conta invece duecentododicimila.
Due eserciti si affrontano. Arjuna è l'eroe che vacilla prima della battaglia perchè ha paura di essere costretto a uccidere i suoi cari, i suoi amici, i suoi maestri che sono schierati nel campo avversario. Il suo auriga lo incita a compiere il dovere che il destino gli impone. Gli spiega che l'universo è mera illusione come pure la guerra. L'anima è immortale e transmigra, dopo la morte corporale, in altre creature. La sconfitta o la vittoria non hanno importanza. L'essenziale è compiere il proprio dovere e guadagnarsi il Nirvana. Questo auriga si rivela più tardi come Krishna, che è uno dei mille nomi di Vishnu: "io sono il fine, il sostegno, il signore, il testimone, la dimora, il rifugio, l'amico, l'origine, il dissolvimento, la permanenza, il ricettacolo, il germe, l'immutabile."
Molti passaggi di questo poema, dove si afferma e si riafferma la identità dei contrari, hanno trovato imitatori in Occidente: Baudelaire, Emerson, Stevenson, Borges.
Esistono diverse pubblicazioni e traduzioni in italiano del Baghavadgîtâ. La migliore mi sembra quella di Adelphi, anche per gli apparati critici e le note.
________
Saluti
Marlowe
Cyrano
00venerdì 1 marzo 2002 11:45
Grazie per il consiglio Marlowe... mi sa che è lo stesso libro...
Devo cercarlo, in garage...forse lo trovo...

Comunque ho trovato i Ching , ma mi sa che è un po' ostico...


[SM=x39854]




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Cyrano
00venerdì 1 marzo 2002 13:08
X Marlowe
L'ho trovato!!!

Posto qui l'immagine del Fronte :




e del Retro :




Che mi dici? è una buona pubblicazione??

Ce l'ho da una decina d'anni penso...
Me l'hanno data ( o regalata o venduta ad un prezzo simbolico..penso 10k ) degli appartenenti della comunità "Hare-Khrisna" della prov di Vicenza...

Ne sono sempre stato affascinato ma non l'ho mai letto...

Ma penso che sia ormai arrivato il momento di farlo...

[SM=x39851]



Ps nella mia ricerca in garage ( che poi manco stava in garage...) ho trovato pure un album di figurine di Jeeg Robot ( avrà 20 anni [SM=x39897] ) e dei miei disegni che feci da piccolo , con soggetti appunto i robottoni ( che scanno e metterò in un topic dopo.... )


[SM=x39879]




Ciaozzz
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Chiar@
00venerdì 1 marzo 2002 17:15
Donia, io ti consiglio vivamente, se ancora non l'hai letto "Narciso e Boccadoro" di Herman Hesse. E' un romanzo, ma fa molto riflettere...
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Gran Cassiera Mentecatta - al momento sono
mandami un sms!
666
00mercoledì 6 marzo 2002 10:23
Bho!

Ti consiglierei la saga di Sandman di Neil Gaiman.

