Il Caimano (di Nanni Moretti)

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wsim
00martedì 4 aprile 2006 00:47
Dopo mezz’ora dall’inizio de “Il caimano”, avevo già maturato una precisa convinzione: quanta imbecillità attorno a questo film, il film su Berlusconi, il film politico di Moretti, il film a orologeria prima delle elezioni, il film che non commentiamo perché c’è la par-condicio, il film ennesimo tentativo della sinistra di delegittimare Berlusconi…Berlusconi … Berlusconi…
Imbecilli, … quanti imbecilli che abbiamo attorno, quante prime pagine di giornale da buttare, tutti a discettare e prevedere, tutti a pararsi dietro la più scontata delle opinioni, destra e sinistra, senza averne visto nemmeno un fotogramma: il film di Moretti è su Berlusconi.
Mentre il film di Moretti è molto di più, offre molti piani di lettura, amari e divertenti al contempo…
Una riflessione sul cinema italiano, su cosa è stato ( i 90 anni di Dino Risi…) e su cosa è diventato, dopo aver abdicato alla televisione, alle fiction di regime, ai temi facili che vendono e fanno ridere perché pieni delle banalità quotidiane, ma che non ha mai affrontato, né è prevedibile che a breve lo faccia, questo periodo storico e questo Berlusconi. Volontè citato più volte, dal caso Moro al cittadino al di sopra di ogni sospetto (altri tempi!) ma chi abbiamo oggi al suo posto, magari in quel ruolo che il bravissimo Silvio Orlando nel suo Caimano vorrebbe affidare a quel grande attore ma anche cialtrone opportunista impersonato da Michele Placido? Che rifiuterà per andarsene sul collaudato, in un filmetto su Colombo che non farà male a nessuno, e che con feroce ironia Moretti fa dirigere a Giuliano Montaldo, in passato grande regista di temi sociali e politici. In fondo siamo sempre eroi, santi e navigatori, no? Perché non ricordarcelo ancora una volta, senza farsi male e senza pestare i piedi a nessuno?
Ma Moretti affronta anche uno spaccato del cinema spicciolo, dell’arte di fare i film, delle difficoltà tecniche, progettuali, umane che ogni uomo di cinema affronta, cominciando dal più importante. I soldi!
E poi la fase intimista e prevalente dell’intero film, il rapporto difficile e ormai incrinato tra Bruno Bonomo (Silvio Orlando) e la moglie, con i due figli di mezzo, incrinato non si perché né come, ma forse vien da pensare per l’incapacità di parlarsi, di trovare un momento in più per la propria famiglia anziché per se stessi, per la carriera, per il lavoro. E così ci si lascia, per motivi futili, per inseguire chissà cosa, ci si divide come si sta dividendo questo paese, con i solchi profondi che dodici anni dopo “la discesa in campo” sembrano diventati incolmabili tra la gente…
I giovani…cui vengono tarpate le ali, cui viene inibita la creatività, la progettualità. No, no, affidare un film su Berlusconi a una regista così giovane, esordiente, no, anche la RAI si tira indietro…, metafora di un paese che non se la sente di rischiare, di investire, di credere attraverso l’impegno, il lavoro. Ci sono altre vie, più facili, lo sappiamo. La televisione, i grandi fratelli, gli acquisti a rate per aver comunque tutto, tanto qualcuno pagherà…
Il paese reale, insomma, che guarda dentro se stesso, ed è questo credo il vero leit-motiv del film di Moretti, il paese che siamo, cosa siamo diventati, perché noi siamo nel bene e nel male , e questo è il vero messaggio politico, un’Italia ormai inscindibile dal personaggio Berlusconi, come ricorda con bonaria ma stringente ironia il regista polacco al povero Bonomo.
Il paese nel quale fare un film su Berlusconi non serve, e il perché lo dice Moretti stesso nel film “Su Berlusconi si sa già tutto” come dire che c’è chi ha voluto sapere, documentarsi, conoscere, ma ci sono anche quelli che non lo hanno voluto fare, o che se lo hanno fatto, hanno preferito ricordare altro e affidarsi comunque a lui…Ce lo ricordano due filmati dello stesso Berlusconi, quello vero.
Li conosciamo tutti, e sappiamo che c’è chi si è indignato, ma anche chi ha fatto spallucce…
Moretti che infine cita se stesso, si ritrasforma in un personaggio che ha già interpretato, chiude con una deriva tragica e populista, occhieggiando a ciò che il vero Berlusconi vorrebbe probabilmente fare nei confronti di quella giustizia che alle volte gli ha fatto ricordare (l’avesse mai fatto!) che anche lui è un cittadino come gli altri, di fronte al codice…
Ma bisogna aprire gli occhi, non stiamo vedendo la realtà, ma soltanto la scena di un film nel film…forse il film che, chissà, ridarà forza e speranza al povero Bruno Bonomo e lustro al suo passato di film di nicchia, come il mitico “Le Cataratte”…
Bello, a tratti molto divertente, a tratti amaro, gli darei un 7- (da 1 a 10), con un plauso a Silvio Orlando, bravissimo, un gigante…. E tanti calci in culo a quell’italietta che ha bollato il film senza nemmeno vederlo, soltanto perché “su certi film di certi registi si sa già tutto”.

