Marlowe, con un po' di ritardo, l'hai trovato.
"L'ora di religione" (spero tu l'abbia visto, nel frattempo!) è un film ambiguo e complesso, seppur sorretto da un grande Castellitto e da un certo gusto surreal-ironiconirico che personalmente apprezzo, e che mi pare non avere uguali nel panorama italiano attuale(i patetici tentativi di Ozpetek e altri sono, per l'appunto patetici).
E fin qua, vabbè.
Ma "I pugni in tasca"...?
Altra cosa è non preferire un certo tipo di cinema, altra cosa è trovare noioso e irritante un film nevrotico e angosciante quanto si vuole, ma mai noioso. Se poi parliamo dello straordinario Lou Castel, della grande Paola Pitagora e di una sceneggiatura delicata ma inquietante, di temi trattati per nulla usuali allora(ma anche dopo), allora non capisco cosa vuoi dire...
Era quella un'epoca in cui esplodevano nuovi fermenti, nuove idee, nuove perversioni che portarono il cinema italiano a quella maniacalità e "patologicità" che a te è tanto estranea e a me è tanto cara...
cmq fammi capire: se non ti piace "I pugni in tasca" non ti piace neanche "Dillinger è morto", "8 1/2" o "Prima della rivoluzione"?
Il discorso del rivoltarsi nella camicia mi è poco chiaro...
perchè, Fellini non si crogiolava nelle sue ossessioni, Ferreri non dava sfogo alle sue patologie(e lo era, patologico; secondo me),
persino Kubrick non aveva un filo conduttore nelle sue varie opere(e. ghezzi parla di fear and desire, paura e desiderio, come momenti chiave di tutta la sua poetica)?
Non è questione di "entrare" in una camicia altrui, semplicemente di guardare la camicia magari mentre quello ci si rivolta dentro...
Ecco, mi sono dilungato dicendo scemenze; cmq mi è venuta in mente una frase che mi sembra pertinente. La disse Fellini a Bertolucci che la disse a Gianni Amelio che la disse a me(ad un convegno): "Invidio Kubrick perchè ha potuto raccontare se stesso in tanti modi diversi, io devo raccontarmi sempre allo stesso modo, e in qualche modo mi scopro".
Miii! mi pare ancora più bella!
Cmq se ci hai capito qlcs fammi sapere come la pensi.
p.s.: tutto col massimo rispetto per la tua cultura enciclopedica e straordinariamente assortita.
Ave, Marlovius.