Breve recensione

Neil Gaiman prende lo spunto di questo personaggio probabilmente dai racconti di Hoffmann sul personaggio "Der Sandmann", che si incontra in diverse leggende popolari in Germania, Francia e Inghilterra (non ho notizia che ci sia anche in Italia): dice la leggenda che di notte Sandman (l'uomo della sabbia) passa, e fa sognare le persone spargendo della sabbia magica sugli occhi... e quando ci si sveglia, le crosticine attorno agli occhi che abbiamo sono i resti della sabbia magica. Gaiman ovviamente amplia questa prima idea di mito popolare, inserendo una intera famiglia di entità, preposte a sorvegliare e controllare alcune passioni, concetti, sentimenti, aspetti della nostra vita. Tali entità sono per loro stessa natura infinite, eterne: sono gli Endless. Sandman fa parte di questa famiglia, composta da sette, fra fratelli e sorelle. La storia del fumetto si focalizza su Sandman, che controlla l'influenza dei nostri sogni. Sandman è il protagonista (entro certi termini) della serie omonima, ma non sono rare le storie in cui egli fa poco più di una comparsa ("Facade", "Sogno di mille gatti", alcune storie nel ciclo "La locanda alla fine dei mondi"). Il Signore dei Sogni (un altro dei molteplici nomi con cui le varie mitologie e culture hanno chiamato questa entità, quali Dream, Morpheus, The Shaper of Form, Oneirmancer, Onieros, Dreamlord, Dreamking, Lordshaper, Dreamweaver, KaìcKul, The Prince of Stories...) è incaricato di sorvegliare e amministrare il Reame dei sogni. La sua responsabilità è di vedere oltre le funzioni del Sogno nelle vite umane e in tutta la vita dell'intero universo fino a noi stessi. Egli è in grado di creare i nostri incubi, le nostre fantasie, la nostra pace nel mondo del sonno. Nel suo reame ci sono i fiabeschi "Fiddlers Green" (Il paradiso dei marinai), che Marco Polo cita come il luogo dove vanno a morire i marinai, troviamo le figure bibliche di Eva, Caino ed Abele, che vivono e lavorano per il Principe delle Storie. In apparenza egli è magro, pallido e scarno, con occhi e capelli scurissimi. Nel suo regno egli è spesso vestito con una tunica nera e lunga, oppure con jeans blu scuro e una maglietta chiara. La sola differenza di quando viene sulla Terra, è che indossa anche un lungo cappotto nero o una giacca in pelle per sviare l'attenzione. Parla senza mezzi termini e non mostra nulla di ciò che prova se questo non è strettamente necessario per gli altri; è di natura serio, ed esprime sempre la necessità di responsabilità nella sua esistenza. Morfeo cerca compagnie, ma non ne trova alcuna che duri o che si mantenga in buoni rapporti a lungo. Sa che lui non può stare con i mortali, ma sembra che abbia il bisogno di condividere con altri quello che lui è. La sua reale natura ed identità resta misteriosa per coloro che lo incontrano; come detto, egli ha pochi amici. Le persone che lo servono nel mondo dei sogni sono suoi compagni, così come i suoi pensieri. Ritiene di essere per gli umani più spaventevole di sua sorella Morte.


Egli però fa parte di una famiglia (Endless, cioè Eterni, o Infiniti), che si compone di diversi fratelli e sorelle. Nel probabile ordine di "apparizione" cronologica nel tempo (quindi non seguendo la loro apparizione nel ciclo narrativo), essi sono: Destino (Destiny), nato appena prima che il primo essere vivente venisse al mondo, in quanto il destino di un uomo è già scritto prima che egli nasca; alla comparsa dell'uomo, nasce anche Morte (Death), nata nello stesso momento in cui è nato il primo essere vivente. L'uomo appena nato inizia a sognare, ed ecco Sogno (Dream), ma il sogno provoca cambiamento, per cui Distruzione (Destruction) di ciò che era prima, che si manifesta in Desiderio (Desire), e quindi Disperazione (Despair) per non poter avere la cosa voluta, ed infine Delirio (Delirium), che una volta era Delizia, o Piacere. Desiderio e Disperazione sono gemelle.

Il ciclo di Sandman si apre con l'imprigionamento del Signore dei Sogni l'11 giugno del 1916 a causa di un mago, Roderick Burgess, capo di una setta occulta, che pensava di rinchiudere invece sua sorella Morte. Qualcosa non è andato per il verso giusto, e chi ci ha rimesso è Sandman. Egli resta imprigionato per quasi un secolo, fino al 14 settembre 1988, e solo grazie ad una distrazione dei suoi carcerieri riesce a fuggire. Purtroppo il suo reame, durante la sua assenza, è stato devastato, gli incubi si sono liberati, alcune persone si sono addormentate per non svegliarsi più, e come se non bastasse durante la sua cattività gli sono stati sottratti i suoi strumenti di potere: un rubino, un sacchetto di polvere, e il suo elmo. Sandman quindi, indebolito e senza i suoi poteri al massimo, comincia la ricerca dei suoi simboli del potere, che lo porterà all'Inferno, ad Arkam Asylum e in contatto con John Constantine (Hellblazer), un'altra ben nota conoscenza dei lettori della serie DC VERTIGO.

Da qui inizia il ciclo della serie di Sandman, e mano a mano vengono introdotti personaggi, situazioni e complicazioni che troveranno una soluzione (?) solo nell'ultimo ciclo della serie: La Veglia.

La prima notizia di Sandman in ambito fumettistico è però molto più lontana. Si parte dalla Golden Age della DC, negli anni 30/40, in cui una persona vestita in abiti civili, Wesley Dodds, con un lungo impermeabile, portava un maschera antigas e un cappello; questo personaggio e' stato ripreso da Matt Wagner nella serie VERTIGO Sandman Mystery Theatre. E' uscito (anche in Italia) un "cross-over" tra il Sandman gaimaniano e quello wagneriano: s'intitola Sandman Midnight Theatre.

