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Qui si raccolgono le adesioni per la crociata contro la lobby delle acque minerali

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2005 14:12
E' chiara, fresca, è trasparente come la fidanzata di g. E' chimicamente e batteriologicamente pura. E' l'acqua che sgorga dai rubinetti di buona parte delle città italiane. Come direbbe la Settimana Enigmistica, non tutti sanno che i parametri di controllo dell'acqua che arriva nelle case sono più restrittivi (e quindi più sicuri) di quelli adottati per le acque minerali. E che c'è un certo permissivismo in materia di informazione. Ad esempio, molte pubblicità sottolineano che un'acqua minerale è povera di sodio; ma se al contrario l'acqua è ricca di sodio, non esiste alcun obbligo per il produttore di indicare sull'etichetta che il prodotto non è adatto per chi soffre di malattie cardiovascolari. Per i comunisti amanti delle lotte contro i mulini a vento: sapete quanto pagano le fottute multinazionali globalizzatrici dell'acqua minerale, in termini di concessioni statali? Nestlè, per le acque Lora e Lizzarda, paga 68 milioni. Di lire. E' una cifra che non ripaga nemmeno i costi amministrativi che la Regione deve sostenere per rilasciare queste concessioni. La Ferrarelle in Campania continua a pagare 981 mila lire all'anno, la San Benedetto in Abruzzo paga 1 milione e 75mila lire, l'acqua Lete a Caserta sborsa annualmente 111 mila lire. In pratica, le imprese del settore producono profitti sfruttando un bene comune, appartenente allo Stato (e quindi a tutti) a costo zero. Morale: domani mi vado a comprare una bella bottiglia di vetro, del colore che piace a me e con un design fico, da vero dandy, e me la riempio tutti i giorni con acqua del rubinetto. E bevo solo quella.
04/09/2005 20:19
 
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Re:

Scritto da: Finestraio 04/09/2005 20.19
E' chiara, fresca, è trasparente come la fidanzata di g.




AHAHAHAHAHAH

grandissimo!!!

[SM=x39897]

la morosa di g e' come la tipa del fantastici 4 !

[SM=x39897] [SM=x39897]



Ciaozzz



PENTITEVI! FINCHE' SIETE IN TEMPO, PENTITEVI!!!
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05/09/2005 01:11
 
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io bevo lora o tinnea..acque molto leggere comunque...




Ciaozzz



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Re: Re:

Scritto da: Cyrano 05/09/2005 1.11
AHAHAHAHAHAH

grandissimo!!!

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la morosa di g e' come la tipa del fantastici 4 !

[SM=x39897] [SM=x39897]

Meglio 1 ke nn si vede mai(xké si corica presto e di mattina va al panificio,nn come intendi tu,povero Cyr)ke essere vergine a 35 anni come te [SM=x39899]
05/09/2005 09:47
 
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sarà.. ma l'acqua di Milano fa proprio skifo [SM=x39878]
e siamo costretti a comprarla, di solito prendiamo la Vitasnella.. è l'unica che
mi piace.. le altre, come ad esempio l'acqua panna o la rocchetta, le trovo molto pesanti.. [SM=x40009]
mentre invece a Torino o meglio Grugliasco, la bevo tranquillamente


05/09/2005 14:08
 
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LO SCANDALO DELL’ ACQUA QUOTATA IN BORSA





L’acqua : da bene comune a merce

L’acqua è la base della vita sulla terra. E’ sempre stata al centro del benessere materiale e culturale della società di tutto il mondo. Ma oggi questo bene comune a tutta l’umanità (come l’aria, come il sole) questa risorsa preziosa è in pericolo. Benché il mondo sia costituito per due terzi di acqua, ci troviamo di fronte un’acuta scarsità idrica.

