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Solaris

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    Zen
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    00 31/03/2003 01:04
    Pensavo che si trattasse di un film di fantascenza. Cosi' almeno mi avevano detto. [SM=x39919]
    Invece è un film "psicologico"...cioè stile "Vanilla Sky". [SM=x39947]
    A me è piaciuto. Ma gli altri spettatori, alla fine del film, brontolavano non poco. [SM=x39940]
    Il fatto è che è un po' giu' di tono...
    Comunque boh, dite la vostra l'avete visto? [SM=x39927]
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    Donia
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    00 31/03/2003 01:30
    psicologico?

    piatto ricco mi ci ficco!!!
  • marlowe
    00 31/03/2003 13:31
    ORFEO CLOONEY E NATASHA McEURIDICE


    "Solaris" è un romanzo del polacco Stanislaw Lem che, solo con qualche forzatura, si può considerare un autore di fantascienza. In realtà questo scrittore è molto più interessato all'universo della psiche umana e alle sue tensioni metafisiche, dei comportamenti e dei sentimenti, piuttosto che a quello delle galassie, delle astronavi e degli alieni. Ai puri e duri della science fiction, di solito, Lem non piace: troppo cerebrale, troppo mistico, troppo elucubrante, troppo statico.
    E invece è probabilmente proprio per questo che dal suo romanzo il tormentato e tormentoso regista russo Andrej Tarkovskij trasse nel 1972 il film omonimo: il quale, dopo aver subito molteplici e brutali mutilazioni da parte del macellaio De Laurentis (durava in origine circa tre ore, troppe dal punto di vista commerciale) è stato recentemente restaurato e riproposto nelle cineteche.
    Il "Solaris" di Tarkovskij è un film lento, dilatato, taciturno, lirico, filosofeggiante, scenograficamente spartano, a volte pesante, mai banale o scontato. Un film discutibile ma interessante e coinvolgente: la sofferta odissea metafisica di un gruppo di uomini che si dibattono dentro se stessi e cercano dolorosamente di dipanare le maglie aggrovigliate del proprio destino: che corre "al di qua" e "al di là" della vita, dello spazio e del tempo.
    Il remake di Steven Soderbergh non è niente di tutto questo. Soderbergh ha realizzato un film scenograficamente molto curato, mirabilmente fotografato da lui stesso, spettacolarmente claustrofobico, intepretato da George Clooney (un po' legnoso e non sempre a suo agio: e più a disagio quando esibisce il volto che non quando mostra il sedere), e da Natasha McElhone (morbidamente androgina, bellissima e intensa).
    A me il film di Soderbergh è piaciuto.
    E mi è piaciuto proprio perché Soderbergh non si è limitato a fare un remake hollywooddiano del vecchio "Solaris", ma ha tentato una strada nuova, ha cercato di proporre una sua intepretazione del romanzo, di raccontare una "sua" storia e non di rifriggere quella di altri.
    Ha lasciato perdere tutto quello che costituiva il retroterra cosmogonico e filosofeggiante del racconto di Lem e del film di Tarkovskij e si è concentrato sulla storia d'amore e, soprattutto, sullo strazio di un uomo che vive con angoscia la perdita della donna amata.
    Il risultato è un versione moderna, collocata nel magma magnetico del pianeta Solaris, della favola di Orfeo e Euridice.
    Il dottor Chris Kelvin è un uomo alla deriva, prosciugato dalla depressione e dai sensi di colpa per il suicidio della moglie, impietrito nel dolore.
    Ma come la musica riporta a Orfeo la sua Euridice, sottraendola all'Ade, così la memoria, il richiamo dei ricordi e un non mai spento sentimento d'amore riporteranno a questo naufrago dell'esistenza la moglie Rheya, sottraendola alla morte e rigenerandola come un clone: ma appassionata, tangibile e capace d'amore ancor più che nella vita perduta.
    Non vi dico di più perchè il fascino del film sta proprio nel racconto del complicato rapporto che si crea tra questa coppia (vera o immaginata che sia) imprigionata nell'involucro, freddo e ostile come una sala d'obitorio, di una stazione spaziale alla deriva nell'universo.
    Soderbergh scandisce mirabilmente ogni immagine, fruga negli occhi, indugia sulla morbida plasticità dei volti, si lascia illuminare dai bagliori degli sguardi, sfiora la pelle dei suoi personaggi, li riveste di chiaroscuri, scandaglia nella loro psiche nel tentativo di capire e di farci capire che, in fin dei conti, ognuno di noi quando ama qualcuno ama soprattutto una immagine; che nel sonno e nel sogno si è più veri che nella realtà; che i sogni non muoiono all'alba perché continuano a vivere nel pensiero cosciente; che il sogno stesso è paradossalmente più vivo e più vero della vita; che la vita e la morte forse sono la stessa cosa, sono lo stesso sogno.

