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Files rapiti a scopo d'estorsione

Ultimo Aggiornamento: 24/05/2005 21:09
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Gli hackers sono in grado di entrare nei computer e di bloccare i documenti
poi lasciano una scritta: "Se lo vuoi riaprire paga 200 dollari"
Internet, nuovo allarme negli Usa
"Files rapiti a scopo di estorsione"


NEW YORK - Cresce l'ansia da Internet negli Stati Uniti e non ci vorrà molto tempo perché il contagio si allarghi al resto del mondo. All'elenco di casi di furti di identità e dati sensibili che si allunga ogni giorno, si aggiungono ora i primi casi di sequestro di files a scopo di estorsione: gli hackers hanno trovato il modo di rendere inaccessibili documenti che si trovano su un computer e il proprietario, per poterli utilizzare, deve pagare un riscatto.

La scoperta da parte dell'Fbi delle nuove modalità di estorsione online, arriva in un momento in cui gli americani sembrano scoprire un giorno dopo l'altro quanto siano fragili, nell'era del web, le protezioni che separano i loro dati e i loro soldi dalle mani dei criminali informatici.

Gli esperti di sicurezza informatica negli Usa gli hanno già dato un nome tecnico, 'ransom-ware' (ransom in inglese è il riscatto). Si tratta di un'infezione dei computer fino a ora scoperta solo in casi isolati dai ricercatori della società di sicurezza digitale Websense. In pratica, gli hackers si sono dimostrati in grado di accedere a specifici computer e di criptare documenti di ogni genere: dai files di Word a quelli di Excel o alle fotografie.

Sul computer del malcapitato viene lasciata poi una richiesta di riscatto, con la richiesta di inviare un bonifico da 200 dollari a un conto bancario online in cambio del codice per sbloccare i documenti. "E' l'equivalente - ha detto Oliver Friedrichs, un esperto della società di sicurezza Symantec - dell'avere qualcuno che si introduce in casa tua, mette tutti i tuoi oggetti di valore in una cassaforte e poi ti chiede soldi in cambio della combinazione".

Ma anche il più tradizionale furto di dati preoccupa l'Fbi e soprattutto le banche. Nove persone, tra cui sette dipendenti delle banche Wachovia e Bank of America, sono stati incriminati dopo la scoperta che avevano saccheggiato i dati di decine di migliaia di clienti e li stavano offrendo su Internet a società per la raccolta dei debiti. "Stiamo cercando di raggiungere i nostri clienti più in fretta possibile - ha detto Alex Liftman, una portavoce di Bank of America - e per ora non abbiamo prove che indichino che i dati sono stati utilizzati per frodi o furti di identità. Ma i numeri stanno crescendo via via che riceviamo altri nomi dalla polizia".

Negli ultimi mesi le notizie di furti si sono moltiplicate. A febbraio ChoicePoint, una banca dati con milioni di informazioni su numeri di carte di credito, indirizzi e codici fiscali, è stata saccheggiata dei dati su 150.000 persone. A marzo è stata la volta di LexisNexis, che ha perso le informazioni su 310.000 clienti. Ad aprile è toccato alla società DSW Shoe Warehouse, che ha visto compromessi i numeri di carte di credito di 1,4 milioni di clienti.

Furti di dati sensibili sono avvenuti all'Università della California a Berkeley (100.000 persone) e al Boston College. Le informazioni sono così appetibili, per i ladri d'identità, che per rubarle alla motorizzazione a Las Vegas non hanno esitato a sfondare con un camion le pareti della sede degli uffici per introdursi all'interno.
Secondo la Federal Trade Commission, circa 27 milioni di americani sono stati vittime di un qualche furto d'identità negli ultimi cinque anni. Altri studi indicano che un americano su 20 è stato colpito da almeno una frode elettronica. Lo scorso anno, una società specializzata ha stimato che almeno 100 milioni di numeri di carte di credito siano stati rubati negli Usa negli ultimi anni.

(24 maggio 2005)
Rep
24/05/2005 21:09
 
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