Ciò grazie alla devastazione ecologica della terra, all’inquinamento, alla deforestazione e conseguente desertificazione, allo sfruttamento dell’uomo, agli sprechi, alle privatizzazioni. Il numero di persone che vivono in paesi privi di una quantità adeguata di acqua salirà, secondo alcune previsioni, tra il 1990 e il 2025, da 131 milioni a 817 milioni. Vi è crisi idrica quando la quantità disponibile pro capite annua è inferiore a mille metri cubi. Sotto questa soglia lo sviluppo e la salute di un paese sono fortemente ostacolati. Mentre al di sotto di 500 metri cubi pro capite la sopravvivenza della popolazione è gravemente compromessa.

Grazie alla sopravvenuta scarsità, l’acqua da bene comune è così diventata un business. L’acqua è l’oro blu del futuro, l’acqua è quotata in borsa.

Come sottolinea Vandana Shiva, fisica ed economista indiana nel suo ultimo libro (Le guerre dell’acqua. Ed. Feltrinelli)” i conflitti per l’acqua sono destinati a dilagare, soprattutto a causa delle crescenti privatizzazioni e dei conseguenti giochi di potere che ruotano a ciò che, a torto o a ragione, è ritenuto invece un bene universale.”

In questa situazione difficile e degradata, organizzazioni non governative, personalità di spicco come Mario Soares, presidente del Contratto Mondiale dell’acqua, la stessa economista indiana Vandana Shiva, il missionario cambogiano Alex Zanotelli, Riccardo Petrella tra i fondatori dell’università internazionale dei Beni Comuni, si battono affinché l’acqua sia un diritto per tutti, un bene pubblico per eccellenza, e non una qualsiasi merce da quotare in borsa





Italia : il boom delle bollicine

,L’Italia, ricchissima di fonti, non fa parte, per sua fortuna, di quella parte del mondo che non ha accesso a questo diritto fondamentale. Tuttavia, secondo una ricerca Istat del 2000 era stata rilevata una grave irregolarità nell’erogazione, nel nel 24% della popolazione del Molise 30% in Sicilia e addirittura nel 45% in Calabria. In queste ultime regioni,soprattutto a causa più che della siccità, del cattivo sfruttamento delle falde e delle condotte colabrodo, l’oro blu è diventato oggetto di ricatto da parte delle mafie locali e di sfruttamento da parte delle grosse multinazionali dell’acqua

Come afferma Riccardo Petrella “ la mercificazione dell’acqua, facilitata dal boom delle acque minerali, rappresenta uno dei mali più grossi e insidiosi”.

Per descrivere la situazione occorre senz’altro partire dallo sconcertante primato dell’Italia nel settore delle acque minerali. Gli italiani sono infatti i primi consumatori di acqua minerale non solo in Europa ma in tutto il mondo . Il consumo medio pro capite, che nel 1988 era di 80 litri, nel 2003 si è più che raddoppiato passando a 182 litri, con un incremento pari al 115%. Da notare che nel resto dell’Europa occidentale si è passati da 50,2 litri, sempre nel 1988, ai 103 litri del 2002 con un incremento del 106%. (fonte Beverfood).

Il Made in Italy detiene la posizione leader nel mercato mondiale con 177 imprese e 287 marchi, 11 miliardi di litri imbottigliati di cui 1 miliardo destinato all’esportazione (soprattutto in Canada e America). Calcolando in 0,50 euro il prezzo medio al litro, si ottiene un fatturato complessivo annuo di circa 5 miliardi e 500 milioni di euro pari a circa 11 mila miliardi di lire.

Tra le imprese commercializzate in Italia la S.Pellegrino(gruppo Nestlè), la San Benedetto (gruppo Danone) e la Co.Ge.Di Italacqua coprono da sole i tre quarti del mercato italiano.Ricordiamo che la Nestlè(Svizzera) e la Danone(Francia) sono rispettivamente al n. 1 ed al n.2 a livello mondiale tra le imprese di acqua minerale.La Nestlè possiede più di 260 marche d’acqua minerale in tutto il mondo tra cui figurano Vittel, Contro, Perrier, San Pellegrino, Lievissima, Panna, San Bernardo, Pejo, Recoaro. La Danone possiede invece tra le altre la Ferrarelle, San Benedetto, Guizza, Vitasnella, Boario, Fonte viva ecc. E si pensi che la Nestlè vorrebbe acquistare l’acquedotto pugliese, il più grande d’Europa.

