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La morte, un messaggio sul blog

Ultimo Aggiornamento: 14/07/2005 16:14
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Delitti spiegati nei diari virtuali

C’è una sottile linea che unisce il delitto nella facoltà di matematica di Bologna con il rapimento di una bambina di otto anni e il massacro della sua famiglia nell’Idaho, negli Stati Uniti. Quella sottile linea non è rossa bensì virtuale. Anziché da punti la linea è formata dai post, ossia dai messaggi pubblicati sui blog. Domenico Bottari, l’uomo che, vistosi rifiutato, ha sparato sette colpi di pistola contro un studente di Bologna, curava un blog. Joseph Edward Duncan, il pedofilo che nei giorni scorsi ha rapito Shasta Groene e picchiato a morte i suoi familiari curava maniacalmente un suo blog.

E si tratta degli ultimi casi di una lunga serie di blogger-killer o di suicide-blogger

Basta lettere scritte a mano
Infatti anche gli assassini si tengono al passo con i tempi. E’ destinata a tramontare l’epoca dei delitti le cui motivazioni sono scritte da una mano tremolante per la tensione dell’immagine gesto. Del resto Internet ha una serie di vantaggi indiscutibili.

I “pizzini” per dirla nel gergo mafioso, si deteriorano col tempo e sono destinati a finire il resto della loro missione compressi in qualche fascicolo d’inchiesta, a sua volta impilato negli scaffali di chissà quale polveroso archivio di tribunale. La Rete non passa di moda e praticamente il diritto all’oblio virtuale emette in questi anni i suoi primi vagiti. Il pezzo di carta, se nascosto bene, può restare inosservato al questurino o al carabiniere di turno. Il blog no: gli spider degli aggregatori o il grande-fratello-google tutto vedono e tutto rilanciano a comando.

E, particolare non indifferente nella psicologia criminale, il post di un blog può venire letto da milioni di persone nei cinque continenti quando invece la lettera può finire al massimo per un giorno su carta stampata e tv.

Un fenomeno da studiare
In questi mesi i delitti o i suicidi legati al mondo dei blog si sono moltiplicati a velocità impressionante. Il 42enne Duncan, con alle spalle 14 anni di galera per aver violentato un adolescente, ha postato sul suo blog di “essere in preda ai demoni. Ho pregato Dio per tutta la notte ma non ho avuto risposta ai miei dubbi religiosi”. Poi ha raggiunto l’abitazione dei Mc Kenzie, ha picchiato a morte Mark, Brenda e Slade fuggendo con la piccola Shasta. I due sono stati riconosciuti in un bar poco distante qualche giorno dopo. “Nonostante le mie azioni, io non sono una persona cattiva - ha lasciato scritto ai posteri Duncan - ho solo contratto una brutta malattia dalla società. E la cosa mi da molto fastidio”.

Di quanto accaduto a Bologna si sa molto grazie a quanto l’omicida ha scritto sul blog, dove ha pubblicato anche la foto della vittima.

A Bleriot-Sangatte, in Francia, due minorenni si sono ammazzati gettandosi nel vuoto da una rocca. Ma prima hanno lasciato un messaggio sul blog. Lo hanno fatto all'improvviso. Senza cenni di squilibrio. Senza sos da intercettare. La polizia ha preferito non divulgare i nomi veri dei due (solo i nick Ange de Tristesse e Noemi), così come sono stati immediatamente messi a tacere i rispettivi blog per evitare funeste imitazioni. Nel post del 20 gennaio, Ange de Tristesse scrisse: "Nessuno mi obbliga a suicidarmi, voglio solo lasciare questo mondo così vuoto, questo mondo che non merita rispetto. Nonostante tutti quelli che ho amato dal profondo del mio cuore". Accanto alle parole fotografie di sangue, donne in lacrime e un crocifisso.

Virtuale anche il messaggio lasciato ai posteri da Jeff Weise, il 17enne indiano del Minnesota che nel marzo scorso uccise i nonni poi andò a scuola, alla Red Lake High School. Lì ammazzò a bruciapelo una guardia, una professoressa e cinque compagni. Poi si tolse la vita.[URL]Strage predetta qua[=URL]Strage predetta qua prima che Yahoo rimuovesse il tutto.
14/07/2005 16:14
 
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