Successivamente, durante la Silver Age, Kirby disegnò un nuovo Sandman, che rispondeva al nome di Hector Hall, con un costume rosso e giallo e un clessidrone disegnato in mezzo alla pancia. In realtà questo Sandman prendeva le mosse da un terzo Sandman, Dr. Garret Sanford, che si inseriva fra Dodds e Hall.

Gaiman stesso iniziò a lavorare con l'impressione che la serie avrebbe avuto un successo minimo, avrebbe venduto poco e che quindi sarebbe stata presto cancellata dopo il primo anno di pubblicazione. La stessa Karen Berger ricorda: "Nessuno di noi sapeva allora che il fumetto sarebbe diventato quello che sarebbe diventato". Credo che siamo tutti felici di aver contribuito a smentire quelle false previsioni! ^_______^


Il commento
Credo che siano stati usati i proverbiali fiumi di inchiostro per cercare di descrivere l'opera, i suoi impatti e le valenze. Onestamente non me la sento di fare un'analisi altrettanto dettagliata, per cui mi limiterò a riportare alcune considerazioni, magari semplici e banali, lasciando a voi il divertimento di ragionarci da soli e di trarne ulteriori conclusioni. Vi basti sapere che personaggi del calibro di Stephen King, Tori Amos e i Metallica (per citarne alcuni) sono stati influenzati da questo fumetto, i quali hanno dedicato canzoni o prestato la propria verve narrativa per scrivere la prefazione di alcuni volumi, che raccolgono ad uno ad uno i cicli completi della saga. Innanzitutto non credo che si debba equivocare cosa rappresenti Morpheus: nonostante il nome, non è assolutamente la personificazione dei sogni che facciamo la notte: è la personificazione della capacità di percepire quello che non esiste. E come tale rappresenta sì i sogni, ma anche l'immaginazione, l'arte, la capacità di ipotizzare un'"altra" esistenza, l'esistenza di alternative, il concetto che non è detto che tutto quello che e' dovrebbe essere.

Sandman è un libro contemplativo e inebriante allo stesso tempo. Il personaggio principale abbiamo visto che è Morfeo, signore di tutte le fantasie e di qualsiasi immaginazione. Nelle sue storie, che vanno dal fantastico all'orrorifico, Morfeo è qualche volta un personaggio di secondo piano, nelle retrovie dell'azione, e i suoi poteri e conoscenza forgiano solo la scena su cui si muovono gli umani, i veri attori della storia.

Sandman ha avuto successo, in parte, senza dubbio perchè si propone ad un pubblico di fumetti non tradizionale; l'attenzione posta da Gaiman sul mito e sulla storia, nonchè sui molteplici aspetti dell'antropologia e delle culture, va contro la corrente principale del fumetto inteso in senso popolare. Molte persone, alle comic conventions, sostengono di comprare e leggere solo Sandman. Inoltre Sandman ha catalizzato l'attenzione di molte lettrici; già la mancanza di ragazzi adolescenti interessati solo ai supereroi è stato per loro sufficiente per dare uno sguardo a questo fumetto, e d'altra parte Gaiman ha dimostrato una certa abilità nel caratterizzare i personaggi femminili: "Le donne in Sandman possono non essere sempre sensibili e affettuose, ma sono forti e realistiche. Hanno problemi, ma sono problemi reali, non il genere di problemi che si trovano negli X-men", dice una lettrice.

Karen Berger, l'editrice DC che ha avuto fiducia in Gaiman, sostiene che Neil ha in realtà evidenziato l'importanza della trama nel fumetto, che invece è troppo spesso considerato solo un medium visivo: "Con Sandman, assieme alla maggioranza delle opere da lui scritte, ha veramente contribuito a far crescere il valore di uno scrittore di fumetti". In effetti si deve al successo di Sandman se la DC ha deciso di pubblicare un certo tipo di fumetti, da Preacher a the Invisibles sotto un marchio ben particolare: DC VERTIGO.


