Europa sul tetto del Mondo

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00lunedì 18 settembre 2006 09:34
Dopo 25 anni la selezione del vecchio continente si impone in coppa del Mondo ad Atene. Tra le donne vince la russia. Grande prestazione di Allen Johnson che a 35 anni torna padrone dei 110 ostacoli.



Dopo gli Europei di Goteborg e la World Athletics Final di Stoccarda, la coppa del Mondo di Atene è stata l’ultimo grande atto della stagione su pista dell’atletica. D’ora in poi sarà tempo di maratona, New York su tutte, con Stefano Baldini a caccia di uno dei pochi allori che gli mancano.
La formula della coppa del Mondo prevede che a scendere in pista siano 9 atleti per ogni specialità: cinque in rappresentanza dei rispettivi continenti, due per le prime nazioni della Coppa Europa (Francia e Russia al maschile; Russia e Polonia al femminile) oltre a Stati Uniti e Grecia (in quanto Paese ospitante).
Tra gli uomini la rappresentativa dell’Europa è riuscita ad imporsi a distanza di 25 anni dall’ultimo successo (Roma ’81), mentre al femminile le più forti sono sempre le donne di Russia.In chiave azzurra questa decima edizione ha visto Andrew Howe (lungo) schierato con la selezione europea e, nonostante le non perfette condizioni fisiche, il reatino ha offerto l’ennesima prova di carattere.
Secondo (con 8.12 con vento +0.6) alle spalle del panamense Irving Saladino (8.26 +0.3) in una gara con tutti i migliori specialisti in gara. Passerella mondiale anche per il quattrocentista Andrea Barberi, quinto con la staffetta 4x400 dell’Europa (3’03”90) nella gara vinta dagli Usa (3’00”11) pur privi di Jeremy Wariner e del vice-campione mondiale Andrew Rock.
Lo spettacolo allo stadio Olimpico però lo garantisce un altro campione a stelle e strisce. Si tratta di “nonno” Allen Johnson che, a 35 anni, si è concesso il lusso di battere il primatista mondiale Liu Xiang e l’altro enfant terribile delle barriere alte, il 19enne cubano Dayron Robles.
Johnson, padrone incontrastato dei 110 hs per quasi un decennio (un oro olimpico ad Atlanta ’96 e 4 titoli mondiali all’aperto: Goteborg ’95, Atene ’97, Edmonton ’01 e Parigi ’03) si è reimpossessato per un giorno dello scettro correndo in 12”96 (vento +0.4) la sua gara più veloce da nove anni a questa parte, a 8 centesimi dal record mondiale di Liu Xiang.
Statunitensi anche i signori della velocità: gli ex compagni di università (in Arkansas) Tyson Gay e Wallace Spearmon si sono presi i 100 (Gay in 9”88) e i 200 (Spearmon in 19”87, seguito dal giamaicano Usain Bolt – 19”96), mentre nel mezzofondo da segnalare la sconfitta di Kenenisa Bekele, battuto dall’australiano Craig Mottram nei 3.000 (7’32”19 contro 7’36”25).
La regina della coppa del Mondo, orfana dell’atteso rientro di Marion Jones, si chiama Sanya Richards, con la statunitense capace di correre i 400 come nessuna donna faceva dai tempi della francese Marie-José Perec. Il 48”70 di sabato però non l’ha appagata: domenica si è aggiudicata anche i 200 (22”23). Curiosa infine la staffetta 4x400 delle Americhe che ha stabilito la migliore prestazione mondiale dell’anno (3’19”84): tre delle quattro frazioniste di cognome fanno Williams. Con le bahamensi Christine Amertil e Tonique Williams-Darling c’erano le giamaicane Shericka e Novlene Williams.
feat. gazzetta.it
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