    Come ha detto Zen, "Solaris" di Steven Soderbergh non è di certo, al di là del pretesto narrativo, un film di fantascienza. Potrebbe benissimo essere rappresentato in un teatro, visto che non ha bisogno di nessun effetto speciale e che la missione galattica è del tutto inessenziale.
    E' invece un film psico-esistenziale, un apologo - delicato e atroce - sull'amore. Proprio come la favola di Orfeo e Euridice che Cesare Pavese, nei "Dialoghi con Leucò", ha raccontato in questo modo: "E’ andata così. Salivamo il sentiero tra il bosco delle ombre. Erano già lontani il Cocito, lo Stige, la barca, i lamenti. S’intravedeva sulle foglie il barlume del cielo. Mi sentivo alle spalle il fruscio del suo passo. Ma io ero ancora laggiù e avevo addosso quel freddo. Pensavo che un giorno avrei dovuto tornarci, che ciò che è stato sarà ancora. Pensavo alla vita con lei, com’era prima; che un’altra volta sarebbe finita. Ciò che è stato sarà." La conclusione che Pavese dà alla favola è molto diversa da quella che le dà Soderbergh. Non vi rivelo né l'una né l'altra. Leggete il libro e andate a vedere il film. [SM=x39892]

    Al film [SM=x39884] [SM=x39884] [SM=x39884]
    Alla regia: [SM=x39884] [SM=x39884] [SM=x39884] [SM=x39884]
    Alla sceneggiatura: [SM=x39884] [SM=x39884] [SM=x39884]
    Alla fotografia [SM=x39884] [SM=x39884] [SM=x39884] [SM=x39884]
    A Natasha McElhone [SM=x39993] [SM=x39993] [SM=x39993]
    A George Clooney: n.c.


    PS
    Sul tema di Orfeo e Euridice ha scritto una canzone anche il professor Roberto Vecchioni. Questa però potete tranquillamente ignorarla: è una brutta canzone, uno sgorbiaccio da villanzone su uno dei più bei miti della cultura occidentale. [SM=x39886] [SM=x39886] [SM=x39886]
    Ci sarebbe anche l'"Orfeo e Euridice" di Christopher Willibald Gluck, uno dei più bei melodrammi del Settecento, ma non ve ne parlo. Così come non vi parlerò dell' Orfeo di Virgilio e di quello di Ovidio. Sono già stato abbastanza noioso.
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    Zen
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    00 01/04/2003 00:07
    Re: ORFEO CLOONEY E NATASHA McEURIDICE
    ...
    Per le donne:
    si vede spesso Clooney nudo. Niente male il suo fondoschiena (credo [SM=x39920] ) se fosse suo [SM=x39900]
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    LuVi
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    00 02/04/2003 17:13
    Io adoro Natascha McElhone, assomiglia un po ad Annabella. [SM=x39854]
    La ricordo molto in "The truman show", dolce e delicata, in "Ronin", bella e spietata....

    Vorrei vedere l'originale, prima di questo remake, per poterlo giudicare meglio. [SM=x39854]

    LuVi
  • marlowe
    00 03/04/2003 12:59
    Re:

    Scritto da: LuVi 02/04/2003 17.13
    Io adoro Natascha McElhone, assomiglia un po ad Annabella. [SM=x39854]
    La ricordo molto in "The truman show", dolce e delicata, in "Ronin", bella e spietata....

    Vorrei vedere l'originale, prima di questo remake, per poterlo giudicare meglio. [SM=x39854]

    LuVi



    Guarda LuVi che, rispetto a quello di Tarkovskij, il film di Soderbergh è proprio un' altra cosa. E' fuorviante, secondo me, considerarlo un remake.
    Il confronto tra i due film è assolutamente improponibile.
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    LuVi
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    00 04/04/2003 10:31
    Re: Re:

    Scritto da: marlowe 03/04/2003 12.59


    Guarda LuVi che, rispetto a quello di Tarkovskij, il film di Soderbergh è proprio un' altra cosa. E' fuorviante, secondo me, considerarlo un remake.
    Il confronto tra i due film è assolutamente improponibile.



