I cento passi

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Chiar@
00lunedì 24 marzo 2003 16:35
Venerdì sera Rai Tre ha trasmesso, purtroppo senza pubblicizzarlo a sufficienza, “I cento passi”, un film duro e lucidissimo che racconta la vera storia di Giuseppe Impastato, nato a Cinisi il 5 gennaio del 1948 da famiglia con parentele e connivenze decisamente mafiose.
Giuseppe trascorre i primi anni della sua vita immerso nel denso clima della provincia palermitana, con i suoi sguardi bassi, le voci che sussurrano e mai si levano contro una mano lunga e invadente, contro un potere di cui non si parla ma si sa, contro un uomo, Tano Badalamenti, che abita proprio nella stessa via di Peppino, a cento passi dalla porta di casa sua. Dopo gli studi, Giuseppe si avvicina alla politica e al socialismo, fonda dapprima una rivista (“L’idea socialista”) e quindi Radio Aut, emittente privata che gestisce assieme ai compagni. Dai microfoni di Radio Aut Giuseppe si fa portavoce di una limpida e mirata protesta contro la mafia, l’omertà e tutto il sistema di “valori” che le ruotano attorno. Osa quel che nessuno prima di lui aveva osato: parlare apertamente di Badalamenti come di un boss, del boss che ha in suo potere vita ed economia di buona parte della Sicilia. Nessuno fa del male a Peppino, nonostante i suoi beffeggi e il suo disprezzo: ma è proprio la mafia che lui combatte a proteggerlo, anche se lui non se ne rende conto. La morte accidentale del padre fa crollare il castello di carte che era l’unica protezione per Giuseppe: nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978, Giuseppe, come si leggerà dai documenti ufficiali, si suicida, facendosi saltare in aria nel tentativo di preparare un attentato di stampo terroristico. Sono i giorni del sequestro Moro: la tensione è palpabile e gran parte della sinistra è vista come direttamente collegata alle BR. La vicenda Impastato segue la regola di quei momenti e il caso è archiviato senza troppi complimenti.
Peccato che Giuseppe abbia scelto un modo un po’ strano per suicidarsi, lasciando la macchina ben distante dal luogo in cui saranno ritrovati i brandelli del suo povero corpo, provvedendo a macchiare del suo sangue le pietre lì vicine.
La madre di Peppino si ritrova a vegliare una bara vuota, sola con quella famiglia che il figlio aveva tenacemente ripudiato in vita e che anche lei sente come estranea a sé. Ma la gente non ha dimenticato Giuseppe e il film si chiude con una delle sequenze più belle che io abbia visto recentemente: un corteo accompagna la bara di Peppino per l’estremo saluto, sulle note di “A whiter kind of pale” sfilano giovani e meno giovani, urlando la loro rabbia e il loro no alla mafia. Il corteo si ferma sotto casa di Badalamenti: quei cento passi non esistono più, perché non esiste più la paura cieca, la voce di Peppino ha colmato quel vuoto che l’omertà mafiosa aveva cercato di imporre.

Avevo pianto, la prima volta che ho visto il film. Ho pianto anche questa volta, anche se sapevo che immagini avrei visto, che musica e che parole avrei sentito. Non è possibile rimanere indifferenti di fronte allo schiaffo durissimo che Marco Tullio Giordana ha voluto dare raccontando di questo ragazzo che non ha la stessa fama di Falcone o Borsellino o di altri martiri della mafia.
Giuseppe Impastato ha lo sguardo nero e profondo di Luigi Lo Cascio, splendido interprete di una storia che, forse, ha una conclusione. L' 11 aprile 2002, alle ore 17,15, la Corte d'assise di Palermo ha condannato Gaetano Badalamenti alla pena dell'ergastolo come mandante dell'assassinio di Peppino: sono passati 24 anni.

A chi non lo avesse ancora visto, cinsiglio un salto in videoteca: ne vale davvero la pena. Vale anche la pena di consultare il sito del Centro Impastatoche raccoglie documenti e notizie a riguardo.


Gran Cassiera Mentecatta - al momento sono
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[Modificato da Chiar@ 25/03/2003 14.18]

Sarah
00martedì 25 marzo 2003 14:06
credo che questo sia uno dei migliori film degli ultimi anni,tragicamente semplice,senza troppi fronzoli,crudo,vero, profondo... ricordo che al termine del film,quando uscìì dal cinema avevo come una pietra sul cuore e nella mente mi rimbombava una semplice domanda "possibile che la Mafia abbia tremato a tal punto davanti a questo piccolo grande uomo da doverlo far saltar per aria pur di zittirlo?" . Mi associo a Chiara, se vi capita passate in videoteca e noleggiatelo..ne vale davvero la pena.
Il papero
00martedì 25 marzo 2003 15:28
Bella recensione, complimenti.
Che posso aggiungere io... anche a me questa storia, perchè preferisco parlare più della storia in se stessa che del film, mi ha segnato molto, nell'anima. Mi emoziono ogni volta che ascolto le note dei Procol Harum, quella è una canzone simbolo dei giovani di quell'epoca, del loro modo di essere, e soprattutto per me dei loro sogni. Simbolo dei sogni disillusi di molti di loro... e io l'ho un po' adottata, per quel che riguarda i miei sogni.
Penso che guarderò questo film ogni volta che lo trasmetteranno, per non dimenticare, e perchè è una storia vera, di un ragazzo come noi... ma come noi fino ad un certo punto, perchè lui ha avuto il coraggio e l'ostinazione di lottare fino in fondo in quel che credeva, anche se questo comportava farsi tanti nemici e mettersi contro anche alla famiglia. I giovani di oggi (me compreso) non hanno invece il coraggio di fare nulla, se non a parole....

PS: solo una piccola precisazione, per chi magari volesse cercarsi la canzone, il titolo esatto è "A whiter shade of pale"
kdario129
00sabato 5 aprile 2003 11:45
Film bellissimo, e per me (essendo di Palermo) è stato ancora più toccante
|Alex|
00domenica 6 aprile 2003 12:07
davvero un bel film che mi ha toccato molto, tratta temi scottanti con semplicità ed è segnato da una introspezione ben dettagliata degli stati d'animo del protagonista. Sicuramente da vedere ... peccato che film del genere vengano trasmessi o a tarda sera o su reti "minori" (leggi RaiTre) e siano poco pubblicizzati.
kdario129
00domenica 6 aprile 2003 23:12
E' veramente una cosa che mi fa incazzare...pubblicizzano di tutto e certi film li snobbano, è una cosa che mi fa troppa rabbia....è veramente TV SPAZZATURA[SM=x40009]
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