Il giudizio
Personalmente Sandman racchiude la poesia e la complessità culturale del nostro mondo. Neil Gaiman ha una cultura veramente enorme, vastissima, e riesce a rielaborare in termini sufficientemente nuovi ed originali storie, tradizioni e altro, appartenenti alle culture più diverse e disparate, per creare storie veramente intense. Un indubbio asso nella manica è stato l'affiancamento del copertinista Dave McKean, e gli egregi lavori di disegno dei vari artisti che si sono succeduti, da Charls Vess (in particolare per le storie ambientate nel mondo di Faerie o della magia), a Brian Talbot (splendida la reinterpretazione del mito di Orfeo), da Mike Dringenberg (che ha disegnato il primo ciclo narrativo) a Michael Zulli (che ha invece concluso l'ultimo ciclo: la Veglia), solo per citarne alcuni.

La cosa che fin dall'inizio mi ha colpito di più in Sandman è il fatto che i suoi balloons sono a sfondo nero e a scritte bianche, con i bordi irregolari. Non l'avevo mai visto prima, e mi ha affascinato per questo carattere, per me, di novità e originalità. Successivamente, con l'introduzione di altri personaggi, ho notato, soprattutto nella versione inglese, che ogni personaggio degli Endless ha un suo "FONT", cioè un suo carattere tipografico particolare quando parla. Onore al merito per Todd Klein. Una volta avvicinatomi alle versioni inglesi, prima che pubblicassero in italiano l'intera saga, il secondo elemento che mi ha fatto strabiliare sono state le copertine di Dave McKean. A chi fosse interessato, consiglio non tanto di recuperare gli originali, quanto il libro "Dust Covers", appunto un'edizione di tutte le copertine di Dave, più appunti vari di Gaiman.


[SM=x39858]
~~~~~~~~~~~~~~~~~~
I buoni vanno in , invece io che sono vado dove voglio.
Quarl
00lunedì 11 marzo 2002 02:19
Il Chierico pensa:
Sallinger...da leggere!

Hesse ...L'ETOLOGO (per Gilette[SM=x39997] )
Ideale se vuoi imparare a scrivere leggendo quello ke secondo me è uno dei più bei periodi della letteratura.Puoi trovare introspezione,cultura(tanta),il viaggio dell'uomo...Narciso e Boccadoro,Demian,Siddartha(?),Amicizia, oppure...
la sua più grande opera (II°me) IL Giuco della Perla di Vetro.

Pennac ...leggero e divertente

Camilleri...Promuovo la mia sicilianità

I Ragazzi dello Zoo di Berlino.

Ce ne sono troppi il mio consiglio è:
Trascorri un pomeriggio in libbreria,magari con un'amica(meglio un'amico(penso!!)),prenditela comoda cerca,spizza,leggi qualcosa trovi...

Ultimo e chiudo

Flash
Ultimo Viaggio a Katmandù(?)

di Charles Deschassuac(?)
una spece di diario...!

(?)=nn so come si scrive

P.S. Ma ke con ke libro hai iniziato???

[Modificato da Quarl 11/03/2002 02:21]

Donia
00lunedì 11 marzo 2002 17:34
miiiii
quanta roba!!!

Ho iniziato con "Il sonno e i suoi segreti"

E' un saggio un pò medico e un pò psicologico!
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Donia|e-mail |Sms
....Voci nel Web....
Cora
00lunedì 11 marzo 2002 20:26
I libri consigliati scritti da: Gibran, Bach; e Lorenz leggili che sono fantastici.
In più ti consiglio: John Fowles : Il mago (fantastico)
John Fowles : Il collezionista (molto interessante)
Paulo Coelho: L'alchimista
Paulo Coelho : Sulla riva del fiume piedra sono seduta e ho pianto (meraviglioso)
Ayn Rand :Noi vivi
Ayn Rand : La vita è nostra
Ayn Rand : La rivolta di Atlante
Ayn Rand : La fonte meravigliosa
Questi ultimi 3 li trovi solo nelle librerie antiquarie, ma sono i più bei libri che io ho letto, sono vivi, ti danno un'energia nei confronti della vita che è unica, leggili.

Beh, che posso dire, buona lettura!
Tu invece che libri consigli?
Ciao[SM=x39998] [SM=x39998] [SM=x39998] [SM=x39998] [SM=x39998] [SM=x39998] [SM=x39998] [SM=x39998] [SM=x39998] [SM=x39998] [SM=x39998]
Cora
Damned Max
00lunedì 18 marzo 2002 20:22
'La Nausea'

Jean Pauls Sàrtre
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Even if it's easy to be free, What's your definition of freedom? And who the fuck are you, anyway?
Who the fuck are they? Who the fuck am I to say?
What the fuck is really going on?
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