    Ah, beh... in effetti non ha dato scandalo più di tanto.. quindi qualcuno potrebbe anche non saperlo e andare a vederlo come originale. [SM=x39854]

    LuVi
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    wsim
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    00 09/04/2003 10:44
    In un lontano futuro, mirabilmente fotografato in una fredda luce metallica, il dottor Chris Kelvin (George Clooney) , psicologo affermato, viene inviato sulla stazione spaziale in orbita attorno al pianeta Solaris, sulla quale stanno accadendo episodi inspiegabili che richiedono la sua assistenza “professionale”.
    Questo è l’incipit del film nel quale, già pochi minuti dopo, lo spettatore viene accompagnato da un kubrickiano rendez-vous dentro la stazione spaziale, ma non prima di aver conosciuto, attraverso i ricordi personali del dottor Kelvin, l’altro protagonista del film, sua moglie Reya, interpretata dalla bellissima attrice Natasha McElone.

    La donna costituisce per Kelvin il più doloroso dei ricordi. Si apprenderà che essa non è più, e che ha lasciato dietro di sé quello che lasciano tutte le persone care, ricordi, sensazioni, sensi di colpa, rimpianti, dolore, illusioni.

    Nella claustrofobica e misteriosa atmosfera della stazione spaziale che sovrasta il magma dell’enigmatico pianeta Solaris, sarà l’inquietante materializzazione dei sogni del dottor Kelvin ad accompagnarci in una storia d’amore tra sogno e realtà, oltre i confini dello spazio e del tempo, all’inseguimento della speranza e forse della certezza che “ la morte non avrà il dominio” e che forse non siamo, noi esseri umani, soltanto delle “probabilità matematiche”.

    Bravo George Clooney, splendida la morbida e androgina McElone in una sceneggiature essenziale e in una altrettanto essenziale recitazione, fatta di sguardi, di movimenti del viso, del mutare dei riflessi sui volti a coglierne delicatamente le inquietudini e le sensazioni più intime.

    Non c’è un briciolo di azione, la scenografia, pur curatissima, è ridotta alla rappresentazione di pochi ambienti, una buona colonna sonora rende bene l’inquietudine che emana dal film, sicuramente dotato di un sottile, profondo fascino.


    Certamente il regista Soderbergh ha messo molta cura nella confezione di questa realizzazione, occupandosi anche del montaggio e della fotografia, ( e il risultato “tecnico” c’è) tuttavia il film per come è sviluppato è difficile e non convince del tutto, né, credo, invoglierà a una seconda visione. Un 7, ma nulla di più, in attesa di rivedere il ”Solaris” originale, i cui ricordi emergono ancora, lontani ma non dimenticati, dal buio di un cineforum studentesco…




  • marlowe
    00 09/04/2003 11:52
    wsim noto ancora una volta che di fronte a un film coincidono il nostro modo di vederlo, le considerazioni che ci ispira, il giudizio di merito, le emozioni che ci suscita, i dettagli che ci colpiscono.

    Temo che il giorno in cui non ci troveremo d'accordo, dovremo sfidarci a duello. [SM=x39892]

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    wsim
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    00 09/04/2003 14:41
    Considerato anche che abbiamo definito la McElone con gli stessi aggettivi (ma francamente potevano essercene di diversi?) ciò in effetti è preoccupante....
    [SM=x39905]

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    Myst
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    00 09/04/2003 23:51
    l'ho visto stasera. Non credevo ne aveste gia' parlato cosi' approfonditamente ed ero venuto pronto per inneggiare all'ultima fatica di sodebergh convinto di dover combattere contro alcune stroncature.

    Vengo qui e scopro che non solo ne avete gia' parlato, ma che ha suscitato in voi le stesse sensazioni postive che ha suscitato in me.

    Non mi resta nient'altro da dire.... evidentemente in questa sezione ne capite di cinema [SM=x39854] o forse a forza di confrontarci le nostri opinioni, come per osmosi, si stanno uniformando [SM=x39989]

    [Modificato da Myst 09/04/2003 23.52]

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    Donia
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    00 28/04/2003 09:10
    ora mi leggo con calma ciò che avete scritto perchè sinceramente non c'ho capito un tubo[SM=x39925]
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    ghamoz
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    00 15/02/2006 16:44
    Finalmente l'ho visto.
    E non aggiungerei niente di più a quello che è stato detto dai dotti signori che hanno formato questo 3d.




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    g
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    00 15/02/2006 16:49
    Re:

    Scritto da: ghamoz 15/02/2006 16.44
    Finalmente l'ho visto.
    E non aggiungerei niente di più a quello che è stato detto dai dotti signori che hanno formato questo 3d.


    T'è piaciuto?
    Ma parli di qll nuovo o del Tarkovsky? [SM=x39913]