Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi

Titolo originale: Lemony Snicket's A series of unfortunate events
Nazione: U.S.A.
Anno: 2004
Genere: Fantastico, Avventura
Durata:
Regia: Brad Silberling
Sito ufficiale: www.unfortunateeventsmovie.com


Cast: Jim Carrey, Meryl Streep, Jude Law, Emily Browning, Liam Aiken, Billy Connolly
Produzione: Paramount Pictures
Distribuzione: UIP
Data di uscita: 18 Marzo 2005 (cinema)

Trama:
Gli orfani Baudelaire sono tre ragazzi decisamente sfortunati. Alle loro ricchezze punta un diabolico furfante che li perseguita senza tregua.

Un cattivoChePiùCattivoNonSiPuò, una serie di IdiotiCHePiùIdiotiNonSiPuò, tre orfani carucci intraprendenti e genialoiodi.

Una atmosfera cupamente gotica.

Io tre ragazzi Baudelaire, orfani per un incendio, sono fatti oggetto dal perfido parente Conte Olaf, di attenzione per la loro cospicua eredità.

Si salveranno?

Ottimo intepretazione istrionistica di Carrey, coadiuvato dai tre ragazzi e da cameo di gente come la Streep.

Mi è mancato però il regista: da un testo così un certo Tim Burton avrebbe scritto forse una grande pagina.

Da vedere con 3 stellette.

Caruccio.
emily browing promette bene , in tutti i sensi.




Ciaozzz

Per la verità, Lemony mi ha un po' annoiato. L'ho trovato un po' stereotipato e ripetitivo, soprattutto nel tormentone del conte Olaf. Catturato dalla promessa di "una serie di sfortunati eventi" mi aspettavo una specie di anti Harry Potter e ho finito per ritrovarmi dentro un altro Harry Potter, meno brillante e meno fantasioso però. La promessa iniziale di "cattivismo", sulla quale contavo, si è persa nei luoghi comuni e nel dolciastro.
Ma Sunita, 11 anni, il mio alibi per andare a vedere la storia dei tre fratelli Baudelaire senza sensi di colpa, si è entusiasmata. Per tutta la durata del film si è agitata sulla sedia, ha masticato freneticamente la mia sciarpa, mi ha sadicamente molestato con raffiche di gomitate alla pancia per farsi tradurre le frasi che non capiva e, quando la casa a strapiombo sulla scogliera è crollata nel mare, ha lanciato un urlo alla Tarzan che ha fatto voltare quattro file di spettatori.
Sabato pomeriggio - ho promesso - andiamo in libreria a comprare i libri di Lemony Snicket.
Mi risulta che siano nove

Può il cinema inventare ancora qualcosa di nuovo? O forse tutto quello che c'era da dire e da mostrare è già stato detto e mostrato, e non restano che più o meno articolate operazioni di riciclo? Uh, che domanda difficile! E vi pare che uno come me, con gli scarsi strumenti intellettuali che si ritrova a disposizione, potrebbe mai fornire la risposta? No, no: voglio la domanda di riserva. Eccola, pronta. E' necessaria la novità a tutti costi, l'invenzione in senso stretto, per appassionare lo spettatore di un film? Beh, questa è facile: la risposta è no, certo che no.

Prendete ad esempio l'umorismo. Charlie Chaplin, uno che di risate se ne intendeva abbastanza, quando i suoi collaboratori gli proponevano nuove gag da inserire nelle sceneggiature, replicava: "Portatemi quelle vecchie, perchè le nuove non fanno ridere nessuno!". Io mi permetto di aggiungere, con tutta l'umiltà del caso, che le battute nuove non esistono. Divertente è trovarsi il fantasma formaggino laddove non ce lo si aspetterebbe. E ciò che vale per l'umorismo, vale forse anche per tutto il resto.

Benvenuti dunque alla proiezione di Lemony Snicket, dove la parola "originalità" è rigorosamente bandita per scelta puntuale e consapevole. Benvenuti al nuovo film di Tim Burton, anzi no, al nuovo Harry Potter, ma che dico, c'è pure un pizzico di Indiana Jones, nel ritmo visivo della vecchia casa che cola a picco dalla scogliera. Benvenuti ad un cocktail party in cui gli ingredienti del beveraggio sono dosati con misura, amalgamati con perizia, serviti con la cordialità con cui il perfetto padrone di casa si rivolge agli ospiti. Alla festa troverete, senza nemmeno bisogno di stare troppo a cercare, attrori che per la prima volta nella loro carriera mettono la propria faccia di gomma al servizio delle esigenze narrative, anzichè della risata estemporanea. E poi una linearità diegetica che fila liscia come l'olio, una fotografia originale... ho detto originale? no, no! volevo dire "una sapiente rielaborazione". Ecco, proprio quello volevo dire. E anche risate sincere, con uno spruzzo (giusto un po') di slapstick. E infine, compresa nel biglietto, una morale piccola piccola, da mettere nel cassetto e tirare fuori quando serve.

Osservazioni molto interessanti, Finestraio, che mi hanno fatto capire perché "Lemony Snicket", peraltro gradevole, un po' mi ha annoiato. Perché è un film che sa troppo di cinema. E' come la poesia quando sa troppo di poesia, la filosofia quando sa troppo di filosofia, la letteratura quando sa troppo di letteratura. Tutto finisce per soffrire di ridondanza e diventa noioso. E questo spiega anche perché una bambina, che ha gli occhi meno saturi dei miei, abbia visto il film con meraviglia e emozione. Io no, "Lemony Snicket" l'avevo già visto troppe volte.