Secondo recenti dati Istat, l’87,2% della popolazione sopra i 14 anni sorseggia acqua minerale. E Mineracqua sostiene che l’80% degli italiani considera l’acqua minerale come l’elemento più sano e naturale, in quanto più pura dell’acqua di rubinetto.

Ma, come specificato nel “Rapporto sullo stato dell’acqua in Italia (Il pozzo di Antonio) a cura di Riccardo Petrella, Presidente del Comitato Italiano del Contratto d’acqua, si tratterebbe di una credenza ingiustificata indotta dalla pubblicità. L’acqua minerale non sarebbe infatti né per definizione né in pratica necessariamente più pura e più sana dell’acqua potabile comune.

A tal riguardo occorre puntualizzare i seguenti aspetti.

1)Essendo l’acqua minerale considerata dal legislatore come acqua terapeutica, è stato consentito (almeno fino al 28 dicembre scorso) a quest’acqua di contenere cinque volte la quantità di arsenico e quaranta volte quella di manganese ammesse nell’acqua di rubinetto.Sostanze che Fao e Oms hanno denunciato sempre come pericolose per la salute per chi beve sistematicamente la stessa acqua minerale senza controllo medico. Un’acqua troppo ricca di arsenico e manganese può forse essere venduta in farmacia ma non certo nei supermercati in sostituzione della tanto bistrattata acqua di rubinetto.

Nel 2003 una serie di inchieste di cui era titolare il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello accertavano, come è accaduto alla Guizza, contenuti di idrocarburi al benzene in quantità 10 volte superiore alla media. Alcune fonti, come è successo alla Fiuggi, vennero chiuse dopo la scoperta di sostanze nocive nelle bottiglie destinate al commercio. In questo clima di scandali il ministro Sirchia, per salvare o non disturbare il mercato, varò in piene festività natalizie(29 dicembre 2003) un decreto che innalzava la soglia di tolleranza per molti degli inquinanti trovati nelle minerali(tra i quali tensioattivi, oli minerali, antiparassitari, idrocarburi) facendo rientrare molte industrie dell’acqua imbottigliata , come per magia, nella legalità. Il decreto consentiva inoltre, per far rientrare nei limiti di legge le minerali con eccesso di arsenico o manganese, di abbassarne le quantità tramite un trattamento di ozonizzazione, ossia tramite l’uso di ozono.Un procedimento che potrebbe dar luogo a sostanze indesiderate, più pericolose di quelle che si intende limitare (i bromati, una di queste sostanze, sono fortemente cancerogeni).



Fuori legge

In applicazione della direttiva europea 2003/40 e con decreto 28 dicembre 2004 il Ministero della Sanità, dopo anni di comportamenti incomprensibili, sembra schierarsi dalla parte dei consumatori, dichiarando finalmente fuori legge a partire dal 1 gennaio di quest’anno tutte quelle acque minerali che superino i limiti di quantità delle sostanze nocive previste per l’acqua potabile comune.

Ben 126 marchi di acque minerali sono state così messe al bando perché non si sono poste in regola con la riduzione di arsenico, antimonio e manganese, ma a quanto pare alcune figurerebbero ancora sui banchi dei negozi, dato che nessuno avrebbe dato ancora mandato ai Nas di imporne il ritiro.