Globale ***1/2


ghamoz
00martedì 4 aprile 2006 17:41
Come ho detto varie volte Moretti non mi piace proprio e risparmio i sudati eurini ed il sacro tempo per altre cose.

Poi magari farà anche bei film , ma non ci posso fare niente mi schifa alla grande.

Mi schifa talmente tanto che quasi non mangio più la Sacher [SM=x39901]

Lanciatrice-di-coriandoli
00mercoledì 5 aprile 2006 02:37
Quoto praticamente tutto quello detto da wsim! [SM=x39857]
Quoto le parole sull'imbecillità dell'Italietta presuntuosa e ignorante che giudica senza vedere e vede senza guardare. Quegli orribili personaggi di destra talmente spaventati dalla realtà che gli si para davanti da aver paura di un'opinione e di un punto di vista. Quegli orribili personaggi di sinistra [SM=x39913] talmente spaventati di riconoscersi in quel Berlusconi da chudersi gli occhi con le mani.
Siamo tutti Berlusconi...e talmente lo siamo tutti che Berlusconi nel film ha quattro volti: quello reale (visto in Europa [SM=x40009] )più spaventoso e impresentabile di qualunque copia più o meno simile al reale. Quello del personaggio della sceneggiatura, spietato arrivista e corrotto. Quello interpretato da Placido, robusto e in fondo affascinante. E quello finale...nell'ultima e imprevista incarnazione. Siamo tutti Berlusconi perchè in fondo ci piace chi ruba, inganna, mente e alla fine la fa franca. Perchè in fin del conti se un personaggio tanto squallido ha tutto quel potere dipende da noi, dalla nostra cultura, dalla nostra incapacità di immaginare qualcosa che non sia la nostra squallida Italietta. E qui facciano attenzione tutti coloro che danno un'interpretazione politica ai film di Moretti. Da "Palombella rossa" ad "Aprile", fino ad arrivare a questo film, Moretti non fa che fare autocritica. Non fa che guardare con chiarezza e lucidità i limiti, le contraddizioni e la rabbia che provoca questa sinistra inesistente e comunque del tutto incapace di essere davvero incisiva.
Ma "Il Caimano" è un film che racconta molto. Certo della crisi politica italiana, e come ha ben spiegato wsim del cinema e della mancanza di coraggio di produttori e autori spalmati ormai nell'ovvietà e nella banalità della produzione attuale (ma sono 20 anni che le produzioni sono così... [SM=x39939] ). "Il Caimano" parla soprattutto di una coppia che si sta separando e della difficoltà di lasciarsi. Parla di quel momento in cui uno si rende conto che è finita, sente su di se la sconfitta, la rabbia, la delusione, il dolore di un matrimonio finito. Parla di un uomo e una donna che non sanno come lasciarsi, non sanno come continuare ad essere una famiglia, non sanno come non sentire il senso di colpa nei confronti dei figli. Parla di un pezzo di lego mancante. Tanto piccolo e insignificante da rappresentare tutto.
Come dice Moretti chi voleva informarsi lo ha fatto. Chi vuole crogiolarsi nella sua ignoranza continuerà a farlo. Allo stesso modo chi ama Moretti prima o poi questo film lo vedrà, chi non lo ama non lo vedrà mai. Ma non date retta a quello che si è detto. "Il Caimano" è molto più e molto diverso dalle cazzate scritte su tanti, troppi giornali.
Voglio rivederlo... [SM=x39859]
wsim
00mercoledì 5 aprile 2006 10:30
Re:

Scritto da: Lanciatrice-di-coriandoli 05/04/2006 2.37
Ma non date retta a quello che si è detto. "Il Caimano" è molto più e molto diverso dalle cazzate scritte su tanti, troppi giornali.



Ti ringrazio Lanciatrice, bell'intervento davvero, di grande sensibilità.
E mi permetto di quotare la tua conclusione, che sottoscrivo in pieno...
meulen
00giovedì 6 aprile 2006 18:27
- Chi sceglie il "caimano", quello vero -


di Curzio Maltese

E' ridicolo pensare che un film possa influenzare il risultato elettorale. E' ridicolo per Il Caimano e lo è stato per Farenheit 9/11, che non è carto la ragione della sconfitta di Kerry. Il dibattito un po' superficiale intorno al film di Moretti può semmai aumentare la confusione sulle cause dalla crisi italiana.

Il protagonista del film, per cominciare, non è Berlusconi, ma sono la mancanza di coraggio della società italiana, la pura, la solitudine. Gli stessi protagonisti degli ultimi vent'anni di cinema italiano. Il merito di Moretti è di aver nominato Berlusconi, primo a osare tanto dopo il Fellini di Ginger e Fred, anno 1986. Ma da allora il berlusconismo è il convitato di pietra di tutti i film o filmetti nazionali, anche quelli che parlano d'altro, anzi soprattutto. Come il fascismo era l'essenza del cinema dei telefoni bianchi. Ed è una delle ragioni per cui da vent'anni il nostro cinema è inguardabile oltre Chiasso. E' lo specchio di una società avvitata su sè stessa, in preda ad una grottesca autarchia culturale.

Moretti ha il merito di nominare la questione per nome e cognome e avrà grande successo. Il film è ben fatto, intelligente, con attori magnifici. Detto questo, l'unico rischio è d'ingigantire la figura del Cavaliere. Nel film e nel circostante dibattito. Esiste una tendenza di una parte dell'opposizione, diciamo girotondina, a considerare Berluscono un genio della truffa che ha turlupinato il popolo. Ah, se avessero saputo, le casalinghe, gli onesti pensionati, dei soldi della mafia, dello stalliere Mangano, delle sentenze comprate! Certo non l'avrebbero votato.

Ora la mia modestissma opinione è che si tratti di un'illusione pericolosa, figlia dell'antico vizio italiano di autoassolversi sempre e comunque. Non ho mai incontrato un elettore di Forza Italia pronto a giurare sul rigore morale del suo leader. Prima, non avevo mai conosciuto un elettore democristiano convinto dell'innocenza di Andreotti. A parte, si capisce, i servi dell'uno e dell'altro.

La verità è che a un pezzo di paese questo modo predatorio di far politica piace, s'identifica nei suoi protagonisti. Un'altra considerazione, ancor più indigesta, è che milioni d'italiani aspettavano un grande leader non antifascista e l'avrebbero votato che si chiamasse Berlusconi o Mario Rossi. Per sdoganare i propri istinti regressivi, sono disposti a perdonare tutto, dal conflitto d'interessi alle ventidue holding svizzere intestate a prestanome.

