Magica volata, Bettini mondiale

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sKyLe
00domenica 24 settembre 2006 19:46
Il livornese supera in un anomalo sprint a quattro Zabel e Valverde dopo essersi avvantaggiato negli ultimi 800 metri. Grande prova degli azzurri, sempre protagonisti



Non cercava la consacrazione, perché non ne aveva bisogno. Non dopo un’Olimpiade, otto classiche, tre coppe del Mondo e una lista di successi lunga una Quaresima. Cercava il Mondiale, Paolo Bettini, perché forse non era neanche giusto che un corridore come lui non l’avesse ancora vinto.
E il 32enne livornese lo ha trovato proprio quando la speranza aveva cominciato ad affievolirsi, al termine di una bellissima gara della squadra italiana. E’ stata sempre nel vivo della corsa, la Nazionale di Ballerini (il c.t. toscano è al terzo oro su sette tentativi, curiosamente vinti tutti negli anni pari).
C’erano Nocentini e Tosatto, tanto per cominciare, nella fuga a 12 che ha caratterizzato la prima parte della gara (vantaggio massimo 15’). E c’erano Pozzato e Di Luca tra i 14 che si sono portati sugli "evasi" della prima ora, prima che all’inizio del penultimo giro il gruppo si ricompattasse e tutto tornasse in gioco.
Il film degli ultimi 40 chilometri è stato di quelli che si ricorderanno per un pezzo. Dopo un tentativo di Loosli, Aldape Chavez e Siutsou, sono sempre lo svizzero, Rebellin e Chavanel ad attaccare in testa l’ultimo passaggio, con 11" di vantaggio. Una volta ripresi, ci provano l' "americano" Trenti, Calzati e A. Efimkin. Stessa sorte. E’ Ballan a tirare in salita, Wegmann a scattare, prima del tentativo di Bettini nel falsopiano dopo l’ultima difficoltà. Niente da fare per l’olimpionico, che era con Wegmann, Vinokourov, Millar, Boogerd e Krron: tutti insieme ai meno 7.
Dopo le prove di contropiede di Schumacher e Rebellin, è lo spagnolo Samuel Sanchez, all’ultima curva, a provocare il buco tirandosi dietro Valverde, Zabel e Bettini. Ma il suo capitano non ne ha, mentre chi ne ha più di tutti è Bettini, che rimonta Zabel (d’argento come a Verona 2004) e va a prendersi il Mondiale dopo l’argento di Lisbona 2001 e il quarto posto di Hamilton 2003. Un’attesa grande, ma mai quanto la felicità di oggi.
feat. gazzetta.it
sKyLe
00domenica 24 settembre 2006 19:50
"Ora un grande Giro? Chissà..."
Bettini al settimo cielo dopo la vittoria iridata. "Mi mancava un Mondiale. Le corse a tappe? Non penso di essere adatto però...Intanto mi butterò nelle Sei Giorni"



E’ partito per ultimo, è arrivato primo. E non per modo di dire. S’era già praticamente mosso tutto il gruppo quando Paolo Bettini, insieme all’amico e compagno Luca Paolini, ha cominciato a pedalare sul percorso iridato: a voler riavvolgere il nastro dall’inizio, è stato solo il primo di una serie di presagi nella giornata d’oro dell’olimpionico.
La stretta di mano a Paolini, la visita della moglie Monica e della figlioletta Veronica, 3 anni, cui ha messo per qualche secondo in testa il casco d’oro: tutto prima del via. Glielo chiedono, i giornalisti stranieri: "Chi era quella donna che hai baciato alla partenza?"; "Mia moglie, davanti a tutta questa gente se ne baciavo un’altra mi avrebbe scoperto subito..."; "Ma no, era più anziana"; "Ah, allora sarà stata mia madre".
Già è allegro e mette allegria di suo, Bettini, figurarsi a Mondiale finalmente conquistato. Ecco un’antologia del suo pensiero. "Che squadra. Sapevo che era difficile, ma non mi sono fatto prendere dal panico. E’ stato il rettilineo d’arrivo più lungo della mia vita. Nel finale stavo bene, e ho chiesto ai compagni di dare tutto, lo hanno fatto e sono fiero di loro. E poi, avete visto chi c’è al mio fianco sul podio? Un successo ancora più bello. E permettetemi un pensiero per Zabel, il più grande uomo che c’è nel ciclismo. Voglio augurargli di vincerlo, un Mondiale".
"Paragonare Olimpiade e Mondiale? Continuo a pensare che i Giochi abbiano un pizzico di fascino in più. Lì esci dalla routine del mondo del ciclismo e entri in quello di tutto lo sport. Oggi ho chiuso il cerchio che volevo. Per le classiche, in verità, mi manca un Fiandre. Vedremo... In tanti mi hanno chiesto di provare a preparare una corsa a tappe di tre settimane. Penso di non essere quel tipo di corridore, ma non si sa mai. Vi dico che comunque qualcosa di nuovo lo farò. Mi butterò in pista, nelle Sei Giorni".
"Forse l’avvicinamento al Mondiale l’hanno sofferto più i miei cari di me, questa vittoria è per loro, per la Federazione, per tutti quelli che mi sono stati vicino. Alla fine abbiamo cercato per 265 chilometri quale fosse il punto più adatto per fare selezione, tutti a parlare della salita. Alla fine la selezione si è fatta in una curva, l’ultima. Una curva ha fatto la differenza".
feat. gazzetta.it
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