Scambio di mp3,la Riaa vuole i nomi degli utenti

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CARMINE84
00lunedì 7 ottobre 2002 23:57
L'autorità americana per il diritto d'autore vuole obbligare il provider Verizon a notificare i nomi di coloro che, attraverso lo scambio di file, sono ritenuti responsabili di promuovere la pirateria musicale.
L'obiettivo della Riaa è far sì che i provider agiscano senza ordine diretto del magistrato contro gli utenti ritenuti promotori della pirateria in rete


Peer to peer, fuori i nomi
Riaa vuole i nomi degli utenti Verizon
Chi scambia file musicali on line da oggi può iniziare a preoccuparsi: nella battaglia contro la pirateria discografica in Internet si arriva ai ferri corti. Fino a ora, negli States come in Italia, i nomi degli
utenti dei circuiti "peer to peer" per lo scambio di Mp3 e altri tipi di file erano tutelati dalla legge e quindi non accessibili a terzi se non su ordine della Magistratura. Quello che vuole ottenere la Riaa, l'associazione americana che tutela il diritto d'autore, è la possibilità di obbligare i provider ad agire senza ordine diretto del magistrato contro gli utenti ritenuti promotori della pirateria in rete. L'occasione per dar luogo alla disputa giuridica è stata l'individuazione, da parte della Riaa a nome delle case discografiche americane, di un utente che attraverso un circuito peer to peer e il provider Verizon contribuirebbe in maniera sostanziale alla proliferazione del mercato pirata, condividendo una massa critica di titoli.
Se il giudice federale statunitense John D. Bates, incaricato di presiedere la sentenza contro Verizon, desse ragione alla Riaa, che pretende la messa al bando dell'utente in questione e di tutti coloro che abusano del circuito, si profilerebbero con tutta probabilità scenari simili per diversi provider che forniscono l'accesso a Internet, compromettendo come mai è successo finora la circolazione degli file tra gli internauti. Verizon al banco degli imputati ha difeso la ferma volontà di non volersi trasformare in un organo di polizia che monitorizza i propri utenti, azione che rischierebbe di dare luogo a possibili denunce da parte degli utenti stessi, messi al bando senza uno specifico ordine del magistrato.
Gli equilibri tra la difesa del copyright da parte della Riaa e quella della privacy da parte dei provider diventano quindi sempre più fragili. Mentre da un lato i discografici pongono particolare attenzione nel tener d'occhio l'utilizzo del peer to peer, dall'altra i provider continuano a ribadire: "ciò che la Riaa sta in realtà cercando di ottenere è di spostare l'onere della tutela del copyright dai propri associati (S) a un provider che non fa altro che fornire una connessione a Internet al proprio cliente". Nei prossimi giorni si saprà il parere del giudice Bates a riguardo, da allora sarà possibile immaginare con più realismo il futuro dello scambio file nella Grande Rete.



g
00martedì 8 ottobre 2002 00:31
[SM=x39942]

.::WildKaos DJ::.
00giovedì 10 ottobre 2002 19:52
RIAA-->[SM=x39942] [SM=x39942]
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