L'ora di religione

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|Alex|
00mercoledì 2 aprile 2003 23:23
visto stasera all'università e all'accensione delle luci ho esclamato: "MAH!"
E' un film introspettivo sulla vita di un ateo che viene a conoscenza della causa di beatificazione di sua madre, martirizzata da un fratello mentalmente infermo.
Sulla scena si alternano abbastanza fluentemente dei problemi ideologici/spirituali del protagonista ad altri economici/sociali delle persone che gli sono intorno.
Purtroppo alle volte questa alternanza fa perdere il senso della vicenda. Lo svolgersi della vicenda porta ad immaginare la fine che viene volutamente brutalmente troncata, tale espediente lascia però un qualcosa di strano nello spettatore che lo lascia spaesato.

voto 6+ (voto dovuto solo all'interpretazione di 2 attori)

marlowe
00sabato 5 aprile 2003 00:11
In non ho visto questo film Alex e ti dirò che quello che hai scritto mi ha fatto passare anche quel po' di curiosità che avevo.
In effetti, io mi sono trovato, più o meno dopo ogni film di Bellocchio, fin da "I pugni in tasca" ,a esprimere, come te, un grosso "mah".

Un mah talvolta di irritazione, talvolta di noia, talvolta di delusione. Non so. Forse è proprio il suo tipo di cinema, maniacale e patologico, che mi è proprio estraneo. Come se Bellocchio, rivoltandosi continuamente dentro la propria camicia, pretendesse di farla indossare anche a noi.

Vediamo se qui c' è invece qualche estimatore di Bellocchio che abbia voglia di farci cambiare idea.
[SM=x39858]

wartr
00mercoledì 16 aprile 2003 12:48
Marlowe, con un po' di ritardo, l'hai trovato.
"L'ora di religione" (spero tu l'abbia visto, nel frattempo!) è un film ambiguo e complesso, seppur sorretto da un grande Castellitto e da un certo gusto surreal-ironiconirico che personalmente apprezzo, e che mi pare non avere uguali nel panorama italiano attuale(i patetici tentativi di Ozpetek e altri sono, per l'appunto patetici).
E fin qua, vabbè.

Ma "I pugni in tasca"...? [SM=x39948]
Altra cosa è non preferire un certo tipo di cinema, altra cosa è trovare noioso e irritante un film nevrotico e angosciante quanto si vuole, ma mai noioso. Se poi parliamo dello straordinario Lou Castel, della grande Paola Pitagora e di una sceneggiatura delicata ma inquietante, di temi trattati per nulla usuali allora(ma anche dopo), allora non capisco cosa vuoi dire...[SM=x39917]
Era quella un'epoca in cui esplodevano nuovi fermenti, nuove idee, nuove perversioni che portarono il cinema italiano a quella maniacalità e "patologicità" che a te è tanto estranea e a me è tanto cara...

cmq fammi capire: se non ti piace "I pugni in tasca" non ti piace neanche "Dillinger è morto", "8 1/2" o "Prima della rivoluzione"?

Il discorso del rivoltarsi nella camicia mi è poco chiaro...[SM=x39917] perchè, Fellini non si crogiolava nelle sue ossessioni, Ferreri non dava sfogo alle sue patologie(e lo era, patologico; secondo me),
persino Kubrick non aveva un filo conduttore nelle sue varie opere(e. ghezzi parla di fear and desire, paura e desiderio, come momenti chiave di tutta la sua poetica)?
Non è questione di "entrare" in una camicia altrui, semplicemente di guardare la camicia magari mentre quello ci si rivolta dentro...[SM=x39917]

Ecco, mi sono dilungato dicendo scemenze; cmq mi è venuta in mente una frase che mi sembra pertinente. La disse Fellini a Bertolucci che la disse a Gianni Amelio che la disse a me(ad un convegno): "Invidio Kubrick perchè ha potuto raccontare se stesso in tanti modi diversi, io devo raccontarmi sempre allo stesso modo, e in qualche modo mi scopro".

Miii! mi pare ancora più bella!

Cmq se ci hai capito qlcs fammi sapere come la pensi.

p.s.: tutto col massimo rispetto per la tua cultura enciclopedica e straordinariamente assortita.
[SM=x39857] Ave, Marlovius.
marlowe
00mercoledì 16 aprile 2003 22:25

Considero Marco Bellocchio un autore di notevole talento, degno del massimo rispetto. Sono convinto che abbia dentro l'anima qualcosa che gli rugge e che in modo affannato, nobile, sofferto, onesto cerchi sempre di esprimerlo.
Credo che non sempre ci riesca e che invece di "dire" ripieghi sul "farsi dire". L'artista scompare, si occulta dietro e addirittura dentro il nevrotico, se ne fa scudo, e se ne fa anche arma di aggressione. Lo lascia parlare al suo posto con conseguenze talvolta discutibili, talvolta riprovevoli.
Mi pare così che spesso i film di Bellocchio si avvitino su se stessi e più che storie si riducano e metafore, non sempre felici, di una patologia. (Qui ci sarebbe da dire molto sul rapporto Bellocchio-Fagioli, ma sorvolo). E' questo il senso che aveva la mia espressione "rivoltarsi nella camicia". Non riuscire a rompere la sovrastrutture intellettualistiche e non riuscire in quell'operazione -operazione d'arte, sintesi di forma e contenuto - che invece è riuscita agli altri registi che tu citi: Kubrick, Fellini (non sempre), Ferreri (non sempre), Bertolucci, Cronemberg. E ne aggiungo anche altri due di fronte alla genialità dei quali mi sento stramazzare: Derek Jarman e Peter Greenaway.
Per quanto riguarda "I pugni in tasca" e anche i successivi "La Cina è vicina", "Marcia trionfale", "Nel nome del padre" che per me sono stati film di generazione, non intendevo dire che non mi siano piaciuti, ma, come peraltro hai colto, che mi hanno messo profondamente a disagio. Anzi, ripensandoci, tra tutti i film di Bellocchio sono quelli che mi sono piaciuti, soprattutto i primi due, senza riserve.

Su tutti gli altri...

La balia (1999)
Il principe di Homburg (1997)
Il sogno della farfalla (1994)
La condanna (1991)
La visione del sabba (1988)
Diavolo in corpo (1986)
Enrico IV (1984)
Gli occhi, la bocca (1982)
Salto nel vuoto (1980)
Matti da slegare (1975)
Sbatti il mostro in prima pagina (1972)
Amore e rabbia (1969)...

...Mah. Mmm. Boh.Uhm...

Salve atque vale, dilectissime, Marlovius te salutat.

PS
"L'ora di religione" non l'ho ancora visto, ma lo farò al più presto. Quindi non sparire di nuovo che ne dobbiamo riparlare.[SM=x39854]



wartr
00giovedì 17 aprile 2003 10:19

Ah, ecco... alla fine più o meno siamo d'accordo...
Cacchio, mi hai fatto venire in mente "Wittgenstein", che ho adorato! Greenaway lo conosco poco...[SM=x39917]
Sulla filmografia completa di Bellocchio ho anch'io delle riserve, come te, e anche su Ferreri (ma diciamo che "Dillinger" e "La grande abb." compensano "Storia di Piera" e "Nitrato d'argento"), su Fellini in fondo anche.

Vae victis.

Era l'unica cosa in latino che ricordavo...[SM=x39917]


...ora mi viene in mente "Attila flagello di Dio"...

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