Lo scandaloso Houllebecq

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marlowe
00martedì 5 febbraio 2002 10:30

Cominciai a leggere "Piattaforma", l'ultimo romanzo di Michel Houllebecq, durante un viaggio in treno. Il libro, un best-seller di vastissimo successo in Francia, me l'aveva regalato qualche tempo prima, forse un po’ maliziosamente, un’amica. Ma, sulla scorta delle informazioni, o dei pettegolezzi, che circolavano sul conto dell'autore, l'avevo sempre lasciato in disparte. Avevo maturato nei confronti dello stesso Houllebecq una istintiva antipatia. Mi aveva insospettito la fama che questo scrittore si era fatto di bieco propagandista del turismo sessuale, di tracotante razzista, di pornografo, di anarco-conservatore farneticante: una sorta di maudit à rebours, per non dire di peggio, escluso per manifesta impresentabilità da tutti i premi letterari francesi più prestigiosi. Antipatia che poi era aumentata dopo aver visto qualche sua fotografia: una faccia di slavata arroganza, un'aria di supponenza malmostosa, uno sguardo presuntuoso, gelido e sprezzante. Sicché “Piattaforma” aveva spesso viaggiato con me, ma sempre sul fondo della valigia. Lo riportai alla luce per un motivo molto stupido: il volume mi sembrò di dimensioni adeguate a riempire le molte ore di treno che avevo davanti. E così, subito fuori dalle lugubri arcate della Stazione Centrale di Milano, mi immersi nella lettura.
Michel è un accidioso impiegato del ministero della cultura francese sulla soglia dei quarant’anni. Lavora poco e quel poco, come si dice, cerca di farlo fare agli altri. Non ha ambizioni. Alla morte del padre (un vecchio coglione, come affettuosamente lui lo rievoca al funerale) eredita e diventa ricco. Si lascia vivere. La sua vita sentimentale non esiste. Per quella sessuale si affida alla masturbazione o alle puttane. Per distrarsi, parte per la Thailandia. Sotto i cieli esotici dell'Oriente Michel non va di certo alla ricerca di illuminazioni. Cerca invece quello che vi cercano tutti: puttane attraenti, esperte, fantasiose, docili e a buon mercato. Nel gruppo di viaggiatori - uno più squallido, beota e deprimente dell'altro - c'è anche Valérie. Per tutta la permanenza in Thailandia, i due si ignorano. Solo al ritorno, a Parigi, Michel cede a un irresistibile impulso e la va a cercare. E Valérie, una abile e caparbia manager in carriera di una multinazionale del turismo, entra nella vita di Michel in modo assoluto e avvolgente, totale e definitivo. Valérie irrompe nella vita alla deriva di questo arido e miserabile quarantenne con tutta la forza della sua generosa sessualità, con una disponibilità psicofisica totale, con la grazia della sua giovinezza, con l'innocenza pagana dei suoi desideri, con l'autenticità della sua voglia di soddisfare quelli di lui. E il romanzo diventa a questo punto la cronaca di un amore. Houllebecq la racconta con scabrosa brutalità e scandalosa sincerità facendone percepire gli slanci e gli spasmi, gli odori e gli umori, gli abbandoni, i languori estenuanti, gli appagamenti. Michel scopre finalmente qualcosa di sé, e dentro di sé, che non riesce a non chiamare felicità. Osserva Valérie che nuota, lascia scorrere gli occhi lungo il corpo di lei illuminato dal sole, osserva i rivoli d'acqua che scorrono sulla sua pelle, raccoglie i bagliori del suo sguardo e sente, finalmente sente, che il suo ultimo e unico desiderio è quello di rimettere il proprio destino, tutta la propria vita, nelle mani della donna che ad essi è riuscita a dare un senso.
Non vado avanti a raccontare per non sciupare gli sviluppi della trama che prende un ritmo incalzante e sorprendente, in un reticolo di vicende erotiche, manageriali, imprenditoriali, turistiche, finanziarie e politiche.
“Piattaforma” è un libro che si può definire cinico, disturbante, dissacrante, amorale e immorale, persino efferato, sempre politically scorrettissimo, impietoso e crudele fino alla strazio. Non so dire se sia buona o cattiva letteratura. Ci devo ancora pensare: nel senso che una vera analisi critica non l'ho fatta. Anzi, mi sono fin ad ora rifiutato di farla. In pratica sono vigliaccamente fuggito dalla necessità di un ripensamento del romanzo in chiave razionale. Certo “Piattaforma” è un libro emozionante e coinvolgente. La vicenda di Michel è una sorta di ultimo tango: un ballo tragico e grottesco, e a volte dolcissimo, danzato senza sosta sull'orlo della felicità e sull'abisso della dannazione. Lo stesso ballo che, credo, nella vita il destino ha costretto tutti – o costringerà - a ballare almeno una volta.
Per gli happy few, buona lettura.

Michel Houellebecq, "Piattaforma", Bompiani, L. 32.000

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Saluti
Marlowe
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