La pubblica accusa ha chiesto un anno di reclusione per Isamu Kaneko, l'autore del noto software di condivisione "Winny". La battaglia anti-P2P è sempre più dura
Tokyo dichiara guerra al P2P
Chiesto un anno di carcere per Kaneko
Il Giappone dichiara guerra al file-sharing. La pubblica accusa ha infatti chiesto un anno di reclusione per Isamu Kaneko, l'autore del noto software di condivisione "Winny". Duri i capi d'imputazione a suo carico. Kaneko è infatti accusato di aver sviluppato nel 2002 un programma che "promuoveva le violazioni del diritto d'autore", permettendo il libero scambio di file di ogni genere, anche protetti da copyright.
Il processo, iniziato a Kyoto nel 2004, ha creato molto scalpore in tutto il mondo, in quanto è la prima volta che si denuncia penalmente il creatore di un software per il suo utilizzo illegale fatto da altre persone. La questione è molto delicata e interessa da vicino l'enorme comunità che utilizza i sistemi "Peer to peer", milioni di utenti sparsi in tutto il mondo.
Kaneko, da parte sua, si è sempre dichiarato innocente, sostenendo di aver sviluppato il programma solo per analisi tecnologiche. All'epoca dei fatti, il giovane ingegnere era infatti un assistente ricercatore presso l'università di Tokyo e, secondo i suoi legali, il suo progetto non aveva alcuna intenzione di incoraggiare le violazioni del diritto d'autore.
Nello specifico, il punto cruciale su cui si basa la difesa di Kaneko, condiviso in pieno dai numerosi difensori del sistema file-shring in tutto il mondo, ruota attorno al fatto di non poter essere ritenuti responsabili per l'utilizzo, legale o meno, che gli utenti possono fare di un dato strumento, di per sè perfettamente in regola con le norme vigenti.
Winny è un software di condivisione file noto soprattutto in Asia, che consente il libero scambio via internet di qualsiasi tipo di contenuto digitale. Programmi simili, come Emule o Bearshare, sono ampiamente utilizzati anche nel resto del mondo, nonostante la feroce offensiva delel major, impegnate da tempo in una dura battaglia per dichiarare fuori legge i sistemi di scambio in rete.