L'allegra disperazione dell'ultimo Benni

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marlowe
00sabato 12 gennaio 2002 11:39
Ho sempre seguito con interesse e simpatia la carriera letteraria e l'attività pubblicistica di Stefano Benni, fin dai tempi di "La Tribù di Moro Seduto", un libro ormai introvabile dove c'era però il miglior Benni satirico e a volte irresistibilmente comico. Dopo diversi bei libri: "Stranalandia", "Bar Sport", "Il Bar sotto al mare", per citare qualche titolo, mi sembrava che la sua vena si fosse un poco inaridita. "Bar sport 2000" mi aveva deluso, "Baol" mi aveva lasciato perplesso, "La compagnia dei celestini" non mi aveva convinto come pure non mi aveva del tutto convinto "L'ultima lacrima". "Elianto" l'avevo trovato un libro decisamente brutto.
"Saltatempo" mi pare invece che ci restituisca il Benni migliore. Uno scrittore maturo, capace di esprimersi, sia pure con qualche incertezza e qualche ingenuità di stile e di linguaggio, sui registri del comico, del satirico, del fantastico, del malinconico, del nostalgico.
"Saltatempo" è la storia di un paese che vive le sue trasformazioni dall'immediato dopoguerra fino agli anni del boom economico e del consumismo. Un microcosmo dove si riproduce tutta la storia d'Italia: dall'imputridire dei valori della resistenza alla devastazione ambientale, dall'ottimismo critico della volontà gramsciana all'ottimismo cafone della volgarità padana. I suoi abitanti, patetiche o irritanti caricature, sognatori nelle nuvole, piccoli pescecani, avventurieri della speculazione, ideologi velleitari, filantropi generosi, anime perdute, ecc. sono tutti personaggi e interpreti del nostro destino nazionale.
Saltatempo, il protagonista, grazie a uno speciale orologio -l'orobilogio regalatogli da un singolare mago un po' sporcaccione - può leggere nel futuro: saltare appunto avanti e indietro nel tempo e così vivere l'amicizia, i primi maldestri approcci al sesso, il primo vero amore, la scuola, la passione politica. E in quel che vede, crescendo e di tanto in tanto affacciandosi al suo futuro, c'è tutto il pessimismo di Stefano Benni nei confronti della nostre magnifiche sorti e progressive, raccontate con la leggerezza di una "allegra" disperazione: "C'è gente che dice che vuol lottare e poi confonde il fischio di inizio della partita con quello dell'ultimo minuto, e va a casa".
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Saluti
Marlowe
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