Er Monnezza è un cult Alla Treccani piace il "trucido" Milian

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CARMINE84
00mercoledì 6 ottobre 2004 15:29
Eroe dello spaghetti-western, attore di culto dei cosiddetti "poliziotteschi", il "trucido" per eccellenza sale sull'Olimpo della cultura italiana. La Treccani ha inserito la biografia dell'attore di "Vamos a matar, companeros" nell'Enciclopedia del Cinema.

"Er Monnezza" entra nella Treccani
L'enciclopedia dà spazio a Tomas Milian
Eroe dello spaghetti-western, attore di culto dei cosiddetti "poliziotteschi", il "trucido" per eccellenza sale sull'Olimpo della cultura italiana. La Treccani ha inserito la biografia dell'attore di origine cubana nell'Enciclopedia del Cinema diretta da Enzo Siciliano. Fra i film "storici" di Tomas Milian, classe 1937, "Vamos a matar, companeros" di Corbucci, "Il trucido e lo sbirro" di Lenzi e "Banditi a Milano" di Lizzani.


Il personaggio che, nel bene e nel male, ha comunque fatto la fortuna di Milian rimane il "coattissimo" er Monnezza, un personaggio truce che vive di espedienti ai margini della società, ma che è entrato nel cuore del pubblico e nella storia del cinema italiano "di genere", tanto di moda in questo periodo. Dopo la rivalutazione dei "b movie" nostrani alla recente mostra del cinema, anche per Milian - come è accaduto (tardivamente, grazie a Ciprì e Maresco) per la coppia Franchi-Igrassia - sembra finalmente giunto il tempo del riscatto. Infatti, se Milian è ricordato dal pubblico grazie a film "spacca-botteghino" come "La banda del gobbo", "Delitto al ristorante cinese", "Delitto sull'autostrada" e "Delitto in formula uno", è il caso di ricordare che l'attore non è stato soltanto il personaggio-caricatura di Sergio Marrazzi.

Tomas Quintin Rodriguez, questo il vero nome dell'attore, si formò infatti a inizio carriera con registi del calibro di Bolognini ("La notte brava", "Il bell'Antonio"), Visconti ("Il lavoro", un episodio di "Boccaccio '70") e Zurlini ("Le soldatesse"), prima di passare allo spaghetti-western, genere che lo rese sempre più popolare presso il grande pubblico.


"Dopo essere stato Cuchillo, eroe terzomondista nei western politici di Sergio Sollima, Milian è diventato tra gli anni Settanta e Ottanta un'icona del cinema popolare italiano con i modi spicci e il parlare trucido del personaggio del 'Monnezza', protagonista di undici film di grande successo", scrive l'Enciclopedia del Cinema Treccani a proposito della parabola artistica di Milian. E l'enciclopedia prosegue: "Milian ha poi progressivamente trasformato il personaggio, il cui soprannome è passato al commissario Nico Giraldi dei film girati con Bruno Corbucci, conoscendo un crescente favore di pubblico che si è' trasformato nel tempo in autentico fanatismo".

Esauritosi il filone trash-poliziesco, Milian tentò di tornare al cinema d'autore, ma senza grande esito, se si eccettuano i casi isolati rappresentati da "La luna" di Bernardo Bertolucci, film grazie al quale vinse nel 1979 il Nastro d'argento come migliore attore non protagonista, e "Identificazione di una donna" di Michelangelo Antonioni.

Dal 1989 l'attore vive negli Stati Uniti dove ha iniziato una nuova e fortunata carriera come caratterista, lavorando con grandi registi come Oliver Stone, Steven Spielberg e Steven Soderbergh. Recentemente ha ottenuto un bel successo personale nel ruolo del generale Arturo Salazar in "Traffic" dello stesso Soderbergh.


Cyrano
00mercoledì 6 ottobre 2004 19:05
E' un mito.. grandissimo






Ciaozzz
Kinoji
00lunedì 11 ottobre 2004 05:34
Grande er Monezza!
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