In arrivo un reality ambientato nel mondo del pallone. Tra i dilettanti
Un reality da prendere a calci
In arrivo un reality ambientato nel mondo del pallone. Tra i dilettanti
È meglio Totti defilato sulla sinistra e Del Piero a supporto delle punte o un attacco con un centravanti di peso e uno più guizzante? Meglio un aggressivo 4-3-3 o un più abbottonato 3-5-2? I dilemmi che popolano la testa degli italiani sono diventati lo spunto per un nuovo, l'ennesimo, reality show. Un reality che, nelle intenzioni dei suoi autori, dovrebbe consentire di realizzare uno dei sogni più confessati e neanche troppo segreti del Bel Paese: fare l'allenatore. Non a caso una delle frasi fatte che puntualmente a ogni Mondiale e a ogni minima polemica riemerge è sempre: "In Italia 58 milioni di commissari tecnici". E forse proprio pensando a questo potenziale bacino d'utenza sterminato, Mediaset ha ritenuto di allestire, con il clamore del caso, "Campioni, il sogno" condotto da Ilaria d'Amico.
Protagonista del gioco una squadretta composta, per ora, da 40 giocatori sopravvissuti a un maxi provino cui hanno partecipato 3500 candidati e che sarà ulteriormente scremata fino a 24. A fare la selezione non saranno procuratori, infortuni, ragioni di bilancio o presidenti arraffoni, ma il pubblico da casa, che ogni settimana sceglierà 3 calciatori da mandare in campo. Il resto delle "nomination" spetteranno all'insindacabile giudizio di "Ciccio" Graziani, allenatore della truppa. La squadra non giocherà in un campionato virtuale, ma nell'Eccellenza romagnola con squadre vere e toste.
Telecamere piazzate ovunque promettono di seguire i ragazzi nelle partite, negli allenamenti e persino negli spogliatoi. Telecamere ossessionanti ma pure seducenti, se è vero che in 90mila hanno fatto richiesta di iscrizione ai provini. La possibilità di raccattare un po' di notorietà è da sempre uno degli ingredienti di ogni reality che si rispetti, ma unire pallone e tv è un'occasione imperdibile: soldoni, Veline e la possibilità di entrare nel giro giusto. Per i 3 più votati anche la possibilità di andare in ritiro tra un anno con Milan, Juve e Inter, ma a questo punto è un premio di consolazione.
Si profila perciò un campionato composto da squadre poco più che amatoriali e una con codazzo di telecamere, incipriatori e assistenti di scena. Un torneo nel quale c'è il forte rischio di ridurre tutte le squadre iscritte, meno una, a fare da comparse per uno spettacolo dall'esito sospettamente immaginabile.
«La trasmissione vuole dare una bella immagine dello sport dilettantistico», dice Graziani. Ma siamo proprio sicuri che lo sport amatoriale abbia bisogno di questo promo? È vero che l'obiettivo della tv ha di solito il potere di esaltare gli aspetti più belli, ma può anche condizionare le decisioni arbitrali, alimentare il senso di protagonismo di chi va in campo a giocare, beccare gli sputacchi di Totti ma anche mostrare in modo inequivocabile "pastette" e risultati combinati: valori ormai tollerati nel calcio professionistico ma che fanno a cazzotti con quelli dello sport dilettantistico.
[Modificato da CARMINE84 07/08/2004 16.06]