Le Regioni sembrano aver lasciato tutto nelle mani della Provvidenza. E tutti i vertici, aziende sanitarie locali, ministeri e forze dell’ordine seguono il medesimo atteggiamento: “acqua in bocca”(Fonte MDC/Help Consumatori 16.2.2005)

Dal gruppo di minerali fuori legge, fatta eccezione della San Paolo di Roma, mancano stranamente i grossi nomi. Evidentemente i big del mercato, come Danone e Nestlè sono riusciti a presentare analisi tranquillizzanti al Ministero, probabilmente dopo aver tempestivamente effettuato, ove necessario, il trattamento di ozonizzazione. Ciò non toglie che l’intensificarsi delle revoche delle autorizzazioni al commercio sia impressionante e preoccupante. Si deve precisare che l’avvelenamento cronico, dovuto ad esposizione a lungo termine di arsenico attraverso le acque potabili, secondo l’Oms, causa cancro alla pelle, ai polmoni, alla vescica ed ai reni; mentre il manganese oltre la misura consentita, potrebbe incrementare la suscettibilità a infezioni polmonari.

Contro l’allarme lanciato da ambientalisti e dal Contratto dell’acqua, Ettore Fortuna,presidente di Mineracqua, in una intervista al Salvagente, il settimanale che aveva denunciato lo scandalo delle acque minerali ritirate, usava toni tranquillizzanti sostenendo che ogni azienda subisce almeno 300 controlli l’anno senza contare l’autocontrollo.”Noi non avveleniamo nessuno.- precisava Fortuna-L’allarmismo è eccessivo, perché l’Italia ha un patrimonio unico per qualità e quantità di acque minerali, non vedo perché ci dovremmo far male da soli, gettando un’ombra su un intero comparto: se qualcuno ha sbagliato, come la San Paolo di Roma, trovata con un eccesso di manganese, ebbene la sbatteremo fuori dalla nostra associazione.”





Prezzi alti e canoni bassi

2) L’acqua minerale è certamente molto più cara dell’acqua potabile: dalle 300 alle 600 e persino 1000 volte più cara. Secondo i dati derivati da un’inchiesta della Federconsumatori il costo medio in Italia di 200 metri cubi di acqua potabile, corrispondente al consumo medio di una famiglia, era pari nel 2000 a 361.269 lire annue, cioè 1.806 al metro cubo (0,93 euro). Un litro di Perrier costa più di 1000 litri di acqua del rubinetto (quella di Forlì, la più cara d’Italia) e quasi 3.0000 volte di più dell’acqua potabile di Milano. Il consumo annuo di acqua minerale Perrier (1,48 euro a bottiglia)da parte di una famiglia media può certamente costare attualmente più di 1000 euro, cioè più di due milioni di vecchie lire.Nei bar di Roma un semplice bicchiere di acqua minerale costa mediamente cinquanta centesimi di euro (mille lire).

3) Secondo Petrella, il successo di mercato dell’acqua minerale è uno scandalo. “Ci troviamo di fronte ad un fenomeno di sfruttamento a fine di lucro di un bene demaniale pubblico che, secondo quanto ha riconfermato la legge sull’acqua del 1994 (la legge Galli) fa parte del patrimonio inalienabile delle regioni. Lo sfruttamento avviene con il beneplacito formale ed esplicito delle autorità pubbliche. Le Regioni hanno ceduto il diritto di gestione delle acque minerali a delle tariffe radicalmente basse: Su 2000 miliardi di lire che rappresenta il business delle acque minerali in Lombardia, la Regione ha visto arrivare nelle sue casse meno di 300 milioni di lire, una miseria rispetto agli incassi delle imprese private. Occorre peraltro sottolineare che le Regioni si devono anche sobbarcare il costo dello smaltimento dei contenitori di plastica (in pet). Più dell’80% delle acque minerali usa infatti bottiglie in plastica. E così le Regioni vanno a spendere più di quanto incassano dai canoni. Soltanto per favorire alcune multinazionali che addossano al potere pubblico il costo del loro inquinamento.



Le cifre della pubblicità

Per allargare sempre di più il proprio business, i signori dell’acqua spendono annualmente cifre astronomiche in pubblicità .

