Scritto da: Alarico 15/01/2002 1.50
Scritto da: g 15/01/2002 00:33
Forse po3bbe ANKE essere a riskio in fattorie nn biologike
Io conosco l'amico pastore e mi sento di poterlo dare anke ai miei nipoti,gemelline di 3 anni comprese
Non si tratta di fattorie più o meno biologiche nè di pastori più o meno amici, si tratta di germi del latte che comunque ci sono.
Non credo che certe leggi sulla alimentazione siano state fatte tanto per accontentare l'elettorato, ma per motivi precisi.
Vuoi dare quel latte alle gemelline di tre anni? non so se è un tuo diritto, forse lo è, ma nessuno può impedirtelo.
La responsabilità è tua, le eventuali conseguenze delle gemelline.
Posso solo sperare che le gemelline non abbiano a soffrirne... in un futuro più o meno lontano.
Poi, io non ho vietato ne autorizzato niente; ho solo detto come stanno le cose.
La scelta è vostra.
Alarico
2. IL LATTE CON LA SUA FLORA BATTERICA
Nel latte, anche se ottenuto da bestiame sano, esiste una certa flora batterica composta sia da germi filocaseari utili alla lavorazione, sia da anticaseari, i quali possono arrecare danno al prodotto ma anche alla salute del consumatore. Fra questi spicca lo stafilococco aureus.
Esaminiamo ora l'origine, l'evoluzione e le conseguenze della contaminazione degli alimenti, in particolare del latte e dei latticini, con stafilococchi patogeni, capaci di produrre enterotossine nell'alimento che li ospita, ossia esternamente all'organismo umano.
Tali alimenti contaminati, se ingeriti, provocano nell'uomo uno stato di intossicazione che si manifesta con vomito, diarrea, prostrazione, dolori addominali, mal di testa, crampi muscolari, eventualmente febbre. La manifestazione compare di regola 1-3 ore dopo il pasto e si risolve sempre, tranne rare eccezioni, in 48 - 72 ore.
La letteratura è concorde nel ritenere che almeno il 50% degli stafilococchi aurei è potenzialmente capace di produrre enterotossine, se essi vengono a trovarsi in condizioni favorevoli quali:
substrato adatto alla loro moltiplicazione: latte, carne, creme, preparati di carne facilmente alterabili (prosciutto cotto, Bratwurst), prodotti della pesca, ecc.,
una temperatura adatta, alla quale l'alimento viene preparato e conservato: superiore a 18° C ed inferiore a 45° C (è temperatura ideale quella della cucina),
un periodo di tempo sufficiente per la moltiplicazione degli stafilococchi e la produzione di tossine (10-12 ore).
La situazione di pericolo è irrobustita dal fatto che gli stafilococchi vengono distrutti dal calore, mentre le tossine già elaborate sono termoresistenti. In un latte bollito per 30 minuti scompaiono i germi, ma restano le tossine con la loro completa capacità aggressiva.
Per evitare al minimo livello il rischio insito nella produzione lattiero-casearia, il mungitore ed il casaro devono:
usare la massima pulizia ed igiene nella mungitura e nella eventuale successiva conservazione del latte,
raffreddare rapidamente il latte sotto i 15° C,
iniziare la produzione del formaggio il più presto possibile,
eventualmente effettuare un trattamento termico del latte,
- ricorrere nella fabbricazione del formaggio ad una flora antagonista, vale a dire a germi acidificanti (sono le cosiddette colture o starter, ossia una sospensione di bacilli acidolattici).
Evidentemente questi accorgimenti, che frenano od impediscono lo sviluppo degli stafilococchi, hanno un senso solo se si usa latte con una carica iniziale bassissima di stafilococchi.
Poiché gli stafilococchi si trovano frequentemente nel latte già dalla mungitura, fatalmente essi possono trovarsi in maggior concentrazione nel formaggio. Di per sé il formaggio non è un substrato ideale per lo sviluppo degli stafilococchi, poiché nella sua fabbricazione subentrano fattori antagonisti: elevata acidità, salagione, trattamento termico, azione delle colture.
Durante la stagionatura gli stafilococchi decrescono o possono scomparire, mentre le tossine permangono. Almeno così recitano le attuali conoscenze scientifiche
www.ti.ch/CAN/SegGC/comunicazioni/GC/odg-mes/rapporti/51...