Rispetto a questo dramma inconsapevole, i buoni film, le inchieste giornalistiche, le manifestazioni, sono ottime cose ma non produrranno cambiamenti profondi. L'Italia volterà pagina quando nelle nostre scuole si studierà il fascismo come si studia il nazismo nelle scuole tedesche. A partire non dai misfatti di un regime, ma dall'adesione di massa a un'ideologia criminale.

Altrimenti, prepariamoci al prossimo 8 settembre della serie, senza troppe illusioni.

Venerdì di Repubblica
ghamoz
00lunedì 10 aprile 2006 22:24
Re:

Scritto da: Lanciatrice-di-coriandoli 05/04/2006 2.37
Quoto praticamente tutto quello detto da wsim! [SM=x39857]
Quoto le parole sull'imbecillità dell'Italietta presuntuosa e ignorante che giudica senza vedere e vede senza guardare. Quegli orribili personaggi di destra talmente spaventati dalla realtà che gli si para davanti da aver paura di un'opinione e di un punto di vista. Quegli orribili personaggi di sinistra [SM=x39913] talmente spaventati di riconoscersi in quel Berlusconi da chudersi gli occhi con le mani.
Siamo tutti Berlusconi...e talmente lo siamo tutti che Berlusconi nel film ha quattro volti: quello reale (visto in Europa [SM=x40009] )più spaventoso e impresentabile di qualunque copia più o meno simile al reale. Quello del personaggio della sceneggiatura, spietato arrivista e corrotto. Quello interpretato da Placido, robusto e in fondo affascinante. E quello finale...nell'ultima e imprevista incarnazione. Siamo tutti Berlusconi perchè in fondo ci piace chi ruba, inganna, mente e alla fine la fa franca. Perchè in fin del conti se un personaggio tanto squallido ha tutto quel potere dipende da noi, dalla nostra cultura, dalla nostra incapacità di immaginare qualcosa che non sia la nostra squallida Italietta. E qui facciano attenzione tutti coloro che danno un'interpretazione politica ai film di Moretti. Da "Palombella rossa" ad "Aprile", fino ad arrivare a questo film, Moretti non fa che fare autocritica. Non fa che guardare con chiarezza e lucidità i limiti, le contraddizioni e la rabbia che provoca questa sinistra inesistente e comunque del tutto incapace di essere davvero incisiva.
Ma "Il Caimano" è un film che racconta molto. Certo della crisi politica italiana, e come ha ben spiegato wsim del cinema e della mancanza di coraggio di produttori e autori spalmati ormai nell'ovvietà e nella banalità della produzione attuale (ma sono 20 anni che le produzioni sono così... [SM=x39939] ). "Il Caimano" parla soprattutto di una coppia che si sta separando e della difficoltà di lasciarsi. Parla di quel momento in cui uno si rende conto che è finita, sente su di se la sconfitta, la rabbia, la delusione, il dolore di un matrimonio finito. Parla di un uomo e una donna che non sanno come lasciarsi, non sanno come continuare ad essere una famiglia, non sanno come non sentire il senso di colpa nei confronti dei figli. Parla di un pezzo di lego mancante. Tanto piccolo e insignificante da rappresentare tutto.
Come dice Moretti chi voleva informarsi lo ha fatto. Chi vuole crogiolarsi nella sua ignoranza continuerà a farlo. Allo stesso modo chi ama Moretti prima o poi questo film lo vedrà, chi non lo ama non lo vedrà mai. Ma non date retta a quello che si è detto. "Il Caimano" è molto più e molto diverso dalle cazzate scritte su tanti, troppi giornali.
Voglio rivederlo... [SM=x39859]



Mi piace tanto entusiasmo, ma (ovviamente parlando senza averlo visto e senza vederlo mai), sei sicura di non mettere in bocca a Moretti parole che sono tue?
Io Moretti non lo reggo perchè lo trovo qualunquista e banale,e non mi riesce di credere che (a partire dalla Stanza fino ad oggi, da quando ho smesso di vederlo appunto ) sia migliorato.

Comunque anche le Charlottes sono ottimi dolci. [SM=x39994]
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