L'amico di famiglia - di Paolo Sorrentino

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wsim
00giovedì 23 novembre 2006 09:56
“Donna è danno”, recita un vecchio adagio.
Eppure il vecchio Geremia, usuraio brutto, deforme, viscido e senza scrupoli, ma non privo di cultura, psicologia spicciola e di quella filosofia che s’impara dalla strada, non ricorderà quel vecchio motto dopo l’incontro con la bella Rosalba, figlia di un suo “cliente”. Forse non lo ricorderà volutamente.
E la sua vita prenderà una piega inaspettata.

Il regista Paolo Sorrentino dopo “Le conseguenze dell’amore” ripropone in questo suo film un’altro amore paradossale girato in tempi lenti e in luoghi spogli, con perfino qualche umano immerso fino al collo, e non solo metaforicamente. Si potrebbe dire che, con qualche evoluzione nel numero dei personaggi, nelle scene, nella ricerca di inquadrature insolite, è un altro film dove i protagonisti commettono un grave errore: quello di sottovalutare le conseguenze dell’amore.
Il film è ambizioso, non perfetto, ma sicuramente girato con buona mano, e almeno esce dai clichè dei soliti e ritriti film generazionali all’italiana.
Tre stelle se le merita, e anche qualche decimo in più.

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