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Web: "Colpevole chi produce software per scaricare Mp3"

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2005 16:44
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P2p: colpevoli produttori software
L'ha deciso la Corte suprema Usa

Colpo di scena nella dura e complicata crociata delle major contro la pirateria online. La Corte suprema degli Stati Uniti, infatti, ha deciso che le società produttrici di software per lo scambio di file su Internet possono essere ritenute colpevoli se i loro prodotti vengono utilizzati in modo illegale violando il copyright. Tecnicamente parlando, si tratta di un provvedimento che ha scatenato subito un terremoto nel mondo dell'informatica innescando da una parte la soddisfazione delle industrie discografiche e dall'altra la preoccupazione del comparto hi-tech, in allerta per un eventuale frenata nello sviluppo di nuovo prodotti e mercati basati proprio sui sistemi file-sharing.

La decisione va in una direzione opposta a quella scelta dalla Corte suprema nel 1984, in un celebre caso nel quale era stata citata la Sony all'epoca dell'inizio del boom dei videoregistratori: i giudici avevano stabilito che il colosso giapponese non era responsabile se i suoi clienti utilizzavano il videoregistratore per fare copie pirata dei film.

Nel dettaglio, questa volta i giudici di Washington hanno invece bocciato una sentenza di una Corte d'appello che aveva ritenuto non processabili due società che si occupano di programmi "peer-to-peer", Grokster e StreamCast Networks. Ad avviso del massimo organo giudiziario americano, ci sarebbero elementi sufficienti per ritenere che chi produce software di questo genere promuove la violazione del copyright e ne deve quindi essere ritenuto responsabile. Il caso era seguito con attenzione non solo dall'industria discografica e da quella del software negli Usa, ma anche dall'Unione Europea, che attendeva la sentenza su Grokster per valutare interventi sul copyright in Europa.

Nel frattempo la Riaa, l'organizzazione dell'industria discografica, ha lodato la sentenza sostenendo che la Corte "ha aiutato a rafforzare il futuro digitale per le attività legittime online". Di diverso avviso invece un portavoce della Computer and Communications Industry association: "La sentenza della Corte suprema Usa non solo è molto pericolosa per la tecnologia e l'innovazione, ma potrebbe scoraggiare anche le aziende a sviluppare nuovi prodotti". Il braccio di ferro delle major contro la pirateria online continua.
28/06/2005 16:44
 
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