I produttori di minerale fanno parlare di sé a ogni spot televisivo, invadono le pagine dei giornali,

ccme sottolinea il coraggioso giornalista di “Famiglia Cristiana” Giuseppe Altamore(autore di vari libri sull’argomento tra i quali “I predoni dell’acqua”San Paolo editrice, e “Qualcuno vuol darcela a bere”Fratelli Frilli Editori)” rimpinguano gli esausti bilanci delle case editrici che accettano ben volentieri milioni di euro di pubblicità in cambio di un tacito silenzio nel migliore dei casi. E’ difficile infatti trovare sulla stampa articoli non elogiativi sulle miracolose proprietà delle bollicine……Un fiume di milioni di euro sommerge i mass media e spegne, molto spesso, qualsiasi approccio critico all’informazione in questo delicato settore”. Spesso i produttori, nella loro ansia di convincere i consumatori, incappano nelle ire del garante, che pone un freno agli spot giudicandoli pubblicità ingannevole. Ma che importa! Le sanzioni sono talmente lievi che quasi nessuno se ne accorge.

L’entità degli investimenti pubblicitari effettuati da tutta l’industria delle acque minerali ammontava a 296.409.000 di euro per l’anno 2002(fonte Nielsen), a circa 317.157.000 euro per l’anno 2003 (elab. Ares) ed a circa 342.530.240 euro per l’anno 2004 (elab. Ares),pari a circa 600 miliardi di lire.



Tabella 1



Investimenti pubblicitari(euro)dei primi 10 gruppi



Aziende
investimenti lordi

2002
2003
2004

1) Acque terme uliveto SpA Roma
74.608.000
79.830.560
86.216.444

2) Nestlè Divisione acque Milano
60.184.000
64.396.880
69.548.560

3) Sodi società distributrice Arl Roma
52.275.000
55.934.250
60.408.990

4) San Benedetto Spa
32.593.000
34.874.510
37.664.990

5) Italquae Spa Roma
24.275.000
25.974.250
28.052.190

6) Sangemini Spa
15.613.000
16.705.910
18.042.382

7) Parmalat Spa
8.490.000
9.094.300
9.821.844

8) Fonti Vinadio
7.486.000
8.010.020
8.650.821

9) Traficante Rionero Vulture
5.990.000
6.409.300
6.922.044

10) Santa Croce Sorgente
4.150.000
4.440.500
4.795.740




(fonte: Nielsen, elaborazione Ares) gli investimenti 2003 e 2004 sono indicativi in quanto calcolati in base all’incremento medio annuo accertato del mercato pubblicitario



Gli investimenti pubblicitari vengono effettuati per il 62% nella televisione, per il 14% sui quotidiani, per l’11% sulle radio, per il 10% sui periodici e per il 3% nelle affissioni







Il mistero dell’acqua da tavola

Sugli scaffali dei super mercati non trovate soltanto acque minerali, trovate per esempio la cosiddetta acqua di sorgente. Questo prodotto è disciplinato dal D.L. 4 agosto 1999 n. 339 ed è una via di mezzo tra l’acqua potabile e la minerale. Deve avere un’origine rigorosamente sotterranea, non può essere disinfettata ma può essere trattata (con l’ozono?) per rimuovere l’arsenico, il ferro e il manganese.

E , dulcis in fundo, trovate, guarda caso l’acqua potabile imbottigliata. All’apparenza può sembrare acqua minerale, invece è acqua ad uso umano (cioè di rubinetto)” microfiltrata” e ricostituita con l’aggiunta di sali minerali. Insomma si tratta di acqua comune sotto mentite spoglie.

Nel mondo l’azienda leader di quest’acqua è la Coca Cola che vende l’acqua comune in bottiglia nei paesi del terzo mondo privati dell’acqua come bene comune. L’acqua Dasani(Coca-Cola),

imbottigliata e venduta in Gran Bretagna, è stata peraltro ritirata dal mercato perché conteneva una elevata percentuale di bromato, una sostanza che, come si è già detto, può svilupparsi per reazione nelle acque trattate con ozono.

