Daniele torna e canta napoletano

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CARMINE84
00mercoledì 12 ottobre 2005 16:38
Con il nuovo disco "Iguana café"
Dopo aver sperimentato madrigali e sonorità jazz, Pino Daniele torna con un cd ricco di latin blues e melodie. "Iguana cafè" dura mezz'ora ed é suonato con la chitarra classica, insieme a Nanà Vasconcelos, percussionista brasiliano. Daniele canta in napoletano e affronta "It's now or never", versione inglese di "O sole mio". In tutto 13 brani, tra cui la cover "Patricia" di Perez Prado.


Altri musicisti sono Karl Potter, Gianluca Podio e Fabio Massimo Colasanti. Un album essenzialmente acustico, che "non rientra nel genere musica Latina che siamo abituati ad ascoltare, tipo la salsa ola musica cubana, ma ne ricorda le sfumature e la melodia che fa da collante per tutto il percorso musicale dall'afro jazz allabossa, dal latin blues alle atmosfere dal respiro classicheggiante", ha spiegato Daniele.

"Questo cd si basa sulle mie esperienze precedenti: con It's now or never riconfermo la mia napoletanità insistendo sul fatto che 'O sole mio' è un patrimonio mondiale e per questo l'ho fatta in inglese". ha raccontato il musicista napoletano che quest'anno non sarà in tournée.



"In Serenata a fronne 'e limone' canto utilizzando certe soluzioni tipiche dei neo melodici perché voglio ricordare che io sono nato grazie a una città dove ogni minuto nasceva un'idea. Oggi Napoli è descritta solo come un posto pieno di problemi anche se poi sono gli stessi problemi che hanno tutte le grandi città del mondo. Spero che 'O sole mio' riporti un po' di sole su Napoli". Per quel che riguarda la musica in Italia, "la condizione del nostro Paese è la condizione internazionale: non è in crisi la musica è in crisi il supporto. Il giorno in cui si troverà un nuovo modo di vendere la musica i problemi saranno risolti".

Pino Daniele è stato uno dei pochissimi big a non partecipare al concerto di Roma del Live 8. "Non c'erano gli africani e non c'ero neanche io: non si possono ammassare gli artisti senza le condizioni tecniche per suonare tanto per farsi pubblicità. Non ho voglia di fare polemiche con i miei colleghi, ma credo che gli intenti promozionali di certe adesioni siano stati chiari a tutti. Con questo non voglio dire che dobbiamo starcene a casa e non fare più niente, altrimenti davvero poi va tutto in rovina e poi rassegnarsi vuol dire morire. Ricordiamoci poi che il mondo è stato cambiato da chi è capace di amare non da chi spara e uccide".

g
00mercoledì 12 ottobre 2005 19:00
Ò sole mio fatto in ql modo,specie da 1 Napoletano,è inutile e mostra in tutta il suo squallore la fine di 1 artista ka nn ha + nnt da dre [SM=x39930]
Giovanni89
00mercoledì 12 ottobre 2005 20:43
A me non piace la sua interpretazione!
Forse devo ancora abituarmi, chissà
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