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Scritto da: marlowe 25/03/2005 18.23

Osservazioni molto interessanti, Finestraio, che mi hanno fatto capire perché "Lemony Snicket", peraltro gradevole, un po' mi ha annoiato. Perché è un film che sa troppo di cinema. E' come la poesia quando sa troppo di poesia, la filosofia quando sa troppo di filosofia, la letteratura quando sa troppo di letteratura. Tutto finisce per soffrire di ridondanza e diventa noioso. E questo spiega anche perché una bambina, che ha gli occhi meno saturi dei miei, abbia visto il film con meraviglia e emozione. Io no, "Lemony Snicket" l'avevo già visto troppe volte.

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Te lo già accennato: siamo dinosauri e i dinosauri, purchè estinti, hanno visto tanto e quindi tanto è un dejà vu.

Io sto riguardando "i compagni di Baal" , lentamente, che ho già visto giovinetto, quando fui terrorizzato da Belfagor il fantasma del Luovre , che ho rivisto da poco , ed entrambi sono stati una terrifiante delusione, i miei filgi mi hanno detto:" ma babbo ti spaventavi per questa roba?".

Quello che allora ci stupiva ora ci annoia: riguardati il Bond di Connery, togliendo dalla memoria il mito , e vedrai che delusione.

Ormai dobbiamo saperci accontentare...

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Scritto da: ghamoz 25/03/2005 18.47


Te lo già accennato: siamo dinosauri e i dinosauri, purchè estinti, hanno visto tanto e quindi tanto è un dejà vu.

Io sto riguardando "i compagni di Baal" , lentamente, che ho già visto giovinetto, quando fui terrorizzato da Belfagor il fantasma del Luovre , che ho rivisto da poco , ed entrambi sono stati una terrifiante delusione, i miei filgi mi hanno detto:" ma babbo ti spaventavi per questa roba?".

Quello che allora ci stupiva ora ci annoia: riguardati il Bond di Connery, togliendo dalla memoria il mito , e vedrai che delusione.

Ormai dobbiamo saperci accontentare...

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Certo, ghamoz, è così. Ma vedi, più invecchio e più vado scoprendo che non è l'invecchiare il lato sgradevole della faccenda. Il lato sgradevole, a volte perfino imbarazzante, è quello di sentirsi giovani, o quanto meno di non sentirsi vecchi, di credere che la vecchiaia sia un orizzonte ancora lontano.
La cosa è seria e preoccupante. Su questo stato di incoscienza, di rimozione, di sopruso psicoanagrafico, si scatena una feroce contraddizione: io accetto di invecchiare ma non accetto di non sentirmi giovane. Ovviamente non nel senso di assumere ricole pose giovanilistiche, ma in quello di sentirsi ancora "vitali" nella vita. So di essere un dinosauro, ma rifiuto l'estinzione.
Forse aveva ragione Lewis Carrol. Gli uomini sono tutti dei bambini che si agitano e fanno i capricci prima di addormentarsi. Per ora, comunque, io non ho sonno.
Intravedo già il mio epitaffio: passò dall'adolescenza alla decrepitezza senza attraversare la maturità.

Ho visto il trailer e posso affermare con certezza che piuttosto che andarlo a vedere al cinema, mi faccio la ceretta.

dopo la tv, adesso anche il cinema pigramente autoreferenziale?

Preferisco pensare sia un prodotto medio, non il massimo da aspettarsi
Lo vedrò e ribalterò la vostra ottica, fosse l'ultima cosa che faccio

Premessa: non ho letto tutto il topic perchè rpima di leggere i commenti preferisco vedere il film.....
Detto questo vi porgo un quesito: ma l'autore dei libri.....come si chiama?

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Scritto da: Nikka84 31/03/2005 1.27
Premessa: non ho letto tutto il topic perchè rpima di leggere i commenti preferisco vedere il film.....
Detto questo vi porgo un quesito: ma l'autore dei libri.....come si chiama?

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la butto li' : lemony snicket ?



Ciaozzz

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Scritto da: marlowe 30/03/2005 10.02



Certo, ghamoz, è così. Ma vedi, più invecchio e più vado scoprendo che non è l'invecchiare il lato sgradevole della faccenda. Il lato sgradevole, a volte perfino imbarazzante, è quello di sentirsi giovani, o quanto meno di non sentirsi vecchi, di credere che la vecchiaia sia un orizzonte ancora lontano.
La cosa è seria e preoccupante. Su questo stato di incoscienza, di rimozione, di sopruso psicoanagrafico, si scatena una feroce contraddizione: io accetto di invecchiare ma non accetto di non sentirmi giovane. Ovviamente non nel senso di assumere ricole pose giovanilistiche, ma in quello di sentirsi ancora "vitali" nella vita. So di essere un dinosauro, ma rifiuto l'estinzione.
Forse aveva ragione Lewis Carrol. Gli uomini sono tutti dei bambini che si agitano e fanno i capricci prima di addormentarsi. Per ora, comunque, io non ho sonno.
Intravedo già il mio epitaffio: passò dall'adolescenza alla decrepitezza senza attraversare la maturità.

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Similis cum simila (ma non ci curiamo)