In Italia 25 produttori di filtri per il trattamento dell’acqua potabile sono nel “mirino” di una indagine dei NAS(Nucleo Antisofisticazione dei carabinieri). L’inchiesta ha preso l’avvio da un esposto di “Mineracqua”, in cui si faceva riferimento alla somministrazione da parte di alcuni ristoranti di Roma, delle cosiddette acque in caraffa “spacciate” per acqua minerale. Diversi ristoranti sono stati indagati e condannati per aver somministrato acqua che aveva perduto i requisiti di potabilità.



Il fenomeno dell’acqua potabile imbottigliata meriterebbe un discorso a parte; nel nostro paese imbottigliare l’acqua del rubinetto è perfettamente legittimo, basta sapersi organizzare.

Per ora questa vera e propria truffa legalizzata è limitata, si ritiene infatti che non raggiunga il 4% della produzione totale di acqua minerale. Vale a dire un fatturato prevedibile in circa 200 milioni di euro.

Ma il fenomeno potrebbe crescere data la tendenza generalizzata a privatizzare gli acquedotti pubblici. Contro la gestione privata dell’acqua è stata proposta in Toscana una legge regionale di iniziativa popolare (promotori Social Forum Europeo, Arci e Beati costruttori di pace) che tende appunto a sottrarre le reti idriche toscane alla gestione di privati.



Magistratura all’attacco

Dal 25 dicembre 2003 è definitivamente entrata in vigore una nuova legge riguardante la qualità delle acque destinate al consumo umano, la n. 31 del 2001. L’obiettivo della nuova legge è la ricerca di una sempre maggiore sicurezza sulla base delle indicazioni della Organizzazione Mondiale della Sanità e di ricerche epidemiologiche internazionali che rivelano la presenza di nuovi rischi prima ignoti. Sono state infatti individuate sostanze inquinanti che, in passato, non si pensava potessero esistere nell’acqua potabile, anche in frazioni di millesimi di grammi.

Finora si riteneva che tale legge non potesse riguardare le acque minerali ma soltanto l’acqua potabile comune.

Ebbene, il sostituto procuratore di Bari, Domenico Seccia, ha disposto la citazione in giudizio per i vertici di due aziende, la Claudia prodotta nello stabilimento di Anguillara Sabazia (Roma) di proprietà della San Pellegrino, e la Nuova Tutolo Rionero con stabilimento in provincia di Potenza.La prima azienda dovrà rispondere (udienza 22 aprile prossimo) per la presenza di arsenico, boro, fluoro e manganese. La seconda per eccesso di arsenico.

Gli imputati dovranno rispondere per produzione e commercio di bevande pericolose per la salute pubblica, non genuine, con valori di sostanze nocive superiori ai limiti previsti per le acque destinate al consumo umano . La legge cui fa riferimento il sostituto procuratore è proprio la 31/2001, che disciplina appunto le acque destinate al consumo umano e che si riteneva non dovesse applicarsi alle minerali. In sostanza il magistrato ha ritenuto che le garanzie della legge si dovessero estendere anche alle minerali (anch’esse destinate al consumo umano) che del resto, in base alla Direttiva Europea 2003/40, devono avere gli stessi limiti delle acque potabili di rubinetto in riferimento alla concentrazione di sostanze nocive. Cio’ susciterà un mare di polemiche da parte dei signori delle acque. Ma quando in ordine all’uso di beni comuni il controllo democratico si ravviva,

ovviamente per le multinazionali dell’acqua i tempi si fanno duri.

Frattanto, dopo l’interrogazione della verde Luana Zanella, il Ministero ha confermato in aula lo stop al rilascio del riconoscimento dell’acqua minerale naturale prelevata dalla San Benedetto dai pozzi di Padernello di Paese. Infatti il Consiglio superiore di sanità, ha rilevato la presenza di un valore di arsenico superiore al limite di legge. La San Benedetto , se imbottiglierà l’acqua di Paese, sarà pericolosa per la salute.



