TUTTO O NIENTE (All or nothing)

(di Mike Leigh)


Uno squallido caseggiato della Londra piccolo borghese, una famiglia disunita, vicini assurdi, lavoro scarso e una vita senz'altre aspettative che una pinta di bionda al pub sottocasa, con un miglioramico che forse ricorda come ti chiami.
Un ambiente orrido, claustrofobicamente uggioso, terribilmente violento e in cui la solidarietà è un valore chimerico più che sconosciuto.
Un tassista sognatore, una cassiera angosciata, due figli grassi e bolsi, inetti e nullafacenti. La malattia di uno dei due farà rinsavire i genitori, mettendoli a nudo di fronte al loro grigiore e donando loro il ricordo dell'amore di un tempo, dolce e spensierato, unico e incorruttibile, assoluto e speranzoso. Forse.

Non amo leggere di un film prima di andare a vederlo(spesso neanche dopo), ma stavolta mi è caduto l'occhio su una recensione che paragonava questa pellicola a "Sweet sixteen" di Ken Loach, uscito di recente; ci sono delle somiglianze, senza dubbio, diegeticamente e tecnicamente(il doppiaggio italiano, per dire, fa schifo in entrambi).
Ciò che mi ha colpito, tuttavia, è la scelta stilistica dei due: nel narrare una storia disperata, la regia è quieta e convenzionale, la sceneggiatura è spesso brillante, e non si rinuncia alla battuta demenziale se c'è la sponda giusta(-Giuralo sulla tomba di tua madre! -Non è ancora morta!).
Insomma, una commedia hollywoodiana andata a male.
Come dire: ci siamo anche noi, viviamo anche noi, ci proviamo anche noi, e ci viene da schifo. Non ci resta che ridere, riderci addosso, farci ridere addosso.

C'è una specie di nebulosa nel film, forse attorno al film, forse, schifanianamente, dietro il film, una emotività latente, dormiente, che aspetta di svegliarsi e venir fuori se lo spettatore riesce a tagliare il telone. E' forse amore, l'amore che tutto annulla, l'amore che rende ancor più inutile ma indispensabile una vita spenta, l'amore che rende felici o che dilania, l'amore -comunque- vivo che fa vivere; è forse la morte, è forse un filo già reciso, è forse la tranquillità, è forse la coscienza del vuoto che abbiamo dentro.
E' forse, più probabilmente, una cosa e l'altra insieme.