linux in un supercomputer fatto di 160 server e molto altro!

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WidE
00domenica 21 aprile 2002 09:33

Un supercomputer formato da 160 server basati su processore Itanium Intel. Un gigante da calcolo che l'Ibm sta mettendo a punto per il National Center for Supercomputing Applications dell'Università dell'Illinois. Capace di elaborare 1.000 miliardi di calcoli al secondo, il supercalcolatore sarà impiegato per studiare una gran varietà di problemi legati alla ricerca nel campo dei buchi neri e della relatività. Il cuore software di questo mega calcolatore è tutto Open Source e si chiama Linux. Sistemi operativi, programmi di grafica, linguaggi di programmazione, software per il commercio elettronico e tlc. Il tutto gratis, da riprodurre e distribuire infinite volte, a colleghi di lavoro e amici, in versione originale o modificata secondo le proprie esigenze. Linux, Apache, Perl, Php, Mysql, Zope. Una gran fetta del business digitale trae sostentamento dall'Open Source: modello di business rivoluzionario che sta modificando gli assetti dell'industria informatica.

Sono, com'è noto, programmi sviluppati dalla comunità Internet, da persone che lavorano in gruppo accomunate dalla passione per la programmazione. Non si conoscono, non si vedono, ognuno opera nella scrivania virtuale del proprio computer, ma lavorano tutti sugli stessi progetti: si scambiano parti del codice via email, pubblicano i loro programmi sul web e dal web offrono assistenza tecnica a pagamento. Il progetto software è in genere coordinato da persone o società, come nel caso di Linux, in cui a dare le direttive di sviluppo è il suo stesso creatore: Linus Torwalds. E se fino a qualche tempo fa l'Open Source sembrava essere solo la passione di "smanettoni" dell'informatica, oggi si è trasformato in vero business, un affare che sta coinvolgendo un numero sempre più ampio di colossi dell'industria informatica appartenenti, per cosi dire, al mondo closed source.

Da una parte il tentativo di conquistare indipendenza dalla Microsoft (che contro l'Open Source ha intrapreso una crociata), dall'altra (in tempi di crisi per l'hitech) l'occasione di ridurre il prezzo di vendita delle proprie macchine hardware. Come? Basta equipaggiare un server con Linux al posto di Windows 2000 server per abbassare il prezzo di vendita di qualche migliaio di dollari. L'abbattimento è ancor più consistente nel caso d'installazioni più complesse, come nel caso di macchine multi processore. Il discorso vale anche quando si paragoni Linux ad altri sistemi operativi Unix proprietari. Un'opportunità che Ibm, Dell, Compaq, Hp ed altri sembrano aver colto al balzo.

Il sistema ideato da Torvalds, è già da tempo entrato a far parte degli strumenti di ricerca della Nasa, scansando i ben più costosi sistemi proprietari. Gli stessi informatici della Nasa hanno messo a punto una versione Linux a prova di hacker particolarmente sicura. Non solo. Grazie all'adozione di Linux, il centro di ricerca spaziale Usa ha ridotto notevolmente anche i costi per le licenze dei database, passando da software proprietari per i database al velocissimo Mysql Open Source. Anche il governo Usa ha varato un progetto per facilitare l'adozione di software Open Source nella pubblica amministrazione. Scelte analoghe sono state fatte anche da molti paesi europei.

Porte aperte per Linux anche al Dipartimento della Difesa Usa, l'Ufficio delle Tasse e l'US Army. L'adozione di Linux si espande a macchia d'olio e con esso la diffusione dei software Open Source. Non solo nel settore della ricerca avanzata, ma anche in ambito aziendale. L'Ibm, che ha creato un centro ad hoc per Linux e le applicazioni Open Source, sul progetto Big blue investirà un miliardo di dollari. Quasi tutti i big dell'industria informatica hanno aperto centri di competenza sul mondo Open Source ed in particolare su Linux.

Investimenti che, nel caso di Ibm, si ripagano con il successo di vendite di sistemi Linux. Ad aver scelto le soluzioni Big Blue basate su Linux sono Shell, Western Geco, la compagnia di tlc Telia. Nei centri informatici di queste aziende, l'Ibm ha installato calcolatori dipartimentali d'elevatissima capacità. Si tratta di sistemi cosiddetti cluster, più calcolatori che funzionando in tandem possono garantire il servizio anche in caso di guasti. Un computer si ferma, entra in funzione il gemello ed il problema è risolto. La Incyte Genomics, società farmaceutica californiana, ha installato per le sue ricerche in campo genetico, un supercalcolatore Linux costituito da ben 3000 mila microprocessori risparmiando diversi miliardi di lire in hardware e software.



fonte Repubblica
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La lontananza è per l'amore ciò che è il vento per il fuoco:
spegne quello piccolo, alimenta quello grande..
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