Scheda 1 - Vaticano- Acea: una vertenza imbarazzante.

Se si confrontano i dati relativi all’acqua immessa in rete con quelli dell’acqua erogata, emergono differenze notevoli.Quasi 30 litri su cento si perdono, svaniscono. In un rapporto del Ministero dell’Ambiente si fanno alcune ipotesi per sciogliere questo mistero. 1)L’esistenza di grandi quantità d’acqua destinate ad usi pubblici che non vengono misurate e quindi contabilizzate nell’acqua erogata. “2) “sfori nei serbatoi” 3) Furti e prelievi abusivi dalla rete.

Secondo Federgasacqua, caserme, ospedali ed edifici pubblici non pagano o possono avvantaggiarsi di tariffe più che simboliche.. Per esempio i Municipi continuano in violazione della legge a pagare bollette dagli importi ridicoli.

Tra i privilegiati che possono dissetarsi senza spendere un centesimo addossandone l’onere ai comuni cittadini è da segnalare la Città del Vaticano che, in base all’art. 6 del Concordato, ha diritto a ricevere tutta l’acqua di cui ha bisogno (circa 5 milioni di metri cubi l’anno) senza versare un centesimo all’Acea. Ma la faccenda comincia a complicarsi quando la più recente normativa italiana include nella tariffa(la bolletta dell’acqua) anche il canone per le fognature e la depurazione, Prima del ’70 gli scarichi finivano direttamente sul Tevere. Successivamente si è invece cominciato a riversare gli scarichi ed i liquami in vasche e depuratori che hanno un costo per chi li gestisce e non rientrano nelle previsioni concordatarie.

Per rispetto della Santa Sede l ’Acea non aveva osato sollevare la questione, sino a che, nel 1999, quando la municipalizzata venne privatizzata ed entrò in borsa, il credito di alcuni miliardi di lire divenne difficile da nascondere facendoli pagare ai cittadini della capitale. Peraltro vi erano i mugugni dei piccoli azionisti i quali reclamavano affinché il buco di bilancio fosse risanato da qualcuno, o dalla Santa Sede o dallo Stato Italiano. IL delicato dossier passò immediatamente al vaglio del Ministero degli Esteri, trattandosi di rapporti tra Stati.

La più imbarazzante vertenza che abbia mai diviso le due sponde del Tevere, da un lato la municipalizzata Acea che chiedeva 50 miliardi di vecchie lire quali arretrati di 20 anni di scarichi abusivi, dall’altra parte i prelati rappresentanti del Vaticano offesi per essere stati trattati come morosi qualsiasi, e soprattutto per un fatto di liquami, è finita nel migliore dei modi. Nella Finanziaria per il 2004 è comparsa una voce relativa ai 25 milioni di euro da versare all’Acea per i liquami arretrati e 4 milioni di euro a partire dal 2005. E così la c…. del Vaticano veniva posta per sempre a carico dei cittadini romani.





Scheda 2 - Le dighe inutili

Calabria: diga sul Metramo. Il cantiere è aperto da 30 anni, ma quella che doveva essere la diga più alta d’Europa con 104 metri di profondità, appare oggi come una enorme distesa grigia sulle montagne dell’Aspromonte.Dovrebbe contenere 30 milioni di metri cubi d’acqua, ma finora vi è solo una pozzanghera di acqua piovana,Doveva servire il Quinto Centro Siderurgico Nazionale, un polo dell’acciaio mai decollato. Doveva costare 15 miliardi di lire, ma recentemente la Corte dei Conti ha stimato un danno per l’erario di 819 miliardi di lire. Oggetto delle attenzioni della Magistratura che ha colto più volte dietro i cantieri la presenza della criminalità organizzata. L’invaso resta vuoto e i calabresi hanno sete.

