UTE LEMPER

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marlowe
00giovedì 19 dicembre 2002 10:56

Il nuovo Piccolo Teatro di Milano non mi piace. Lo trovo tetro all'esterno e freddo all'interno. Il cosiddetto foyer mi fa l'effetto di una sala d'attesa d'aeroporto. Non mi piace neanche come viene gestito dal burocrate (pasticcione) Escobar e dal genio (troppo compreso) Luca Ronconi. Forse perchè sono troppo affettivamente legato alla vecchia sala di via Rovello, dove ho visto spettacoli straordinari, alle regie di Strehler e alla politica culturale di Paolo Grassi, allora mi ritrovo a disagio nella poltrona (neanche tanto comoda) dove, la sera di un anonimo 17 dicembre milanese, aspetto l'inizio del recital di Ute Lemper. Ma tutto questo sparisce rapidamente e magicamente con l'affievolirsi delle luci, con l'emergere dal buio, sugli accordi di una chitarra che intona le prime note di un tango di Astor Piazzolla (Morire a Buenos Aires), della figura, scarna e elegantissima, asciutta e incantevole, perentoria e morbidissima, calligrafica e passionale, di questa artista strepitosa.
Ute Lemper canta i tanghi di Piazzolla, canta le canzoni di Jacques Brel, quelle di Edith Piaf, di Nyman e di Waits; e canta come mai ho sentito cantare le ballate di Brecht/Weil. La sua voce è potente, la sua capacità di passare dai registri drammatici a quelli satirici, dalla tenerezza all'invettiva, dal tedesco al francese all'inglese, di prodursi sulle ottave di contralto e di mezzosoprano, strabiliante.
Quando Ute Lemper canta "Les feuilles mortes" mi sembra di cogliere nelle sua voce tutti gli strazi, le malinconie, le nostalgie, i fallimenti, le illusioni e le delusioni di ogni vita umana.
Esco dal teatro emozionato e entusiasta. Ha cominciato a piovere. Mentre mi avvio, distogliendo gli occhi dall'orribile manufatto di Marco Zanuso che sembra un dépendance del Cimitero Monumentale, verso la fermata della metropolitana, risento la voce di Ute Lemper e sono brividi. Di gelo e di calore.
L'ultimo disco di Ute Lemper è intitolato, come il suo recital milanese, "But One Day". Non perdetevelo.

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