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Good night and good luck (recensione)

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    wsim
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    00 27/09/2005 08:28
    Reduce dalla visione di questo film, non posso fare a meno di osservare come questo secondo lavoro registico di George Clooney, su un certo piano di lettura, integri e completi il suo film precedente, il controverso “Confessioni di una mente pericolosa” (che personalmente mi era piaciuto). Nel suo primo film, narrando la storia romanzesca di Chuck Barris, Clooney aveva affrontato il tema della televisione d’intrattenimento con sferzante ironia, costruendo in quelle sequenze probabilmente la parte migliore di quel film e facendo dire a Chuck Barris, il protagonista, “sono responsabile di aver inquinato l’etere con dell’intrattenimento puerile e intorpidente”.
    Anche in “Good night and good luck” si parla di televisione. Ma la televisione mostrata in questo film è ben altra cosa. E’ quella dell’inchiesta giornalistica, dell’autorevolezza editoriale, dell’informazione documentata. Quella televisione che desta, soprattutto oggi, sempre meno interesse, forse perché gli stessi programmatori, e chi sta dietro a loro, non si fanno alcuna remora a continuare a servire “intrattenimento puerile e inconcludente” a un pubblico che da parte sua sembra non chiedere altro, come pare non chiedesse altro fin dagli anni ’50, quelli di Chuck Barris.
    Ascoltate in merito le parole del boss della CBS, verso il finale del film…
    E’ tremendamente attuale, il film di Clooney.
    Nel riproporre al coraggiosa storia di Edward R. Murrow e dello staff della CBS nella loro lotta a favore della verità e della libertà d’opinione contro il potentissimo senatore McCarthy, Clooney strizza l’occhio allo spettatore di oggi, ci rimprovera di non aver capito ancora la lezione,
    ci invita a cercare nei fatti e non nelle sirene propagandistiche la risposta alle nostre domande, affida a un giornalismo civile ( e non servile) il compito ingrato ma necessario di contraltare del potere.
    Ci mostra un McCarthy arrogante e sicuro di sé (da veri filmati d'archivio), tanto sicuro di sé nel formulare a destra e a manca accuse di “comunismo”, quanto abile ad accusare i suoi avversari e la trasmissione di Murrow di essere a loro volta comunisti, per il solo fatto che il criticare o l’opporsi alle sue opinioni “deve” essere per forza comunista.
    Vengono subito alla mente Bush e il suo “o con noi o contro di noi”, o quell’altro individuo che sopportiamo in Italia da ormai troppo tempo, complice anche una televisione pesantemente asservita, spesso ridotta ad essere “soltanto una scatola vuota piena di fili”. Sono parole di Edward Murrow, da un suo discorso che apre e chiude il film. Parole profetiche, potremmo dire oggi se l’avessimo ascoltato allora.
    Il film è in bianco e nero, e trovo che sia stata una scelta indovinata, sia perché si crea continuità con il nutritissimo materiale d’archivio utilizzato, sia perché soltanto in bianco e nero era la TV di allora. Apprezzabile colonna sonora d’atmosfera e un plauso al protagonista, l’attore David Strathairn, perfetto nel ruolo di Murrow, sempre in mezzo al fumo di un’eterna sigaretta.
    Non è un capolavoro, e forse nemmeno un film memorabile, ma come film di impegno civile serve a ricordarci che esiste (ed è sempre esistita) un’America migliore di quella rappresentata da Bush, e un cinema americano che riesce ancora , sia pur raramente, a distinguersi dai blockbuster di Hollywood.
    Grazie, George.

    Trama:***1/2
    Cast:****
    Regia:***1/2
    Musica:***
    Globale: ***1/2



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    ciambellina
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    00 27/09/2005 09:57
    Vorrei andarlo a vedere [SM=x39859] è taaaaaanto che non vado al cinema [SM=x39996]