Calabria: diga sul Menta. Scopo del progetto approvato nel 1979 era quello di risolvere la grande sete di Reggio Calabria(determinata da una rete idrica che perde il 50% dell’acqua immessa.La diga sul Menta ha scatenato una vera e propria guerra di ‘ndrangheta con morti e feriti. Dopo circa un ventennio di lavori la diga non è sta completata, mentre dal costo iniziale di 65 miliardi si è passati a 500 miliardi di lire.

Calabria: diga sul fiume Neto (Parco nazionale della Sila). Progettata negli anni ’50, i lavori iniziarono negli anni ’80 e fu completata all’inizio del ’90. Sono state realizzate anche le prese della rete di distribuzione per l’irrigazione dei terreni agricoli. Ma l’acqua non c’è. L’immenso invaso è destinato al pascolo degli animali.

Puglie: diga di Capodacqua. E’ rimasta progetto. Come riferisce Legambiente nel suo rapporto, nel 1998 ci sono 3 condanne per concorso in corruzione aggravata inflitte dal Tribunae di Bari, Sarebbe stata versata una tangente da mezzo miliardo per l’assegnazione degli appalti. Quel che resta oggi della diga sono grandi distese di cemento punteggiate da pozzanghere.

Sicilia. Ogni anno piovono in Sicilia 8 miliardi di metri cubi d’acqua, quasi il triplo del fabbisogno calcolato in 2 miliardi e 482 milioni di metri cubi. Eppure la Sicilia soffre la sete, ed in alcune province(Agrigento,Caltanissetta ed Enna) vi è uno stato di emergenza permanente. Ci sono le condotte colabrodo che perdono il 50% di acqua, ma vi sono anche numerose dighe che da trent’anni attendono di essere completate ,o che, pur completate, sono utilizzate solo per una piccola parte dell’invaso. L’inerzia della pubblica amministrazione favorisce ovviamente l’approvigionamento da parte dei privati e l’intervento mafioso.



Marzo 2005



Ares (Altra Ricerca E Solidarietà) 2000


Tel. 333 3759683





THE NUMBER OF THE BEAST
<< Ma guai a voi terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore
sapendo che gli resta poco tempo... Chi ha l'intelligenza calcoli in numero della bestia
essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. >>
Sono rimasto solo e la mia mente è vuota
Ho bisogno di tempo per farmi tornare in mente i ricordi
Quello che ho visto
Questa notte è stato reale e non solo fantasia
Proprio quello che ho visto nei miei vecchi sogni era
Il riflesso della mia mente pervertita
Perché nei miei sogni vedo sempre la faccia maligna che mi torce la mente
E mi porta alla disperazione
La notte è nera e non mi vuole trattenere
Perché guardo proprio qualcuno che mi sta osservando
Nella nebbia figure scure si muovono e si intrecciano
Tutto questo è la realtà o qualche specie di inferno
666 il Numero della Bestia
L'inferno e il fuoco sono generati per essere sprigionati
Le torce fiammeggiano e canti sacri vengono innalzati
Come iniziano ad urlare, le mani si alzano al cielo
Nella notte i fuochi bruciano luminosi
Il rito è iniziato, il lavoro di Satana è compiuto
666 il Numero della Bestia
Il sacrificio continuerà stanotte
Questo non può andare oltre, devo avvisare la legge
Questo è vero o è solo qualche folle sogno
Mi sento attirato dal canto maligno dell'orda
Sembra che mi stanno ipnotizzano... non posso evitare i loro occhi
666 il Numero della Bestia
666 quello per me e per te
Sto andando a casa, ma ritornerò qui
Possederò il tuo corpo e ti brucerò
Io ho il fuoco e ho la forza
Ho la potenza per attuare la mia maledizione

I buoni vannoinvece ioche sonovado dove voglio

Errare è umano, perseverare è cattolico

05/09/2005 14:12
 
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