poesia del giorno

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L'Arcano Incantatore
00lunedì 8 dicembre 2003 17:32
Il Vampiro
di C. Baudelaire
Tu che, come un colpo di coltello,
entrasti nel mio cuore in lacrime;
Tu che, forte come una schiera
di demoni, folle ed in ghingheri,
del mio spirito umiliato
hai fatto il tuo letto ed il tuo regno;
infame a te son legato
come il forzato alla catena,
come il testardo giocatore al gioco,
come l'ubriaco alla bottiglia,
come la carogna ai vermi,
Maledetta! Maledetta!
Ho pregato la spada rapida
di conquistare la mia libertà;
ho detto al perfido veleno
di soccorrere me vile;
macchè! Il veleno e la spada
con disprezzo m'han detto:
"Sei indegno d'essere strappato
alla tua maledetta schiavitù,
imbecille! Se pure i nostri sforzi
ti liberassero da quel dominio,
tu stesso con i tuoi baci resusciteresti
il cadavere del tuo Vampiro!"


Mandraketta
00lunedì 8 dicembre 2003 20:14
M'e' piaciuta!


Kinoji
00lunedì 8 dicembre 2003 23:53
[SM=x39884]
g
00martedì 9 dicembre 2003 00:00

WISLAWA SZYMBORSKA
VISTA CON GRANELLO DI SABBIA



Lo chiamiamo granello di sabbia.
Ma lui non chiama se stesso né granello, né sabbia.
Fa a meno di nome
generale, individuale,
instabile, stabile,
scorretto o corretto.

Non gli importa del nostro sguardo, del tocco
Non si sente guardato e toccato.
E che sia caduto sul davanzale
è solo un'avventura nostra, non sua.
Per lui è come cadere su una cosa qualunque,
senza la certezza di essere già caduto
o di cadere ancora.

Dalla finestra c'è una bella vista sul lago,
ma quella vista, lei, non si vede.
Senza colore e senza forma,
senza voce, senza odore e dolore
è il suo stare in questo mondo.

Senza fondo lo stare del fondo del lago
e senza sponde quello delle sponde.
Né bagnato né asciutto quello della sua acqua.

Né al singolare né al plurale quello delle onde,
che mormorano sorde al proprio mormorio
intorno a pietre non piccole, non grandi.

E il tutto sotto un cielo per natura senza cielo,
dove il sole tramonta non tramontando affatto
e si nasconde non nascondendosi dietro una nuvola ignara.
Il vento la scompiglia senza altri motivi
se non quello di soffiare.

Passa un secondo.
Un altro secondo.
Un terzo secondo.
Ma sono solo tre secondi nostri.

Il tempo passò come un messo con una notizia urgente.
Ma è solo un paragone nostro.
Inventato il personaggio, insinuata la fretta,
e la notizia inumana.






di Wislawa Szymborska (premio nobel 1996)

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