00 20/09/2006 10:40
The Queen – La regina

Due avvenimenti di grande importanza scuotono l’Inghilterra nel 1997. In primavera Tony Blair, giovane leader laburista, vince con larghissima maggioranza le elezioni dopo ben 18 anni di incontrastato dominio conservatore. Il 31 Agosto, in un incidente d’auto a Parigi, muore la principessa Diana, ex-moglie del principe Carlo d’Inghilterra e quindi ex-appartenente alla famiglia reale britannica.
Il film tutto inglese di Stephen Frears ricostruisce quei due momenti, dedicando pochi ironici minuti alla vittoria di Blair ed al suo incontro con la regina, che lo nomina formalmente primo ministro, e tutto il resto del tempo alla cronaca di quella drammatica settimana successiva alla morte di Diana nella quale si determinò uno scollamento fortissimo tra la monarchia inglese e il suo popolo. Scollamento ricucito solo dall’abilità di Tony Blair e dalla sospirata decisione finale della regina Elisabetta II di riconoscere pubblicamente a Diana un ruolo forse non dovuto, ma indispensabile per calmare l’opinione pubblica e ristabilire il prestigio della corona.
Il film è splendido, è uno straordinario connubio tra la mano felice di un regista sorretto da una sceneggiatura impeccabile e tra un gruppo di attori molto bravi e perfettamente calati nella parte, sui quali troneggia (è il caso di dirlo) Helen Mirren (la regina Elisabetta), che per il ruolo ha vinto la coppa Volpi come miglior attrice al recente festival cinematografico di Venezia.
Frears si muove con naturalezza in un film di grandissima eleganza formale e di rara intelligenza, nel quale riesce a dosare al punto giusto humour, dramma, sarcasmo, politica, tenerezza, risvolti intimi e aspetti pubblici del potere britannico, ricorrendo in numerose occasioni a materiale di repertorio o ricostruendolo quando serve.
L’equilibrio di questo film è la sua qualità migliore. Il regista, di fatto, non si schiera con nessuno, con la monarchia inglese e con i suoi membri sa essere al contempo spietato e tenero, e nemmeno ha reticenze a mostrarne gli aspetti umani e le rigidità formali, ma sa benissimo (e nel film lo fa capire attraverso il comportamento di Tony Blair) che la monarchia E’ l’Inghilterra e che l’Inghilterra si riconosce comunque, nel bene e nel male, nella sua monarchia, il cui ruolo millenario è profondamente scolpito nella società britannica.
Non prende nemmeno le parti di lady Diana, vero e proprio fenomeno mediatico, e contemporaneamente creatura e vittima di quella società dei mass-media che ci ha largamente abituati a esaltare e a distruggere personaggi, a instillare paure e a stimolare isterie collettive.
In questo suo esame del risvolto mediatico degli avvenimenti, Frears manifesta invece un suo aperto disprezzo per il populismo, sia quando inquadra le impietose copertine dei tabloid inglesi, sia quando indugia sui volti piangenti della folla e sullo sterminato panorama dei mazzi di fiori, sia quando fa dire esplicitamente al principe Filippo (il consorte della regina) “ Ma piangono e portano candele per una che non hanno mai conosciuto?”
Si sorride, perché sappiamo che i media, dopo il 1997, ci hanno abituato a bel altro.
Per concludere, un’osservazione: con l’eccezione della centenaria regina madre, tutti i personaggi del film sono ancora viventi e credo sarebbe divertente sapere come hanno reagito a questa fiction su un momento non facile della loro vita. In ogni caso, spero almeno l’abbiano apprezzato per ciò che è, una grande lezione di stile e di cinema.


Giudizio globale: ****1/2